OK!Firenze

Minacce alla nostra giornalista. Solidarietà dall'Ordine e dalla stampa toscana

Non ci fermeremo, continueremo a raccontare la verità ed i fatti

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La svastica disegnata davanti a casa della famiglia ebraica La svastica disegnata davanti a casa della famiglia ebraica © Facebook Dario Nardella
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Il mondo del giornalismo sta testimoniando la sua solidarietà ad una nostra redattrice che è stata minacciata di morte sui social dopo aver pubblicato un articolo sul brutto episodio di antisemitismo accaduto a Firenze (una svastica disegnata davanti alla casa di una famiglia ebraica, clicca qui).

Un episodio gravissimo, per il quale si è mobilitato anche l'Ordine dei Giornalisti della Toscana, che spiega di aver comunicato al Prefetto per, riportano anche le agenzie di stampa, chiedere un deciso intervento delle autorità per "impedire il diffondersi di pericolosi comportamenti che mettono a rischio la libertà di informazione nel nostro paese".

Ringraziamo quindi l'Ordine dei Giornalisti per la 'piena solidarietà' espressa alla nostra giornalista e a tutti i membri della redazione. Ordine che ricorda anche gli spiacevoli casi di minacce e insulti che si sono verificati nei mesi scorsi a Firenze, Livorno e Pisa.

Solidarietà dell'Ordine che è stata rilanciata da una pluralità di testate e di agenzie di stampa (fra queste Ansa, Adnkronos, Gonews e molti altri), che non possiamo non ringraziare.

Fino a qui la cronaca di questa brutta, brutta vicenda. Come direttore delle testate del gruppo OK!News24 (OK!Mugello, OK!Firenze e OK!Valdisieve) voglio però rimarcare (insieme alla, scontata e assoluta, solidarietà per la nostra giornalista) la gravità di quanto accaduto, e lo smodato (e sbagliato) uso dei social (sempre più diffuso).

Non ci fermeremo, certo, per le minacce di chi pensa di potersi nascondere dietro una tastiera. Continueremo a fare il nostro lavoro, a raccontare i fatti e la vita di ogni giorno. E non importa chi sia la giornalista in questione. Lo siamo tutti. Tutta la redazione e tutti i giornalisti.

A questo proposito la società editrice Sindimedia ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica per tutelare la giornalista e la nostra testata. Un monito, questo, a chi crede che sui social sia tutto lecito e che si dovrà prendere le proprie responsabilità.


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