Immagine panoramica inedita di Campestri dopo pochi giorni del terremoto del 1919. Una tenda della Croce Rossa Italiana innalzata accanto al secolare Cipresso. © Foto e archivio A. Giovannini
“Per sapere dov’è quel luogo - scrive un lettore dopo aver letto molti commenti sull’alberatura davanti alla Villa La Quiete a San Cresci in Valcava - basta avere l’intelligenza e la lungimiranza di leggere l’articolo, altrimenti si dice dieci nomi e non se ne azzecca uno”.
Dunque, dopo aver lasciato San Cresci in Valcava, in mezzo a fitti boschi, case coloniche e casali antichi e dopo aver oltrepassato la splendida villa rinascimentale denominata “Istieto” già dei nobili Mancini e addirittura dei Gordigiani-Mendelssohn, da poco ottimamente restaurata, si giunge ad Arliano sul suolo comunale di Vicchio, e successivamente alla piccola chiesetta di San Romolo a Campestri, a poche decine di metri dall’altrettanto monumentale villa rinascimentale di Campestri, per secoli di proprietà della nobil famiglia Roti-Michelozzi ed attualmente dell’amico Paolo Pasquali.
La chiesetta del leggendario don Vito Cerchiai, dedicata a San Romolo, risalente addirittura al 1318, è ormai fatiscente ed abbandonata da molti anni e il suo interno è diventato un magazzino di rimessaggio. In un muretto antistante la chiesa si nota un bassorilievo in ceramica policroma raffigurante un angelo, posto nel 1951. E’ senza dubbio delle Fornaci Chini: un piccolo capolavoro abbandonato.
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A sinistra ecco l’incredibile cipresso detto di “Sant’Antonio”, uno degli alberi più vetusti del Mugello, (anche il Brocchi lo cita nel 1748, all’epoca del parroco don Giuseppe Maria Dolci di Barberino), piantato, secondo la tradizione dal Vescovo di Firenze Sant’Antonino nel 1457 durante una visita pastorale a Campestri. Senza ombra di dubbio,come scrive Giorgio Batini nel libro “Gli alberi della Fede in Toscana” da essere considerato il “patriarca “ degli alberi del Mugello.
Oggi non lo vediamo come in certe immagini d’inizio ‘900 dell’avv. Giuseppe Ungania, la chioma a metà alberatura fu mutilata nel 1943, dai genieri tedeschi durante la seconda guerra mondiale, per piazzarvi la mitragliera contro i partigiani e i soldati alleati. Anche se invalido di…guerra, il cipresso spande ancora l’ombra a fianco della chiesa a ricordo di quel viaggio di cinquecento anni orsono, quando Firenze era la capitale del Mondo e l’America non era ancora stata scoperta. Piccole grandi storie della nostra terra con i suoi secolare alberi. Dopo Senni, Montazzi, San Cresci e Campestri il nostro viaggio prosegue per il Bosco ai Frati. Alla prossima.


