
Il “caso Prato” – che ha portato all’avviso di garanzia per corruzione e alle successive dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, a poco più di un anno dal suo trionfale successo al primo turno – rappresenta un vero terremoto politico. Una scossa che rischia di paralizzare la politica locale, ma che, nonostante i tentativi di minimizzazione, avrà ripercussioni rilevanti anche a livello regionale, a pochi mesi dalle elezioni.
Trema Eugenio Giani?
Fare previsioni è difficile, ma una cosa è certa: il presidente della Regione Toscana ostenta tranquillità, facendosi immortalare ogni giorno tra un taglio del nastro (magari di opere promesse da decenni) e una festa popolare. Tuttavia, Giani dovrà prestare attenzione, poiché gran parte della vicenda che coinvolge Bugetti risale proprio al periodo in cui lei era consigliera regionale.
Il cuore dell'inchiesta
La (ex) sindaca di Prato è accusata di aver ottenuto voti e denaro in cambio di favori all’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, anche lui indagato, già amministratore del Gruppo Colle e figura di rilievo in Confindustria. I capi d’accusa non sono affatto trascurabili: i magistrati parlano apertamente di una “pubblica ufficiale compromessa e ricattabile”.
In particolare, Bugetti si sarebbe attivata per risolvere alcune problematiche legate alla depurazione delle acque del Gruppo Colle, garantendo consistenti risparmi all’azienda. Durante la campagna elettorale per diventare sindaca, avrebbe fatto pressioni per ottenere tariffe agevolate per i servizi di depurazione e per accelerare la realizzazione di una rete fognaria industriale, evitando così all’impresa un investimento oneroso per un proprio impianto.
L’inchiesta si è allargata rapidamente, coinvolgendo anche il vicesindaco Simone Faggi, indagato per false attestazioni a pubblico ministero, e Alessio Bitozzi, referente del Consorzio Progetto Acqua incaricato della realizzazione della rete fognaria a servizio del Macrolotto pratese.
Il crollo del "laboratorio pratese"
Come recita il proverbio: “Prato, città dello sconforto: o piove, o tira vento, o suona a morto.”
In questi giorni, il tempo sarà anche stabile, ma a suonare a morto è il laboratorio politico del cosiddetto campo largo. Il Movimento 5 Stelle è pronto a sfilarsi dalla maggioranza e la caduta dell’esperimento pratese rischia di trascinarsi dietro l’intero disegno politico pensato per le regionali.
Al Nazareno il contraccolpo si è sentito, nonostante i tentativi iniziali di minimizzare e blindare Bugetti. Alla fine, ha prevalso la linea del “sacrificio”: la spinta alle dimissioni è servita a contenere il danno e proteggere un sistema di potere che, soprattutto in Toscana, scricchiola.
Il sistema Toscana sotto pressione
Il Partito Democratico rischia grosso: la tenuta del fortino rosso, che corre lungo l’asse Firenze-Prato-Empoli, non è più scontata. Eugenio Giani continua a mostrarsi sereno, tra eventi sportivi e sagre paesane, e a chi lo interpella sul caso risponde:
“Conosco e apprezzo Ilaria Bugetti per la sua dedizione alla città di Prato e la sua passione nell’impegno politico. Le sono vicino, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, certo che saprà rispondere con chiarezza e trasparenza a quanto sollevato.”
Parole istituzionali, quasi fotocopiate, a cui fa eco il segretario regionale Emiliano Fossi:
“Piena vicinanza e affetto a Bugetti. Sono certo che saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti e la correttezza del suo lavoro, che da sempre la contraddistingue.”
Il centrodestra all’attacco
Nel frattempo, il centrodestra – pur frammentato – è pronto ad approfittarne, sia in vista delle elezioni suppletive per il municipio pratese, sia per l’assalto alla Regione Toscana. I sondaggi che fino a pochi giorni fa davano Giani nettamente favorito sul rivale Alessandro Tommasi sono ormai carta straccia.
E non solo perché il centrodestra userà politicamente la “vicenda Prato”. Parte delle accuse mosse a Bugetti risalgono infatti al periodo in cui era sindaca di Cantagallo e, successivamente, consigliera regionale per due legislature.
