26 APR 2025
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In Mugello si rinnova la transumanza, grazie agli allevatori

La tradizione

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In Mugello si rinnova la transumanza, grazie agli allevatori In Mugello si rinnova la transumanza, grazie agli allevatori © n.c.
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Anche in Italia, e precisamente in Toscana, nel Mugello, ci sono “cow boy ” e “cow girl ” che spostano le mandrie di bovini! E’ una storia contemporanea di “transumanza”, un’attività antichissima dell’uomo ma che sopravvive ancora nel nostro Paese grazie all’impegno ed alla passione degli allevatori in molte parti del territorio nazionale, soprattutto in aree difficili e marginali. Un’attività che di recente il nostro Paese – assieme a Grecia ed Austria – ha proposto in sede Unesco a Parigi che venga riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, ma che oltre ad aspetti di conservazione di tradizioni agropastorali ha un indubbio valore economico e di gestione paesaggistica ed ambientale. Tutto questo è stato documentato di recente, a cavallo del 1° Maggio, da una troupe della televisione pubblica, con l’inviato Robert Dino Lee del Tg3 Rai Toscana che ha seguìto e documentato per un giorno l’attività organizzata da una struttura del Sistema allevatoriale, in particolare dall’Associazione Regionale Allevatori (Arat), in collaborazione con la Caf (Cooperativa Agricola Firenzuola-Centro Carni del Mugello) e la locale Coldiretti. Si è ripetuta quindi la tradizionale “Transumanza primaverile”, accompagnando dalle stalle la mandria di bovine fino ai pascoli in alpeggio. In quest’occasione, si è trattato di bovini della pregiata razza da carne Limousine italiana, allevati nella stalla Gello. A far da “guida” alla troupe televisiva il presidente dell’Ara Toscana e della Caf, Roberto Nocentini, nonché presidente nazionale dell’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. . Partenza quindi di buon mattino dall’allevamento situato a Dicomano, in provincia di Firenze, nel cuore del Mugello, con l’aiuto di un gruppo di cavalieri ed amazzoni , “via” alla volta di Monte Giovi, raggiunto dopo un lungo percorso attraverso un sentiero nel bosco. Arrivati ai pascoli, sistemazione della mandria di vacche gravide in un pascolo rigoglioso dove rimarranno fino all’autunno, quando rientreranno alle stalle accompagnate dai loro vitelli che nel frattempo saranno nati. . Spiega Nocentini: “Questa attività – ha ricordato - che ancora oggi lega l’uomo alla tradizione permette di testimoniare l’importante ruolo che ha la zootecnia mugellana nel mantenimento della montagna e dell’agricoltura marginale andando ad utilizzare tutte quelle aree che altrimenti verserebbero in uno stato di abbandono, garantendo al tempo stesso un importante presidio nella gestione del territorio a beneficio di tutta la collettività. Questo modello di allevamento – tipicamente al pascolo estensivo, realizzabile in alcune aree particolari del nostro Paese - inoltre garantisce un elevato livello di benessere animale e fornisce alimenti freschi di grande qualità. Tutti elementi che contribuiscono - oltre alla selezione di razze rustiche autoctone o che lo sono divenute grazie al grande lavoro di miglioramento ed alla passione degli allevatori - a garantire un prodotto ‘carne’ dalle caratteristiche uniche ed inconfondibili, particolarmente apprezzate dai consumatori che richiedono sempre più informazioni sulla qualità delle produzioni, sui sistemi di allevamento, sulle garanzie di tracciabilità della filiera”.

 

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