Lettera aperta © Aaron Burden. Copyright-Free Image
A seguire pubblichiamo una stimolante analisi di Marco Nardini che invita alla riflessione su quale direzione dovrebbe prendere l'essere di sinistra nel contesto attuale:
Come molti in questo periodo anch'io cerco di individuare i caratteri dell'essere di sinistra oggi. Ho trovato uno spunto interessante nel rileggere Dialettica dell'illuminismo.
E' ormai evidente che l'alienazione (in senso marxiano) non sta nell'organizzazione capitalistica del lavoro. Ed è di conseguenza evidente che la lotta di classe, come concepita non tanto da Marx quanto dai marxisti a cavallo dei secoli 19° e 20°, non ha prodotto quel buono delle aspettative che essi avevano.
E' però di contro evidente la decadenza delle relazioni sociali.
Il Circolo di Vienna, e in particolare Adorno e Horkheimer, individuarono la causa di questa decadenza nell'affermarsi del carattere illuministico del pensiero, della Ragione, finanche dall'epoca in cui la Ragione soppiantò il Mito.
Il volgersi così tanto indietro può apparire eccessivo, dispersivo. Volgersi indietro può però aiutare a intravedere, se non una soluzione, almeno un percorso adeguato al non aggravarsi della decadenza, così come suggerisce Benjamin (anch'esso vicino al Circolo di Vienna) nel suo Angelus Novus: guardare indietro per andare avanti.
L'angelo della storia non può farci vedere cosa dovrà essere ma può farci vedere cosa non dovrà essere.
Costruire il futuro sul cosa il futuro non deve essere.
Montale ci ha detto "Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, ... Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo". Ci ha lasciato un messaggio illuminante per la cultura contemporanea. Il tono del messaggio è però pessimistico. Si tratta oggi di mantenerne il contenuto ma di volgerne il tono in senso ottimistico.
La sinistra dovrebbe quindi esprimere i propri valori (strutturali) e le proprie priorità (congiunturali) analizzando la storica e progettando il futuro con ottimismo determinazione relativa (non assoluta), tenendo concettualmente e programmaticamente separato l'aspetto ideale (i valori) dall'aspetto reale/pragmatico (le priorità).