Secondo la procura, Bugetti si sarebbe “messa a disposizione” per modificare un decreto sui limiti di prelievo idrico, favorendo la Hydro Green Energy, legata a Matteini. L’ex direttore regionale Giovanni Massini sarebbe stato sollecitato affinché il documento venisse redatto “senza variazioni”, come richiesto da Matteini. La risposta della Bugetti a un messaggio dell’imprenditore? Un laconico: “Yessss...”
In cambio, avrebbe ottenuto un incarico ben retribuito da Techne Broker Srl (riconducibile allo stesso Matteini): 48.000 euro in otto anni, per un’attività mai realmente svolta e mai dichiarata agli uffici della Regione Toscana.
Sempre da consigliera regionale, avrebbe inoltre chiesto di alzare i limiti di scarico delle acque reflue industriali dell’azienda di Matteini, ignorando i pareri contrari di ARPAT. Tutto questo mentre era impegnata nella campagna elettorale per il secondo mandato, nel 2020.
Massoneria, voti e finanziamenti
Il 4 settembre 2020, pochi giorni prima delle elezioni regionali, Matteini organizza un pranzo “riservato” per presentare Bugetti ad alcuni esponenti della Gran Loggia di via Lazzerini. Presenti, tra gli altri, Luciano Angioli, Luigi Rastrelli e Alberto Cipriani. Bugetti fa colpo e l’imprenditore si vanta poi con lei di averle portato 4.000 voti grazie a quei contatti.
Matteini avrebbe anche contribuito con 27.000 euro (su un totale di 133.000) alla campagna per la candidatura a sindaca di Prato.
La Toscana trema
Il sistema toscano, secondo molti esponenti del centrodestra, è arrivato al capolinea.
Sanità in crisi, scandali bancari (MPS e Banca Etruria), il caso Forteto, la vicenda ambientale del Keu, la cattiva gestione del territorio che moltiplica frane e alluvioni.
Ora si aggiunge anche Prato.
Il centrodestra, pur dichiarandosi garantista, picchia duro e denuncia apertamente un “sistema opaco” costruito dal PD: intrecci tra politica, lobby, massoneria e favori agli amici.
È l’ora delle riflessioni. La lunga campagna elettorale è appena iniziata, ma il campo di battaglia è già scosso.
E, come sempre, a pagare il prezzo più alto di certi meccanismi sono i cittadini.
CRONOLOGIA
2004 - 2014
Ilaria Bugetti è sindaco di Cantagallo
2010 - 2013
E' segretaria provinciale del Pd
2015 al 2024
Eletta consigliera della Regione Toscana
2016
Ottiene un incarico da Techne Broker Srl, riconducibile a Riccardo Matteini Bresci. Compenso: circa 48.000 € in 8 anni, senza dichiarazioni ufficiali alla Regione.
2018 – 2020
Bugetti è consigliera regionale. Secondo la procura, fa pressioni su uffici regionali per modificare un decreto sull’uso dell’acqua a favore di Hydro Green Energy (riconducibile a Matteini).4 settembre 2020
Pranzo “riservato” con esponenti della Gran Loggia massonica organizzato da Matteini per sostenere Bugetti. Si parla di un pacchetto di 4.000 voti determinanti nella sua rielezione.2023
Bugetti vince al primo turno come candidata sindaca del centrosinistra a Prato. La campagna elettorale riceve 27.000 € da aziende legate a Matteini.
Giugno 2025
Scoppia l’inchiesta: Bugetti riceve avviso di garanzia per corruzione. Accuse: favori in cambio di voti e finanziamenti, pressioni su tariffe e infrastrutture per agevolare Matteini.
20 giugno 2025
Bugetti rassegna le dimissioni da sindaca di Prato. Indagati anche il vicesindaco Simone Faggi e l’imprenditore Alessio Bitozzi.
2025 (in corso)
La vicenda esplode a livello regionale: il PD toscano vacilla, il centrodestra attacca, e il futuro di Eugenio Giani in vista delle Regionali è messo in discussione.