
Orgoglio e pregiudizio.
La recente vicenda della scomparsa del piccolo Nicola nella località Campanara di Palazzuolo sul Senio, conclusasi per fortuna nel migliore dei modi, ha messo in evidenza due aspetti sui quali è forse utile una riflessione. La prima riguarda l’orgoglio dell’appartenenza. Il Mugello è una comunità che ha saputo, anche in questo caso, mettere in luce la parte migliore di se attraverso lo slancio generoso di uomini e donne che si sono mobilitati a tutti i livelli, istituzionali e sociali, per sostenere la famiglia e contribuire concretamente nelle ricerche. Non è stato un agire scontato, in altre realtà non sempre accade con tale partecipazione. Per questo il Mugello, terra da sempre solidale, può davvero essere orgoglioso della sua gente e le istituzioni territoriali, fiere dell’efficienza di ogni singolo uomo e donna che ne fa parte.
Dopo l’orgoglio una riflessione s’impone sul pregiudizio. Sul caso in questione abbiamo assistito - su social, tv e stampa - a una imbarazzante corsa al sospetto. L’interrogativo è sempre legittimo, il sospetto ingiustificato mai. “Se lo avevano messo a dormire, come mai lo hanno ritrovato con le scarpe ai piedi?” “Se è stato nei boschi per due notti come mai aveva le scarpe pulite?” “Come ha fatto ad aprire la maniglia della porta?” Dubbi apparentemente plausibili che celano un paludoso retro pensiero, l’affermazione di una cultura del sospetto alimentata dal pregiudizio. "Non sono credibili e nel migliore dei casi sono genitori incoscienti." Sintesi di un pregiudizio, per fortuna minoritario, dovuto al modus vivendi della coppia, espressione di un perbenismo ottocentesco che non vede di buon occhio la mancata omologazione allo stile di vita di noi persone “normali”. La “diversità” ancora una volta genera pregiudizio e il pregiudizio affonda le sue radici nella superficialità e nell’ignoranza. Il sospetto non sempre è l’anticamera della verità e non lo è mai quando è frutto della disinformazione e della mancanza di indipendenza di pensiero. Il passo fra sospetto, calunnia e gogna è breve e le conseguenze a volte drammatiche. Ce lo insegna la cronaca e la storia e tenerlo bene in mente non sarebbe affatto un cattivo esercizio di memoria e di umanità.
Lettera firmata