In una nota che pubblichiamo sotto, l’ex-sindaco di Firenzuola Claudio Scarpelli interviene con alcune osservazioni critiche, ed anche con una proposta, in merito al nuovo Piano regionale dei Rifiuti.
Lo scorso 27 settembre la Regione Toscana ha adottato il Piano Rifiuti o meglio definito “Piano Regionale dell’economia circolare. ”Dalle quasi 1.500 pagine del piano si evincono alcuni punti fondamentali:
1. L’economia circolare è alla base delle scelte di programmazione;
2. Ogni ATO dovrà gestire il proprio ciclo ed in ATO Toscana Centro (Firenze – Prato – Pistoia) non è previsto nessun nuovo termovalorizzatore;
3. La Regione non individua nessun sito per nuovi impianti, ma lascia ai singoli ATO, in accordo con i rispettivi Comuni, la scelta dove ubicare i nuovi impianti di trattamento rifiuti.
Alcune brevi considerazioni sui punti elencati:
1. si definisce ECONOMIA CIRCOLARE, nel ciclo rifiuti, tutte quelle pratiche volte ad incentivare la produzione di beni che necessitano, durante il processo industriale, di minori consumi di materie prime, che durino nel tempo e vengano utilizzati il più a lungo possibile (il contrario dell’usa e getta) e che, una volta finito il loro ciclo di vita, possano essere raccolti e RECUPERATI in modo da creare nuovi oggetti o valore energetico, limitando al minimo lo smaltimento in discarica;
2. spetta all’industria e alla distribuzione produrre beni che utilizzino meno materie prime e che durino maggiormente nel tempo, mentre agli enti pubblici l’onere di raccogliere, recuperare e smaltire i beni diventati rifiuto; facendo l’esempio delle materie plastiche, oggi per ogni 100 Kg. raccolti in modi differenziato (porta a porta, campane, isole ecologiche) il 43% viene recuperato e torna a nuova vita, il 67% va al termovalorizzatore come recupero energetico per produrre energia elettrica e calore. Si capisce bene che in mancanza di un termovalorizzatore che consenta la chiusura del cerchio dell’economia circolare con il “recupero energetico” fatto in casa, i comuni Fiorentini saranno costretti ad esportare, pagando cifre esose, tutto questa materia, arricchendo altri territori e consentendo loro di utilizzare l’energia elettrica ed il calore prodotto dal “nostro combustibile”…. Grandi, anzi grandissimi.
3. pur cambiandoli il nome in impianti di economia circolare, sempre strutture per il trattamento rifiuti si tratta, pertanto senza una programmazione centralizzata Regionale, ritengo sarà molto difficile addivenire alla loro realizzazione.
In sintesi, bene tutte quelle pratiche che spingono verso l’economia circolare, ma se non hai il coraggio di costruire un termovalorizzatore, così come nel Nord Italia ed in tutta Europa, indispensabile per chiudere il cerchio e creare valore aggiunto, sarai costretto ad esportare a caro prezzo tutta questa materia, e la tanto annunciata “circolarità” graverà esclusivamente sui cittadini con ulteriori pesanti aumenti delle bollette, e questo dovrà per forza essere affrontato dai vari candidati Sindaco che tra 7/8 mesi si presenteranno alla tornata elettorale.
CittadinoAttento
Osservazione finale ineccepibile. Il termovalorizzatore è un caposaldo ineludibile della gestione dei rifiuti. Chi lo nega si pone al di fuori delle leggi della meccanica e della fisica classica. Ci sono enormi quantità di materiale inesorabilmente non recuperabile che ha come valore residuo solo un potere calorifico inferiore usabile. Negare il termovalorizzatore è una scelta miope se non anche suicida.