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Il muro caduto sul decadentismo europeo

Con quella analisi storico politica inizia la collaborazione con Salvatore Calleri.

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1989l,  Berlino al tempo del muro. 1989l, Berlino al tempo del muro. © Salvatore Calleri
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Il 9 novembre 1989 cadeva il muro. Avevo appena compiuto 23 anni, nel pieno della gioventù, fui felicissimo emozionato ed euforico per la conquista della libertà dei popoli fratelli dell'est Europa. Ebbene oggi, se avessi una macchina del tempo e la possibilità di tornare indietro di 34 anni, lo puntellerei il muro, per non farlo cadere.

Probabilmente sono oramai invecchiato, anche se non troppo, ma, sarà la nostalgia, sarà che non mi piace il presente, il muro rappresentava un equilibrio tra due mondi diversi ma tutto sommato come diceva Breznev alla fine eran più dalla stessa parte di quanto sembrasse. E sia chiaro, non sono mai stato comunista e nemmeno un marxista, semmai sono e sarò sempre un socialista personalista, simile ad un socialista liberale ma non liberista.

Il muro, come dicevo, rappresentava un equilibrio, e pertanto il sistema capitalistico non poteva esprimersi mostrando la sua faccia peggiore nelle zone geopolitche confinanti con l'est. Il liberismo anni 80 alla maniera anglo americana da noi ancora non veniva proposto ma iniziò purtroppo comunque a divenire una sorta di religione, per questo la minaccia ad est di un comunismo concorrenziale ci faceva tutto sommato comodo. Era utile.
Caduto il comunismo, caduta una ideologia ecco che vince l'altra. Il liberismo nella sua forma peggiore quella ultra.

L'Unione Europea che nel 1992 sostituirà la CEE, sceglierà questa strada con Maastricht.
La cosa che speravamo con la caduta del muro è stata che comunque con essa finiva la guerra fredda. Ebbene anche in questo caso mi vien da dire con il senno di poi... A ridatemela.
Era una guerra fredda con delle regole, perlomeno linguistiche. Ce lo vedete voi un Breznev o un Reagan che urlavano sui social per comunicarci che c'era il rischio di una guerra atomica?

Oggi la guerra fredda è tornata con tre guerre calde in Europa o ai confini di essa.
Si parla di atomica con continuità.
Poi la UE ha deciso dopo la caduta del muro di allargarsi ad est e pure in questo caso dopo l'iniziale euforia è arrivata la delusione di Paesi  che sono entrati ma che col sogno di Europa di Ventotene e di Churchill non ci azzeccano quasi nulla.
Il mondo oggi è triste e in occidente abbiamo troppe diseguaglianze.

Vorrei concludere con un pizzico di ottimismo, di folle ottimismo ma solo un cambiamento utopistico ma necessario può farci invertire il declino post caduta del muro: gli Stati Uniti d'Europa. 

P.S. Un segno del destino... Si son riformati i "Cccp, fedeli alla linea"

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