Per la festività di San Martino, l'11 novembre, accompagnati dal detto popolare “L'estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”, fino ai primi decenni del Novecento si svolgeva la caratteristica Fiera dei Trabiccoli sul ponte Santa Trinita e in parte in via Maggiore (oggi via Maggio).
Alla fiera si potevano acquistare i "trabiccoli", attrezzi fatti di leggere stecche di legno unite da piccoli chiodi, disponibili in varie forme, come una grande gabbia a cupola o un’intelaiatura allungata, detta anche “prete”. Sotto queste strutture si appendevano gli scaldini, i veggi e le cecie, carichi di brace ardente, per scaldare i letti o asciugare la biancheria.
Il trabiccolo, infatti, teneva sollevate le coperte, permettendo al calore di diffondersi e riducendo così l'umidità di coperte e materassi, che tendeva ad accumularsi in inverno, soprattutto nelle case di campagna. Grazie al trabiccolo, si poteva entrare in un letto tiepido anche in stanze spesso gelide durante la stagione fredda.
Considerato il “bisnonno” degli attuali “scaldasonno” elettrici, oggi il trabiccolo sopravvive solo come oggetto d'antiquariato. Chi di voi ricorda ancora questo attrezzo domestico, usato fino agli anni Sessanta del Novecento?