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"Nel folto della macchia" raccontato da Luca Tagliaferri. Storie di cacciatori e di cani

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Nel folto della macchia raccontato da Luca Tagliaferri. Storie di cacciatori e di cani Nel folto della macchia raccontato da Luca Tagliaferri. Storie di cacciatori e di cani © n.c.
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Sabato 28 Novembre 2015 è stato presentato a Luco di Mugello il libro “Nel Folto della Macchia” di Luca Tagliaferri. Una presentazione molto seguita dai tanti interessati che hanno affollati i locali del locale Circolo MCL . Un libro che racconta le avventure dell’autore e dei suoi cani da caccia in oltre trenta anni di attività venatoria: cani, personaggi, storie , piccoli episodi fra tristezza e soddisfazione.  A seguire pubblichiamo la lettera che Luca Tagliaferri invia come ringraziamento ai suoi compagni di avventura ed a tutti gli intervenuti alla presentazione del libro.

Già da un po di tempo mi frullava in testa l'idea di scrivere un libro sulle avventure di caccia che mi hanno coinvolto in questi quaranta anni di attività venatoria.

Quaranta anni, quasi una vita, i primi trascorsi a rincorrere fagiani o beccacce, poi a rincorrere cinghiali.

Una passione che in certi momenti è sfociata in ossessione, e ora che mi sono un po' disintossicato mi rendo conto che ho spesso esagerato.

Per un lungo periodo di tempo, ho anteposto la caccia e le attività della squadra del cinghiale, alla famiglia e agli affetti compromettendo in qualche modo questi rapporti fondamentali.

In queste avventure sono stati sempre presenti i cani, per i quali ho smisurata passione e massimo  rispetto ;  ho dedicato  loro molto, moltissimo tempo .

I cani sono i protagonisti principali di questo libro.

Non me ne vogliano gli amici, i compagni, i familiari, ma mentre noi umani abbiamo capacità di discernimento, abbiamo capacità di risolvere problemi, abbiamo attenzioni da parte di tutti ed abbiamo sempre qualcuno che ci aiuta, il cane se non ben custodito o peggio, maltrattato o abbandonato va incontro ad una brutta fine.

E non lo merita perchè il cane è un animale a cui dobbiamo  le nostre attenzioni per la sua intelligenza, per la sua fedeltà per i servigi che rende all'umanità in molti campi, dalla caccia fino alla protezione civile. Per non  dire di persone che, sole, hanno come unica compagnia e consolazione un cane.

Quindi nel libro ci sono storie e avventure di cani che  mi sono stati fedeli, che mi hanno supportato nella caccia del cinghiale, alcuni sono ancora vivi e mi allietano della loro compagnia quando andiamo nel bosco. In questi episodi potranno ravvisarsi tutti i cacciatori di cinghiale che hanno addestrato cani per questa caccia e soffriranno o gioiranno per gli accadimenti.

Ma sarebbe stato riduttivo e ingiusto parlare solo di loro; infatti nel libro si racconta anche di persone che hanno fatto la storia dello Zampetto la nostra squadra di caccia  di Grezzano e Luco della quale si narrano le vicissitudini e le attività .

Non poteva essere altrimenti e nello scritto, le mie avventure e quelle dei cani si intrecciano continuamente con gli episodi caratterizzati dalla presenza di personaggi   con i quali abbiamo condiviso gioie e dolori per circa trenta anni.

Chiedo fin d'ora scusa per le inesattezze o le imprecisioni che potranno essere riscontrate , ho cercato di raccontare fedelmente gli episodi che mi sono accaduti ma non è detto che sempre ci sia riuscito. I miei ricordi sicuramente non coincideranno  perfettamente con quelli di chi, coinvolto negli episodi, li legge.

La qualità di molte fotografie che corredano il testo, non è ottimale perchè risalgono a decenni e nel lavoro di scannerizzazione e stampa  i difetti appaiono evidenti.

Ma cio' che conta è la testimonianza di un piccolo mondo, qui da noi molto diffuso. Le squadre di caccia del cinghiale sono numerose ed hanno strutture e regole scritte e non scritte che le fanno funzionare. Una forma associativa e solidale  di convivenza .

E' oltremodo una modalità di caccia dove per ottenere risultati in termini di carniere  è necessario che tutti facciano la loro parte ponendo da parte gli egoismi e gli individualismi.

Noi come squadra e come associazione abbiamo anche fatto del volontariato e della beneficenza: per alcuni anni con la lotteria di Ferragosto abbiamo finanziato la Missione di Don Poggiali in Costa D'Avorio oltre che aver ristrutturato a nostre spese due stabili comunali, quindi di pubblica proprietà che altrimenti sarebbero stati abbandonati .

Col passare del tempo scandito dalle stagioni di caccia, nella miriade di episodi  che sono accaduti, in mezzo alle soddisfazioni di possedere cani a volte straordinari, in mezzo alle condivisioni di episodi felici, feste, sagre, cene conviviali e  purtroppo anche lutti   di compagni di caccia , si sono inseriti episodi infausti che hanno determinato la scomparsa prematura di qualcuno dei miei compagni pelosi.

In questo senso ho avuto una evoluzione al contrario perchè invece di abituarmi alla loro dipartita, ogni nuovo episodio risultato fatale per il cane, anche se raro, ha determinato uno stato d'animo insopportabile che mi ha portato a  maturare la decisione di non allevare  e addestrare   più, cani per la caccia del cinghiale.

Una decisione non facile, dopo un paio d'anni di limbo durante i quali i miei sentimenti e i relativi comportamenti, sono stati altalenanti. E' stata una dura battaglia fra la mia coscienza e la passione per questa caccia che ha trovato finalmente soluzione.

La mia permanenza nella squadra ci sarà comunque anche se in maniera piu' marginale. Aiutero' volentieri coloro che hanno deciso di intraprendere l'avventura di addestratori di cane da cinghiale. Non faro' mancare il mio piccolo  contributo, confidando che nuove forze e nuove idee sostituiranno nei lavori queste braccia mancanti.

Lascio questo libro a futura memoria e testimonianza ed auguro a tutti  voi una buona lettura.

Luca Tagliaferri

 

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