
Dopo una prima lettera carica di amarezza e interrogativi (leggi qui), la nostra lettrice torna a scriverci per denunciare quella che ritiene un’ingiustizia evidente. Mentre gli ex dipendenti del Forteto si vedono negare il risarcimento per anni di lavoro non retribuito, la Cassazione apre alla possibilità di indennità per i migranti della nave Diciotti. Un paradosso che, secondo la lettrice, riflette un sistema giuridico sempre più contraddittorio.
Ecco la nota della nostra lettrice:
Scrivo poche righe alla Vostra redazione per sottolineare talune incongruenze da parte di alcuni magistrati, in relazione al mancato risarcimento degli ex dipendenti del Forteto di cui si è scritto un po' di tempo fa. Abbiamo appurato che i lavoratori dell'ex Forteto non sono stati risarciti per i mancati stipendi di molti anni in cui hanno lavorato in quella sorta di prigione, i cui abusi erano pane quotidiano; ben due volte il Tribunale del Lavoro di Firenze ha respinto la loro richiesta.In relazione a quella sentenza, mi ha colpito la notizia di questi giorni, in base alla quale 41 migranti della nave Diciotti, trattenuta davanti alle coste italiane dal 16 al 25 agosto 2018, per la volontà dell'allora ministro Salvini che peraltro è stato assolto dall'accusa di sequestro della nave, potrebbero ottenere un risarcimento per i giorni trascorsi su quella nave in attesa di un approdo. Qui non si parla di un lavoro non remunerato, si parla di una scelta unilaterale di alcuni migranti di venire in Italia (è noto che potevano andare a Malta o in Spagna).
Si tratterebbe, secondo la Cassazione, di riconoscere che vi è stata “una privazione della libertà”, durante la prolungata permanenza in nave, e di garantire “il rispetto e la salvaguardia dei diritti inviolabili delle persone”. Si afferma anche che “gli stranieri sono costituzionalmente tutelati”. E perché gli italiani di quel lembo mugellano soggetto al satrapo Fiesoli non devono essere altrettanto “costituzionalmente tutelati “? I magistrati dei Tribunali del lavoro di Firenze che ne pensano? Spero di sentirli in audizione presso la commissione parlamentare sul Forteto.
Va da sé che, secondo quanto scrive oggi Travaglio su “Il Fatto quotidiano”, solo uno di quei profughi -residente a Londra- usufruirà di 160 euro al giorno per un totale di 960 euro (calcolando i sei giorni in porto) o 1.600 (contando anche i quattro giorni in mare aperto), più le spese legali. Per tutti gli altri 190 profughi sarebbe scattata la prescrizione. Resta il fatto che questa sentenza farà scuola e ci saranno altri casi. A questo punto ai lavoratori dell'ex Forteto non resta che fare un viaggio in nave, camuffati da migranti, e augurarsi che la famigerata destra al governo trattenga la nave nel porto per un po' di giorni; così potranno usufruire di un qualche risarcimento (almeno mille euro sono sicuri, stando alle cifre elencate sopra).
È sorprendente che, in questa nostra repubblica fondata sul lavoro, si ignorino i lavoratori e si stabilisca per legge di contribuire al sostentamento di disoccupati di cui molte volte si ignora la vera identità e si ignora anche la legittimità o meno a vivere in Italia, perché non tutti avranno ottenuto il diritto d'asilo. È tutto confuso: norme che confliggono fra loro, decisioni oggetto di critiche sacrosante, inadempienze inaccettabili. Qualcuno ha detto che è un mondo al contrario... forse ha ragione.
La solita cittadina delusa
Massimo mancini
La solita cittadina di destra pardon delusa usa dire così oggi,che sproloquia.