Lista Idea 2.0. 'I perché di una sconfitta', l'analisi del voto... © n.c.
I risultati a Scarperia e San Piero visti da un attivista della Lista Civica Idea 2.0, Simone Peruzzi (nella foto). Buona lettura:
Quando si perde con questi numeri, non c'è niente da recriminare. Niente. SI può cercare di capire come mai, ma anche queste analisi sono difficili da effettuare quando i distacchi sono di questa entità. Non basta il traino della vittoria del partito diRenzi alle elezioni europee. Non basta nemmeno considerare che i seggi mugellanisono, da sempre,abituati a queste percentuali (non ultime, le scorse elezioni). Non basta nemmeno guardare le biografie dei candidati: nella lista di Federico Ignesti hanno praticamente tutti quanti un pedigree locale da generazioni, a differenza delle altre liste che presentavano molti soggetti ai quali ancora non sembra riconosciuta una reale appartenenza al territorio. Non basta. E non basta nemmeno, anche perché continuo a non riconoscerla, almeno nella misura in cui viene sbandierata ai quattro venti, considerare la buona amministrazione passata, come condizione di vantaggio, secondo la locuzione sportiva "squadra che vince non si cambia". Tutto questo non spiega la nostra sconfitta. Non in questa misura. E nemmeno serve ricorrere ad un'analisi delle strutture di supporto alle singole liste le quali, almeno nel nostro caso, non si sono affidate a nessun apparato di partito, scontando sia organizzativamente che economicamente una campagna elettorale sicuramente frammentaria, poco organizzata, a volte ingenua, non capillare e tantomeno capace di impattare sui problemi e su chi li evidenzia, in modo da dare risalto alle nostre proposte. La campagna elettorale, infatti, non si è svolta sui contenuti, poiché, se da parte nostra si è provato a riportare costantemente i problemi sul tavolo del confronto, da parte di chi ha vinto, questo confronto, nel merito, è stato altrettanto costantemente rimosso. Non si doveva parlare delle singole questioni che riguardano il territorio. E allora di cosa si è parlato? Io l'ho vista così: - Lista Civica Idea 2.0: abbiamo parlato innanzitutto del perché della nostra proposta, del superamento delle logiche di partito e della contrapposizione destra-sinistra in nome di un'Amministrazione Pubblica basata sul concetto di buon governo e di attenzione alla centralità del cittadino, che ritenevamo (e continuiamo a ritenere) non un soggetto da amministrare, ma un soggetto protagonista attivo della vita della comunità. Abbiamo di conseguenza riportato sul tavolo del dibattito tutte le situazioni ed i problemi che, a nostro avviso, denunciavano disattenzione o incomprensibili criticità. Abbiamo cercato il contatto con le due comunità, cercando di superare la divisione precedente all'unificazione dei Comuni e provando anche a entrare in contatto con le realtà periferiche delle singole frazioni. - LiberaMente a sinistra: ha percorso una strada storicamente caratterizzante le posizioni del movimento politico che la costituisce, facendo riferimento alle lotte condotte sul territorio, riportandole all'interno di un disegno politico contraddistinto da un impianto ideologico (sia ben chiaro, meritevole) che riporta al concetto dei diritti inalienabili della persona. - Movimento 5 stelle: ha fatto una campagna in linea con l'approccio nazionale del gruppo a cui si richiama, sicuramente meno urlata, decisamente più simpatica, se non altro per la presenza di un candidato sindaco più capace di muovere un sorriso di quanto non lo faccia il leader del movimento nazionale. Le proposte sono risultate, comunque di rottura, in pieno stile pentastellato, un po' troppo lontane dai problemi reali delle persone, ma sicuramente in grado di raccogliere il disagio e il rifiuto di una politica per come si è determinata storicamente. Hanno però scontato la débâcle a livello nazionale, così come, se Grillo avesse sfondato nella consultazione europea, avrebbero subito il traino positivo di questo successo. Resta difficile da capire e, ancor più, da accettare il perché di una presentazione di tre liste distinte, a fronte, comunque, di una convergenza programmatica pressoché totale: stessi sono i problemi evidenziati e stesse, sostanzialmente, le ipotesi di soluzione proposte. Le logiche di parte hanno prevalso sulla volontà di superamento dell'esistente. Meglio correre da soli e perdere, mantenendo evidente la propria identità, piuttosto