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E' Natale. Gli auguri di OK!Mugello con la riflessione di Alfredo Altieri

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E' Natale. Gli auguri di OK!Mugello con la riflessione di Alfredo Altieri E' Natale. Gli auguri di OK!Mugello con la riflessione di Alfredo Altieri © n.c.
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Nessuna festa come il Natale coinvolge la cristianità con la sua atmosfera magica e il suo fascino, nonostante il consumismo stia distruggendo, in parte, il significato vero di questo evento. Questa festa ci ricorda la nascita di Gesù, che nella cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre in quella orientale viene celebrata il 6 gennaio. La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C. Con molte incertezze. Ma al di là del significato storico e del ricordo di un Salvatore venuto sulla terra duemila anni fa, questa festa continua a coinvolgere perché ha radici profonde che rievocano dimensioni dimenticate e parla un linguaggio del quale abbiamo smarrito l'alfabeto, ma che la nostra anima conserva ancora qualche eco. E in questo senso il Natale non appartiene soltanto alla cristianità, ma a tutti gli uomini, perché ha un significato universale. Nella narrazione della nascita ci sono “segni” che colpiscono, come ad esempio la mangiatoia: L'angelo, infatti, dice ai pastori che il Bambino giace avvolto in fasce in una mangiatoria. Sappiamo che per mangiatoia si indicava una cavità ricavata nella roccia per deporvi il cibo, non solo per gli animali, ma anche per i pastori. Quel Bambino deposto nella mangiatoia diventa quindi cibo, cibo spirituale, pane di vita; come dire che quando ognuno di noi si riconoscerà pane e lo diventerà per l'altro, anche la terra si trasformerà nella “casa del pane” e diverrà villaggio comune. Un altro “segno” importante è dato dai pastori, i primi uomini chiamati a partecipare al mistero della grotta ed è come dire, che per avvertire la presenza del mistero divino e per coglierne la voce, occorre avere un cuore fresco e puro, pronto con un atto di fede spontaneo ad accogliere l'Annunciazione. Il pastore non ha la mente ingombrata da sovrastrutture intellettuali e da preconcetti culturali. Perciò sono gli umili e gli emarginati, e i pastori erano quasi reietti nella società del tempo, che vengono scelti per ogni rivelazione, perché l'occhio può vedere solo in virtù del cuore. Un'altra presenza particolare nell'ambito del Mistero è data dal bue e l'asinello. Il Vangelo non parla di animali vicini alla mangiatoria di Betlhem. La presenza del bue e dell'asino presso la culla di Gesù è nel vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo (14,1): “Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù, Maria uscì dalla grotta e entrò nella stalla, depose il bambino in una mangiatoia ove il bue e l'asino l'adorarono”. Da questo passo ha avuto origine la convinzione che nella grotta di Betlhem fossero presenti il bue e l'asinello. Così nel Natale del 1223 San Francesco lo evidenziò plasticamente nel suo primo presepe realizzato a Greggio. Mi piace riportare uno stralcio tratto da un racconto di un amico scomparso ormai da tanti anni, il professor Vittorio Messeri: “...sentirsi parte del Presepio, anche per un solo minuto; chissà se sarà troppo poco modesto o addirittura illecito, chissà se sarà solo un sogno che ricorre annualmente nel mio cuore di bambino invecchiato, oppure sia una sensazione che si rinnova ogni volta che giunge Natale, la sensazione che rende coscienti che davvero noi tutti facciamo parte di un Presepe in continuo movimento, per le strade più irte e scoscese, verso quel chiarore laggiù, verse quel chiarore che non deluderà, pieni di stupore, ma anche di Speranza”. L'augurio è quello di ripensare al Natale come un'occasione per riflettere per poi poter affrontare le tante prove e avversità giornaliere, se possibile, con uno spirito diverso. Buon Natale! Alfredo Altieri

 

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