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Movimento Aurora - No alla Multiutility Toscana - La conferma dalla Corte dei Conti

Gli enti locali non possono cedere beni demaniali a soggetti terzi.

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Acquedotto Acquedotto © Pixabay
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A fine gennaio il Movimento si era schierato contrario alla Multiutility toscana, una causa che da tempo il gruppo “Serravalle Civica” di Serravalle Pistoiese, capeggiato da Elena Bardelli, portava avanti con determinazione. Bardelli aveva più volte sottolineato una procedura, nel suo porsi in essere, poco chiara. L’adesione da parte dei comuni al progetto avrebbe prima di tutto comportato una perdita economica.

La quotazione in borsa dei servizi idrici, inoltre, avrebbe risposto alla logica del profitto mentre l'acqua  è un bene pubblico. In ultimo, i cittadini erano stati esclusi dal processo decisionale ed i provvedimenti relativi agli atti costitutivi della holding erano passati in tutta fretta nei consigli comunali senza dar modo ai consiglieri di capire bene di cosa si trattasse ed ai comuni di confrontarsi fra loro. 

Adesso - commenta il Presidente Busetto- con la deliberazione n. 159 della Sezione Regionale di Controllo per la Toscana della Corte dei Conti, che conferma che gli enti locali non possono cedere beni demaniali a soggetti terzi ma soltanto, eventualmente, a società a capitale interamente pubblico, si apre una spinosa questione per tutti quei comuni che si sono espressi a favore dell’operazione. Il capitale pubblico è incedibile e la fusione fra pubblico e privato può esistere solo nel caso in cui la titolarità delle reti resti assicurata ai comuni.

Il Presidente e il Segretario di Aurora esprimono grande soddisfazione: la quotazione in borsa dei servizi comunali essenziali avrebbe creato un precedente che apriva a pericolose derive sull' argomento.

Siamo contrari- concludono la nota Busetto e Bardelli -alla cessione dei beni pubblici a società private che rincorrono il profitto anziché privilegiare la gestione sociale.

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