Che Rocco Commisso stesse perdendo la pazienza è cosa nota. Il fast fast si è trasformato in un gran caos fra un'area Mercafir scelta dallAamministrazione e mai amata dalla proprietà viola, uno stadio Franchi monumentale ma difficile da modificare.
Siamo a un passo dalla svolta e fra i due litiganti vincerà Campi Bisenzio che lavorando nell'ombra ha portato sulla scrivania del patron viola idee concrete.
Rocco Commisso pare abbia scelto, a detta dei quotidiani sportivi e non. Dopo un anno di presidenza e i lavori avviati a Bagno a Ripoli dove sorgerà il nuovo centro sportivo siamo ai titoli di coda anche per la soluzione stadio che anch'esso, come il centro sportivo, si trasferirà nell'area metropolitana.
E' stata la politica a smorzare l'entusiasmo del presidente americano. Non c’entra la burocrazia, non è colpa delle Belle Arti e del sovrintendente Pessina e la Sovrintendenza che fanno il loro mestiere.
La sconfitta (se ci sarà) sarà solo della politica cittadina che con i troppi ostacoli messi intorno al Franchi e l'unica alternativa poco praticabile d'ingolfare l'area Mercafir a indotto l'americano alla fuga in provincia.
Aveva chiesto solo di fare e veloce Commisso e Firenze gli ha dato solo parole e chiacchiere... Ma da buon pragmatico uomo d'affari Rocco Commisso non ha mai abbandonato del tutto anche la terza via e zitto zitto pare abbia già, dopo vari incontri, raggiunto un accordo di massima con la famiglia Casini, proprietaria dei terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo stadio a Campi Bisenzio.
Secondo quanto appreso da Fiorentinanews.com, ci sono stati diversi e frequenti incontri tra le parti nelle ultime settimane e siamo davvero vicini alla chiusura dell'accordo per la cessione dei terreni.
Se davvero, come pare, si dovesse concretizzare tutto ciò scacco matto lo farebbe il Sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, stessa tessera di Nardella in tasca. Ma la sua "colpa" se c'è stata è solo quella di aver proposto qualcosa, sulla carta, realmente fattibile senza bandi, pesi e contrappesi.
Ecco che entusiasmo sì, ma occhio ai tempi. Non è tutto oro quel che luccica, perchè gli entusiasmi dovranno fare i conti coi normali tempi tecnici. Però c'è la volontà politica e un Piano strutturale del comune di Campi che sarà adottato nelle prossime settimane.
L’area della quale si parla, ovvero quella compresa nel Parco agricolo della Piana tra Viale Allende, Villa Montalvo e un noto centro benessere, è destinata ad un uso sportivo con annesse funzioni secondarie. Lo si può leggere tra gli allegati approvati dalla Conferenza di copianificazione del Settembre 2019, uno dei passaggi per la formazione del piano strutturale. Servono modifiche perchè la prima ipotesi era di un centro sportivo e quindi non sarà una cosa immediata, ci sono tanti strumenti urbanistici tra i quali districarsi, dal Piano Operativo Comunale al Pit regionale che dovrà avere al suo interno l’arrivo di questa struttura.
Impossibile al momento quindi, fare previsioni sui tempi ma per vedere le ruspe ci sarà da attendere.
L'attesa ovviamente ci sarà, ma questa volta sarebbe un’attesa “naturale”, il tempo necessario a delineare sulle carte il nuovo stadio senza lungaggini, ipotesi e proclami. Questa decisione da parte di Fiorentina diventerebbe un'altra grande sconfitta per Dario Nardella e per il Comune di Firenze, passato dalla Mercafir al rifacimento del Franchi con un lungo tira e molla che ha fatto stancare Commisso. La battuta d’arresto dovrà far riflettere tante persone e Nardella passerà alla storia per essere il Sindaco che in un solo mandato ha perso il centro sportivo e lo stadio.
Il ponte di Maccione che in zona Osmannoro segna un confine quasi naturale tra Firenze e Campi, pare essere per Nardella che peraltro anche della città metropolitana è sindaco un limite da non sorpassare. In realtà Campi non è la luna e la Grande Firenze passa anche da qui specie agli occhi di un imprenditore che vive New York e che davanti a quel chilometro tra l’eventuale Stadio e il confine fiorentino sorride.
La terza via pare quella vincente, con buona pace di Nardella Dario, il sindaco che ha perso la Fiorentina.