L'insostenibile leggerezza delle polveri. Parliamone, di domenica
"Petrona. Biomasse. Ciminiera. Polveri. Nessun problema. Questa la versione di Sindaco, assessore all’ambiente, giunta al completo, compresa la responsabile dell’Istruzione che ha inviato una meravigliosa letterina blu alle famiglie, invitandole a nutrire in modo sano i propri figli e caldeggiando l’importanza del ricorso alla filiera corta e ai prodotti mugellani". Inizia così la riflessione che questa settimana OK!Mugello ospita nella rubrica 'Parliamone, di domenica'. Lettera appassionata, firmata da una lettrice a cui abbiamo scelto di 'prestare' la nostra voce. Ecco come continua:
Un ‘bio’ bugiardo tra 4 o 5 anni quando su piante e animali (tralasciamo per una volta le persone o rischiamo la noia!) ricaleranno le polveri sottili, dando al tutto quel tocco di diossina e schifezze che passeranno nel ciclo alimentare e nei nostri organismi (No, non si riesce proprio ad evitare di tirare in ballo questi fastidiosi esseri umani che si ostinano ad ammalarsi di cancro nonostante le rassicurazioni di tecnici e autorità). E la cosa avvilente è proprio questa, il senso di non gravità. L’insopportabile tiritera che non c’è da preoccuparsi perché ogni cosa sarà a norma. Il ribadire: "Non è mica quella (la centrale) che fa venire i tumori!!". Chi si ammala nelle zone limitrofe a tali industrie, però (e andate pure a chiederlo a loro) non crede poi tanto che la prima responsabile delle malattie sia la sfortuna. Ovviamente gli uffici competenti attestano la conformità delle strutture, l'efficienza dei filtri, il rigore dei controlli. I nostri politici, per tanto, si sentono autorizzati a minimizzare gli effetti delle emissioni irritanti e cancerogene. Forse questi signori dovrebbero entrare nelle case della gente alle prese con l'asma dei figli (e credo non ci sia cosa più orrenda al mondo per un genitore se non vedere il proprio bambino non riuscire a prendere fiato durante un attacco respiratorio), fare i conti con le terapie domiciliari, visitare i reparti di oncologia. In questo modo avrebbero anche diritto e autorità di parlare e "imporre" le loro scelte. Invece si difendono parlando di allarmismo, terrorismo o evocando altre "parolacce" del genere. E intanto i reparti degli ospedali si ingrandiscono già da ora. Si perché il Mugello, a dispetto della sua apparenza ‘sana’ e ‘pulita’, è sorprendentemente al di sopra della media regionale per alcune tipologie di tumore, segno che discariche abusive, sversamenti, diserbanti, radiazioni ucraine ristagnanti nella conca e ‘normale’ inquinamento, hanno lavorato alacremente. Ci voleva proprio un bell’aiutino da parte dell’inceneritore (e alla fine la parola mi è scappata perché di questo innegabilmente si tratta) a biomasse a colpire coloro i quali avessero avuto la buona sorte di rimanere immuni dai disastri ambientali. Che accidenti è venuto in mente ai nostri rappresentanti in Comune? Capisco anche la Renovo, l’imprenditore che vuol fare il suo legittimo interesse, ma non concepisco nel modo più assoluto la scelta dell’amministrazione di svendere la salute dei miei bambini, della gente in generale e, una volta di più, di compromettere ancora l’integrità del territorio (mi rifiuto a tal proposito di elencare tutti i danni del Tav e le altre orripilanti magagne che ogni mugellano ben conosce). Ah quasi scordavo il pellet! Il consigliere delegato di Agri-Renovo alla presentazione del progetto integrato di filiera del legno, sottolineava che il loro lavoro sarà ‘puro beneficio’ per l’ambiente. Tenere puliti i boschi eviterà problemi ed alluvioni come a Benevento, in Sardegna e via dicendo. Si