Firenzuola, il sindaco alla Regione. 'Salvate le Case di riposo...'. E nasce una proposta innovativa... © n.c.
Firenzuola, lavoratori a rischio nelle Rsa, un vero e proprio distretto assistenziale, una tradizione (quella dell'assistenza a Firenzuola) che rischia di scomparire e lasciare dietro di se grosse ricadute occupazionali per tutto il Mugello. Ecco di seguito il testo della lettera che il sindaco, Cladio Scarpelli, ha inviato alla Regione Toscana, nella quale propone di trasformare almeno una parte dei posti letto....:
Come vi è ben noto, il nostro territorio comunale vanta una tradizione pluridecennale di qualificata attività assistenziale agli anziani non autosufficienti con la presenza di ben tre Rsa per un totale di oltre 200 posti letto, strutture che hanno costituito un certo punto di riferimento per famiglie ,anziani del Mugello e della stessa Città di Firenze e del suo comprensorio, istituzioni e aziende sanitarie toscane comprese, grazie alla qualità della attività assistenziale offerta e alla dedizione e spontanea affettività nei confronti degli anziani assicurata dal personale.
Oggi questo “distretto produttivo socio assistenziale” come è stato definito rischia di essere pesantemente compromesso dai tagli ministeriali e i conseguenti tagli regionali e alla sanità e al sociale, comuni in prima persona , tagli che già manifestano i loro effetti in decine e decine di posti vuoti nelle RSA (tra il 20 e il 40% dei posti letto a seconda delle diverse RSa ), con conseguente significativa riduzione (-20 unità circa) già in atto del personale occupato (blocco del turn over, sospensione di incarichi a tempo determinato per malattie e ferie, gestione diretta di servizi in appalto con effetti sull’indotto ecc. ). Una riduzione del personale contenuta sino ad oggi nella speranza di una ripresa del settore, ma non ulteriormente rinviabile.
Sappiamo bene che è con il 2012 che si dispiegheranno totalmente gli effetti negativi di tale scenario con una ricaduta attesa pesantissima sulla occupazione del settore e per il futuro di oltre 150 ,tra addette e addetti, impegnati nel settore nel nostro comune ,oltre al consistente indotto.
Una crisi che avrebbe effetti devastanti sulla nostra piccola comunità (meno di 5mila abitanti) già segnata da recessione, cassa integrazione e licenziamenti, comunità che non potrebbe sostenere, pena vaste lacerazioni sociali, la perdita di un importati quote di reddito per le famiglie e di numero significativo di posti di lavoro e di occupazione femminile in particolare.
Questa consapevolezza è pienamente presente nella Amministrazione di Firenzuola, nei gestori delle RSA , nelle lavoratrici e lavoratori del settore come è stato evidenziato nel corso di una affollatissima assemblea pubblica tenutasi il 17 Gennaio u.c. promossa dal Comune e dalle RSA presenti nel nostro territorio dalla quale sono scaturite le richieste di accellerare la facoltà di libera scelta del cittadino come previsto dalla normativa sull’accreditamento (convinti della concorrenzialità per qualità delle nostre RSA), di destinare in Toscana maggiori risorse per il territorio e il settore della non autosufficienza e degli anziani in genere ( anche attraverso scelte coraggiose da parte della Regione ) e di individuare in particolare tempestivamente nuovi servizi e nuove modalità residenziali più flessibili per anziani non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti ,con un progetto sperimentale per la realtà di Firenzuola .
Per difendere infatti l’occupazione nel settore dell’assistenza ed il reddito della nostra comunità non sono a nostro avviso necessari né costose misure di salvataggio aziendale, interventi della Fidi toscana, ammortizzatori sociali , non servono oneri a carico della collettività, né tantomeno impossibili forme “protezionistiche" ma solo una maggiore flessibilità delle normative toscane che consenta , sia pur sottoposte al controllo pubblico, nuove forme di residenzialità per anziani non autosufficienti ,anche in forma sperimentale, rispetto all’attuale unico modello la RSA .