che contaminare la propria appartenenza sulla base di un rapporto dialettico attivo capace di privilegiare il bene comune: piuttosto la sconfitta, ma con il proprio bollino ben in vista sulla scheda elettorale. C'è il grosso rimpianto di non aver potuto vedere se e come sarebbero cambiati i risultati se avessimo visto le tre liste uscite sconfitte coalizzate in un unico progetto. Forse non sarebbe cambiato nulla. Ma, sicuramente, si sarebbe dato un segnale reale alla popolazione in merito alla determinata volontà di superamento delle logiche di partito, in nome di un altro modo di intendere la politica e l'amministrazione della cosa pubblica. Invece siamo rimasti da soli, noi della Lista Civica, a cercare di perseguire questo disegno, stigmatizzati da parte di molti che non ne hanno assolutamente capito lo spirito, forse perché,proprio questa, sarebbe stata una possibile chiave di scardinamento del potere così come si è sempre costituito. Ed è stato facile, anche se un po' vigliacco, non riconoscere questa inedita piattaforma, criticando la fede politica di alcuni dei candidati i quali, pur non abiurando affatto alle proprie idee, le hanno lasciate da parte dialettizzandole. In conclusione, la Lista Civica è stata ininterrottamente assimilata ai partiti di centro-destra (Forza Italia e Fratelli d'Italia), quando invece al suo interno c'erano anche persone di tutt'altra provenienza politica e, soprattutto, quando gli apparati di partito sono stati tenuti programmaticamente fuori. Ma è stato più agevole, soprattutto in un territorio dove la destra non ha mai raggiunto percentuali superiori al 20%, confinare la nostra proposta all'interno della reificata presunta appartenenza alla destra stessa, piuttosto che confrontarsi sia sul merito delle questioni proposte che sul metodo di superamento delle barriere ideologiche. Il sottoscritto, proprio in nome di questo superamento, c'ha messo la faccia. Non sono mai stato di destra, ne ho combattuto alquanto, nel corso di tutta la mia esistenza, le istanze e le azioni, ho rivendicato questa mia militanza sia all'interno della Lista Civica (senza incontrare alcun problema), sia all'esterno, con risultati, invece, poco significativi, per non dire fallimentari. Viene ancora da rimpiangere la mancata coalizione con LiberaMente a sinistra e con i pentastellati. Ma questa è una nostra responsabilità. Se posso rimproverare la scarsa attenzione al nostro progetto e lo scarso rispetto della proposta innovativa da parte degli interlocutori del PD, al limite con la malafede, perché non si può non vedere quanto di nuovo stavamo proponendo, non posso certo rimproverare loro il fatto che non siamo stati capaci di unire le nostre forze con altri soggetti che, nella pratica, portavano avanti le medesime battaglie. Ma di cosa ha parlato il PD in campagna elettorale? - Centrosinistra per Ignesti: intanto mi piacerebbe capire su cosa si è basata la coalizione con il Partito socialista e con SEL, al di là delle pressioni dirette sugli elettori, condotte da alcunimilitanti. Questa mia affermazione risulta evidentemente polemica, ma, per correttezza, sarebbe stato opportuno dichiarare quali erano le piattaforme di convergenza tra soggetti politici così strutturati: niente di tutto ciò, mentre invece si sono portate "all'incasso" le singole preferenze dei rappresentanti di questi gruppi. Sia chiaro, tutto lecito, ognuno ha il diritto di far convergere i voti dove gli pare, ma quando si concorre ad un progetto di Amministrazione, corretto sarebbe esplicitare il perché e su che cosa si converge. Scendendo nel merito del programma elettorale, si scopre (e non lo dico soltanto io, vista la richiesta di chiarimento portata avanti da Alessandra Alleva, candidatadi LiberaMente a sinistra, durante l'incontro pubblico al Circolo MCL di San Piero e, ancor più dall'articolo sul Galletto di Giuseppe Marrani) che lo stesso risultalacunoso, incapace di soffermarsi sui singoli problemi, stracolmo di refusi, vuoto dal punto di vista delle proposte. Il rispetto per gli elettori, a mio avviso, impone un altro tipo di comunicazione. Ma quando si è certi di vincere, forse, ci si dimentica di queste piccole attenzioni. E, in fondo, gli stessi elettori sembrano disinteressarsi di ciò. Hanno evidentemente ragione loro. Non affrontare i problemi e gettare discredito sugli interlocutori risulta più efficace, dal punto di vista elettorale. Siamo arrivati al paradosso