potrebbe essere anche d’accordo non fosse che, una volta, questo compito ce lo svolgeva la defunta Comunità Montana senza bisogno di convogliare e bruciare il legno in un’industria insalubre di prima classe o ammassare le biomasse in cumuli giganteschi, a volte pure soggetti a fenomeni di autocombustione (ma tanto chi se ne frega di questi dettagli alle porte di un paese e su una strada ad alta percorrenza!). L’alternativa all’incuria boschiva è davvero questa? Mi fa pensare ad un cazzotto dato nello stomaco per distogliere l’attenzione dal mal di denti. Sarò un’ignorante ma, pur cercando di guardare la cosa da tutte le angolazioni, non riesco ad essere abbastanza lungimirante da vederne i vantaggi. Anzi ho scoperto pure una cosa inquietante. Ovvero una nuova tipologia di pellet, se non erro ‘torrefatto’, nel quale si riesce ad abbassare ancora l’umidità e risparmiare ulteriormente in spazio (a vantaggio del confezionamento e del trasporto) e nel quale si pensa di introdurre pure il carbone per migliorarne la consistenza e la resa. Carbone?!! Ma forse non era neanche questa la notizia più paradossale. A pensarci bene, l’ironia profondamente sardonica è stata sentire il tecnico che si occupa di ‘trasferimento tecnologico’, riprendere un tecnico forestale (esperto di cippato e teleriscaldamento) che si ostinava a conferire (riferito al ‘colpevole’, ‘irresponsabile’ forestale) importanza alla legna da ardere, reclamando una valorizzazione del prodotto legnoso Mugellano! La critica al forestale è suonata più o meno così: adesso bisogna aggiornarsi sulle tecnologie. Mettiamo via i camini e le stufe a legna (inadeguate a livello energetico) e puntiamo al futuro: il pellet. Poi è seguito il discorso sul carbone… Senza tirare in ballo il famoso proverbio del rapporto tra ‘bue’ ed ‘asino’, è stato impossibile non sottolineare che il futuro in Mugello esiste già e si chiama metano. Una stufa a metano emette 4500 nanoparticelle per centimetro cubo di fumi, una a pellet 45.000.000. Più che nel futuro sembra di tornare indietro nel tempo (e di nuovo la parola carbone mi rimbomba in testa!!). Comunque, e concludo, dal dibattito, posti i fatti suddetti e sottolineata l’ubicazione assolutamente inappropriata di Centrale e Impianto a Pellet (non scordiamoci che i soggetti imprenditoriali di Renovo non vivendo qui non possono sapere le caratteristiche della nostra terra!) ho portato a casa 2 commenti. Non vi dico chi li ha fatti ma sono stati questi: 1) “Se la metti così, va bé!” (riferito al discorso: valle chiusa, nebbia ristagnante fino alle 11 del mattino figuriamoci i fumi di una combustione a ciclo continuo, numero di tumori già alto, etc). Riflessione mia a voce alta: “E come la devo mettere? Non sono io che ho pensato di edificare una centrale proprio li. Tuttavia sebbene non la vorrei in nessun altro luogo, in un fondo valle mi pare senza dubbio una genialata!!”. 2) “Ci sono tante altre cose che fanno male: le schifezze che mangiamo (coloranti, conservanti etc. Ora che ci penso non mi ha parlato del fumo delle sigarette!!), gli scarichi degli aerei, le industrie insalubri già presenti, etc. La centrale inquina pochissimo”. Replica mia: “Perfetto. E ammesso e assolutamente non concesso (perché non ci credo per niente!) che sia vero, al suo elenco aggiungiamoci pure questa! Del resto a noi che importa dell’accumulo!! Così ci ammaliamo prima e ci togliamo il pensiero!!”. Santo cielo. Sono cose che ripeto spessissimo ma nel dirle sento ogni volta un brivido che mi fa gelare il sangue. Basta. Devo prenderla anch’io con più filosofia e rassegnarmi all’insostenibile leggerezza delle polveri sottili. Sara Coppini


