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Fase 2: lo strano caso dei motociclisti. Non possono andare in moto, ma è uno sport individuale

E' stata lanciata una petizione online

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Motociclista Motociclista © Alessia Benelli
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Il decreto della fase 2 del Presidente del Consiglio ha restituito parte della libertà personale dopo essere stati chiusi 2 mesi in casa.

Il decreto parla anche di sport: gli sport individuali possono essere fatti. Ma il motociclismo?

Per decreto si possono usare moto e scooter solo per andare a fare la spesa, per andare a lavoro e per andare a trovare parenti.

Insomma il Governo si è dimenticato dello sport 'motociclismo'. Eppure è lo sport individuale per eccellenza e in più, facendolo, non si corre il rischio di incontrare altre persone. Il motociclista è un animale solitario: sulla due ruote va in luoghi poco affollati, in mezzo al verde cioè i passi: strade divertenti per gli appassionati delle due ruote.

E’ così nata l’idea di creare una petizione popolare per il riconoscimento della moto come “attività di svago individuale” da inviare al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato.

La petizione popolare è partita, in maniera virtuale, da un gruppo di appassionati motociclisti insieme a una serie di motoclub e associazioni.

I promotori della petizione sostengono che l’attività motociclistica prevede l’uso del casco e guanti che garantiscono il rispetto delle misure anti-contagio.

Con questa petizione si chiede che l’attività di andare in moto sia riconosciuta come “Attività di svago individuale”. Viaggiando individualmente, in alcun modo l’esplicazione della stessa può causare rischio di assembramento o comunque di contagio indossando i consueti dpi casco e guanti.

IL TESTO DELLA PETIZIONE (potete votarla QUI)

Noi sottoscritti cittadine e cittadini italiani premesso che:

In Italia stiamo per entrare nella cosiddetta Fase 2, che prevede la convivenza degli italiani con il COVID-19 e quindi una prima riapertura delle attività economiche. Fase 2 che per i trasporti non ha presentato grosse novità anzi, nessuna, se escludiamo la possibilità di andare a visitare i propri congiunti.

Quindi anche dopo il 4 maggio prossimo i motociclisti devono continuare a stare a casa e possono uscire in sella alla loro moto solo per le solite note esigenze di lavoro, salute e necessità, con tanto di autocertificazione per giustificare i propri spostamenti.

Tenendo conto che l’attività motociclista prevede l’uso del casco e guanti che garantiscono il rispetto delle misure anti-contagio.

Viaggiando individualmente, in alcun modo l’esplicazione della stessa può causare rischio di assembramento o comunque di contagio indossando i consueti dpi casco e guanti.

Con la presente chiediamo che la moto e le uscite in motocicletta vengano considerate nel nuovo DPCM come:

“Attività di svago individuale”

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Commenti 2
  • Leo. B.

    Sono motociclista e mi viene da ridere a leggere certe cose. Il motociclismo inteso come sport è quello che viene svolto dentro i circuiti, tutto il resto non è sport. La scorribanda sul muraglione non si può intendere come "sport". Lo sport è altra roba. Visto che ancora siamo in periodo di limitazioni, che ci viene chiesto di spostarci comunque solo per esigenze reali, tipo lavoro o salute, rinunciare a fare le pieghe "per svago" è il minimo sacrificio che si possa fare.

    rispondi a Leo. B.
    dom 10 maggio 2020 03:05
  • Stefano Mei

    Mah, se si accetta questo principio, lo si deve accettare anche per l'auto, non solo per la moto. Se arriva qualcuno e dice che per lui guidare l'auto é uno svago cosa gli diciamo? In motocicletta sí ed in auto no? Eppure come esiste lo sport motociclistico esiste anche quello automobilistico e quindi se é svago girare in motocicletta lo deve essere anche andare in auto e per chi ama l'auto sicuramente lo é. Penso a chi guida auto storiche, ad esempio.. E chi é chiuso in auto da solo é certo che non contagia nessuno anche senza casco e guanti.

    rispondi a Stefano Mei
    ven 8 maggio 2020 08:13