“A San Donnino occorre ripristinare subito sicurezza e legalità: se eletto sindaco mi attiverò immediatamente, anche ricorrendo a precise ordinanze, per impedire che perduri l’accoglienza delle famiglie rom, del vecchio campo del Poderaccio di Firenze, presso l'istituto delle Suore Minime del Sacro Cuore di Poggio a Caiano presente in via San Donnino, proprio davanti alla parrocchia che tanti problemi sta creando. Anche lunedì vi è stata una vera e propria sassaiola e non potremo più tollerare che continui questo stato di cose”.
È risoluto Paolo Gandola, candidato sindaco sostenuto da Impegno Vero, Lega, Forza Italia, Udc, Popolo della Famiglia, Cambiare si può, Noi Moderati e Partito liberale italiano.
“Nell’agosto del 2020, ricorda il candidato sindaco del centrodestra, quando ancora sedevo sui banchi dell’opposizione intervenni subito per contestare l’arrivo delle famiglie del campo Rom del Poderaccio, in via di dismissione, a San Donnino.
Si è trattato dell’ennesimo fatto inaccettabile avvenuto alle spalle della comunità campigiana che nessuno dell’amministrazione ha voluto debitamente informare.
Sul momento ci fu detto che l’accoglienza doveva durare 6 mesi, ed invece, come era ovvio, quelle famiglie sono ancora lì, dopo quasi 3 anni.
I residenti hanno paura e vanno a riprendere con l’auto i bambini che escono dal catechismo o dalle altre attività parrocchiali, si assiste quotidianamente a scorribande e vere e proprie risse ed anche lunedì scorso alcuni di loro hanno importunato una ragazza dando vita ad una vera e propria sassaiola quando il padre, che si trovava al bar vicino, è intervenuto prontamente.
Così non si può più andare avanti, continua Gandola, il grande Istituto di via San Donnino da tempo è gestito dalla società della salute che l’ha dato in gestione ad una cooperativa sociale. Da mesi i suoi inquilini hanno messo a soqquadro la frazione di San Donnino stravolgendo la qualità della vita dei residenti. Ancora una volta Campi Bisenzio e soprattutto le sue frazioni sono state considerate zone dove collocare funzioni e servizi scomodi che impensieriscono la comunità locale già oberata da mille problemi e disservizi.
Per quanto ci riguarda, visto i problemi causati, quell'accoglienza all’interno di quell’immobile, non può più proseguire ed agiremo di conseguenza, con precise ordinanze, di concerto con le autorità di competenza, per riportare nella frazione vivibilità e legalità”.