In una tiepida serata di settembre lo scorso mercoledi eravamo presenti – e ringraziamo gli organizzatori dell’invito – ad una conferenza davvero storica, del notissimo giornalista reporter Fausto Biloslavo, ospite del Rotary Club Mugello nei saloni della Fattoria Il Palagio, rispondendo così con entusiasmo di essere in terra mugellana, all’invito del presidente Ing. Giorgio Gomisel, davanti a circa 40 soci, ospiti ed amici. Quante volte in tanti anni lo abbiamo visto ed ascoltato in televisione su tanti fronti di guerra in Europa, Africa e Medio Oriente, ma essergli vicini ed ascoltare dalla sua viva voce quelle che sano state le sue drammatiche avventure, rischiando più volte la vita, non è cosa di poco conto: tutt’altro.
Aiutandosi con il video, Biloslavo, proiettando tante ed inedite immagini, delle innumerevoli guerre che si sono succedute negli ultimi 30 anni, (dalla Jugoslavia, al Ruanda, dal Mozambico al Kenia, dall’Irak alla Tunisia, dall’Ucraina e dalla Russia, ad Israele e alla Palestina e Gaza, ed oltre), ha fatto comprendere al di là degli eserciti che si combattono, il dramma e la tragedia delle popolazioni civili. Per rendersi conto che di quella che è stata la vita di reporter di Fausto Biloslavo pubblichiamo qui sotto una sua biografia. Da leggere: “ -- Girare il mondo, sbarcare il lunario scrivendo articoli e la ricerca dell'avventura hanno spinto Fausto Biloslavo a diventare giornalista di guerra. Classe 1961 è diventato un uomo al Nautico di Trieste, scuola che gli sta più a cuore della laurea in scienze politiche indimenticabile non per il 110 e lode, ma per il bacio accademico della prof più giovane.
Il suo battesimo del fuoco è un reportage durante l'invasione israeliana del Libano nel 1982, dove è l'unico a fotografare Yasser Arafat in fuga da Beirut. Assieme ad Almerigo Grilz e Gian Micalessin fonda a Trieste l'agenzia di free lance Albatross press agency. Negli anni Ottanta copre le guerre dimenticate dall'Afghanistan, all'Africa, fino all'Estremo Oriente. Nel 1987 viene catturato e tenuto prigioniero a Kabul per sette mesi, dopo un reportage con la resistenza afghana contro l'Armata rossa. Il capo dello Stato di allora, Francesco Cossiga, ottiene la sua liberazione. Un anno dopo torna a Kabul e viene punito con un camion militare che lo riduce in fin di vita. Biloslavo segue i conflitti peggiori, come il genocidio in Ruanda e nei Balcani racconta tutte le guerre dalla Croazia, alla Bosnia, fino all'intervento della NATO in Kosovo. Nel 1997 fa il servizio più pericoloso: in Cecenia per liberare Mauro Gallegani, fotografo di Panorama, rapito dai tagliagole locali.
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A quaranta anni esatti entra a Kabul liberata dai talebani grazie ai B 52 a stelle e strisce. Nel 2003 si infila nel deserto al seguito dell'invasione alleata che ha abbattuto Saddam Hussein. Nel 2011 è l'ultimo giornalista italiano ad intervistare il colonnello Gheddafi nel pieno della rivolta. Dalla nascita del Califfato insegue le bandiere nere in Siria, Libia e Iraq. Biloslavo vive con la sua famiglia a Trieste la città dove tornerà sempre. In trentacinque anni di conflitti ha lavorato e scritto per testate italiane (Il Giornale, Avvenire, l'Indipendente, Corriere della Sera, Panorama, Epoca, L'Europeo, Mediaset, Rai, Sky) e straniere (TSI – tv svizzera, NDR – tv tedesca, Antenne 2 – tv francese, L'Express, ORF – tv austriaca, Le Point, Jane's defence weekly, Insight, magazine del Washington Times, Time Life, El Mundo, NBC, CBS). Biloslavo ha pubblicato due libri sui suoi reportage di guerra ("Prigioniero in Afghanistan" – Sugarco e "Le lacrime di Allah" – Mondadori), l'instant book "I nostri marò (il Giornale 2013), ma è convinto che il mestiere del giornalista non è quello dello scrittore.
Il libro fotografico "Gli occhi della guerra" sui conflitti dagli anni ottanta ad oggi viene rinnovato ogni anno con gli scatti dei nuovi reportage. In trentacinque anni di lavoro, sui fronti più caldi del mondo, ha scritto oltre 5000 articoli e vissuto tante guerre da apprezzare sempre più le cose semplici della vita e la fortuna di vivere in pace-“. Al termine della conferenza, Biloslaso è stato sottoposto a tante domande, rispondendo a tutte con professionalità e con dati di fatto. Davvero una bella – per modo di dire - pagina storica e culturale.