dell'invito rivolto dal Presidente della Pianvallico Spa a prenderci le informazioni che lui detiene nella sede della stessa società, quando non solo la correttezza ma anche la buona creanza avrebbe voluto che simili informazioni fossero restituite alla cittadinanza da parte delle Amministrazioni che di detta società sono titolari, a maggior ragione dal momento in cui la partecipazione pubblicaè totale: ad oggi infatti la società per azioni Pianvallico è completamente di proprietà dei comuni di Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo e dell'Unione dei Comuni. Proprietà che vede ente controllore edsoggetto controllato pericolosamente sovrapposti e che, in virtù dell’evidente conflitto d'interessi, richiederebbe una trasparenza estrema. Ma se ne vogliamo capire qualcosa, ci tocca andare a prenderci le informazioni, con tanto di sberleffo nel momento in cui ci sentiamo dire che la società è di proprietà di tutti, compreso delle opposizioni. Ma, evidentemente, hanno ragione loro. Nella vulgata, le percentuali con cui il PD ha vinto a Scarperia e San Piero, sono definite "bulgare". Si fa riferimento a modalità di raccolta di consenso non propriamente democratiche. Ma non ho intenzione di mettere minimamente in discussione la correttezza della competizione elettorale e, come affermato sopra, a fronte di simili risultati non c'è possibilità alcuna di recriminazione. Ho voluto solamente, e credo di averne diritto, svolgere un'analisi della nostra sconfitta. Quando si perde si deve capire perché, quali sono gli errori. La domanda resta inevasa: forse non ho strumenti per valutare le cause. Non posso nemmeno addossare la responsabilità di tutto ciò agli elettori, anche se, mi sarebbe davvero utile comprendere quali sono le ragioni per le quali si appone una croce su un simbolo anziché su un altro. Ma ognuno ha il diritto di scegliere chi gli pare. E non deve nemmeno darne motivazione. Ritornando alle percentuali bulgare, ottenute da una lista sedicente di centrosinistra, e riconoscendone la schiacciante vittoria, non mi resta che auspicare che, battaglie storicamente riconducibili alla sinistra, siano condotte con rispetto e con attenzione. Mi riferisco alle politiche del lavoro, relative ai progetti di insediamento produttivo portate avanti nel nuovo PIP di Petrona e nella zona industriale di Pianvallico, alle politiche ambientali, dove il rispetto del territorio si dovrebbe concretizzare con la lotta all'inquinamento, la gestione consapevole e trasparente delle discariche, il rispetto del risultato del referendum sull'acqua pubblica, una politica di smaltimento dei rifiuti più allineata a quelle che sono le direttive europee e regionali. Mi riferisco infine all'utilizzo di denari pubblici su progetti che vedono il recupero del patrimonio immobiliare pubblico e la valorizzazione di quelle che sono le risorse caratterizzanti il nostro territorio, quali i beni culturali e le attività di promozione del turismo. Non ero candidato e non sarò in Consiglio Comunale, supporterò i miei Consiglieri come esterno e cercherò di comprendere il perché della nostra incapacità a renderci maggiormente visibili nelle nostre battaglie. Cercheremo di essere vicari di quella comunicazione e trasparenza che la passata Amministrazione si è dimenticata di sostenere, anche se, evidentemente, hanno avuto ragione loro. Un'ultima riga, per chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a qui: grazie a Luca Parrini, che si è messo in gioco, con passione e sue personali risorse: è stato ed è un ottimo riferimento per il nostro progetto. E grazie anche a Paolino Messa, che ha avuto la capacità e l'intelligenza per fare un passo indietro rispetto ai suoi interessi di parte e con il quale, pur permanendo delle distanze ideologiche insormontabili, è stato possibile convergere su una piattaforma politica dialettica e scevra da implicazioni partitiche, nel solo interesse della nostra comunità. In questa esperienza ho conosciuto belle persone che avrebbero meritato di più. Continueremo con questo spirito, perché la passione e l'amore per le cose giuste non trova ostacoli nemmeno quando, come adesso, non ti vengono riconosciuti. 27 maggio 2014 Simone Peruzzi



Paolo Papucci
Simone Peruzzi, bella analisi. Io sono un candidato (eletto) a Barberino di Mugello nella Lista Civica Per Barberino. Le stesse cose le potremmo riportare nel nostro comune. Un saluto Paolo Papucci Per Barberino