Certamente Il modello assistenziale delineato dalla Delibera 402/2004 imperniato sulla RSA mantiene tutta la sua validità e deve essere salvaguardato per la funzione che svolge anche nel nostro territorio priorità per l'intero sistema sociosanitario .
Al tempo stesso si deve però prendere atto che tale modello (unicità di modello residenziale per non autosufficienti ,unicità della tipologia di anziani accolti, stessi elevatissimi standard di personale ) è basato su una disponibilità di risorse pubbliche che non c'è più né probabilmente ci sarà nei prossimi anni, mentre appare certa la riduzione delle quote sanitarie autorizzate con inserimento in Rsa ,a fronte di una domanda crescente connessa al maggior numero di anziani e all’incidenza della non autosufficienza nella popolazione.
E’ del resto crescente il numero dei cittadini che si rivolge anche alle strutture del nostro territorio per inserire un proprio congiunto non autosufficiente ,dopo che è stato loro negato un contributo pubblico , ma che devono desistere perché non possono sostenere i costi troppo elevati della retta (pur inferiori a quelli praticati nella città e nella provincia ). Costi che potrebbero essere più facilmente sostenuti se il modello di residenzialità assistenziale fosse più flessibile e articolato per fasce differenziate di minor gravità o dipendenza..
Si determina pertanto l’effetto che la contrazione delle quote sanitarie (numero giornate effettive degenza su base annua ) determina una non utilizzazione delle Rsa con bacini di utenza oggettivamente più contenuti come le nostre che tradizionalmente coprivano un’area più vasta rispetto a quella di riferimento. Al tempo stesso numerosi cittadini, - a cui l’UVM non ha riconosciuto la necessaria gravità e il conseguente diritto alla quota sanitaria – non trovandosi in lista di attesa dovrebbero, per poter essere inseriti in RSA, sopportare tariffe completamente a proprio carico anche se calibrate su casistiche più gravi.
La nostra proposta è di prevedere dunque nuove modalità residenziali per anziani non autosufficienti che diano risposta, senza contribuzione pubblica a quella massa crescente di cittadini , che pur in condizioni di bisogno di assistenza non sono così gravi (ovvero così irreversibilmente gravi) da poter godere del contributo pubblico per un inserimento a tempo indeterminato in RSA, mentre invece i familiari potrebbero forse sostenere una retta più contenuta a fronte di una fornitura di servizi meno intensa.
Si potrebbe quindi sperimentare una nuova tipologia assistenziale residenziale (per soggetti non autosufficienti non permanenti ovvero soggetti prevalentemente non autosufficienti ma con minore dipendenza ) con standard inferiori a quelli attualmente previsti per le RSA e rette conseguentemente più basse,, consentendo al cittadino che non può accedere al contributo pubblico, di scegliere anche tra più soluzioni residenziali possibili in base alla gravità del proprio stato di salute ,alla sostenibilità del proprio reddito, alle condizioni logistiche familiari, alla temporaneità dello stato di non autosufficienza ecc..
Le RSA potrebbero adibire una parte dei posti letti, in base alle proprie disponibilità, per la soddisfazione di domande a minore intensità assistenziale e/o per periodi definiti rendendo così più flessibile la loro offerta di servizio e delineando la configurazione di una risposta multipla e variegata, se pur all’interno di una struttura ad elevata integrazione e protezione assistenziale. L’anziano potrà perciò trovare risposte differenziate ai diversi bisogni e stadi della non autosufficienza (posti letto per cure intermedie posti letto per disturbi del comportamento e stati vegetativi, posti letto a minor intensità assistenziale ecc).
Il “distretto” di Firenzuola con la presente intende candidarsi per la sperimentazione di una nuova tipologia di residenzialità assistenziale per così dire a geometria variabile in assenza di contribuzione pubblica. Se la sperimentazione dovesse funzionare si riuscirebbe a garantire, senza aumento della spesa pubblica corrente, gli attuali livelli occupazionali dando al tempo stesso nuove e più diversificate risposte alla domanda di assistenza degli anziani del nostro territorio e non.


