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Parigi, pensieri di Baldanzi e Don Giuliano Landini. Parliamone di domenica

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Parigi, pensieri di Baldanzi e Don Giuliano Landini. Parliamone di domenica Parigi, pensieri di Baldanzi e Don Giuliano Landini. Parliamone di domenica
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La scrittrice mugellana e il pievano di Vicchio hanno accettato di scrivere contributi e riflessioni per OK!Mugello. Sconcertati, come tutti, dagli attentati di Parigi di venerdì sera abbiamo deciso di dedicare alla riflessione questo nostro piccolo spazio settimanale. Lo abbiamo fatto ospitando questi importanti contributi mugellani. Il primo (cattolico) è quello di Don Giuliano Landini, parroco di Vicchio e a lungo Vicario Foraneo per il Mugello; il secondo (laico) è quello della nota scrittrice mugellana Simona Baldanzi. La redazione ringrazia entrambi.

Don Giuliano Landini  Cosa dire riguardo ai fatti accaduti a Parigi? Prevale il dolore, lo sgomento, sicuramente anche la rabbia, per le vittime innocenti di quella che il Papa ha definito una terza guerra mondiale a pezzi. La modalità in cui l'Isis agisce è davvero come una grande bomba a frammentazione, una frammentazione in luoghi e tempi diversi, non prevedibili, non scontati; ciò che è più drammatico è che adesso crescerà l'insicurezza e tutto diventerà più complicato. Mi domando cosa si è sbagliato? Questa triste circostanza chiede alle religioni, ma soprattutto alla politica, riflessioni concrete e decisioni operative che salvaguardino non a parole, ma con i fatti il diritto all'esistenza e a ricostruire ciò che la storia europea talvolta ha emarginato e demolito; se pur distinte certe distanze dovrebbero essere più ravvicinate perchè adesso abbiamo bisogno tutti di maggior unità e coesione (ma questo sono consapevole è un discorso difficile e lungo). Forse si è divisa troppo la fede dalla ragione, la religione dalla politica, o forse si è troppo data l'importanza alla libertà come conquista umana invece di accertarne la sua natura più alta. Così come per l'uguaglianza scambiata per la sola condizione sociale e infine parliamo di ciò che rimane più assente, la fraternità, che non consiste nel semplice e quieto stare insieme, ma nell'edificazione di autentiche relazioni globali. La guerra adesso è chiaramente mirata a colpire il modello occidentale nel suo insieme. Se qualcuno aveva pensato che la guerra moderna si doveva risolvere con armamenti sempre più tecnologici potrà oggi constatare il proprio errore; la guerra la si fa con il proprio corpo imbottito di esplosivo e il fattore sorpresa. Ci sembrava di dover vivere bene e così, in pace e in tranquillità in una delle città capitale d'Europa ma la risposta dei terroristi dell'Isis è chiara: “con noi non potete stare tranquilli da nessuna parte”. Occorre non lasciare prevalere in noi odio o spirito di vendetta, potremmo rischiare di commettere ulteriori errori; ciò non significa starsene senza far niente, ma dovremmo far prevalere quelle scelte che rispettino la vita e la dignità di tutti coloro con i quali viviamo e congiuntamente verso i nostri governanti, dire di essere persone più responsabili, di lavorare e impegnarsi per ciò che ancora non è stato realizzato invece di rubare, offendere e dequalificare la politica facendola cadere così in basso. Sono dell'idea che si potrà uscire da questa drammatica realtà non con la forza delle armi e neppure con il dialogo perchè l'interlocutore non vuole parlare, ma cercando di compiere il nostro bene sempre e comunque … perchè il bene non traccia strade di sangue ma di autentica umanità. Clicca qui per leggere l'Omelia che Don Giuliano pronuncerà nella Santa Messa di oggi (domenica 15) Simona Baldanzi Oggi parlando al telefono con la mia amica francese Marion del dolore e del terrore che sentivamo per quanto accaduto, ci dicevamo che è lo stesso che provano quotidianamente tanti popoli in tante parti del mondo e che questo ci dovrebbe unire anziché dividere. Ci dicevamo che va disinnescato l'odio, prima di tutto, non dare ossigeno a chi ora reagisce con violenza e razzismo. Lei, che fa la guida in Palazzo Vecchio, mi ha ricordato che quando a Lorenzo il Magnifico fu assassinato il fratello per mano del papato, lui inviò gli artisti ad affrescare la Cappella Sistina: una risposta di bellezza. Bisogna ripartire dalla cultura, dal pensare un mondo globale e non ristretto alla nostra piccola parte e impegnarsi tutti, sentirsi responsabili di ogni cosa che accade come cittadini del mondo, sentirsi parte del cambiamento anche con le nostre misere e singole vite. L'arte, la cultura e la politica, il vivere la polis, dalla nostra piccola comunità fino all'internazionalità con costanza e non con occasionale sdegno.  Credo poi occorra una profonda riflessione sui  sistemi di governo, occidentali e non, fondati su ingiustizie e sfruttamento. Il Pil non tiene conto dei pensieri, dei valori, della qualità dell'aria e dell'acqua e del benessere dei cittadini, ma sale se produciamo e vendiamo armi. Non possiamo più permetterci dei parametri che non tengono conto di come ci sentiamo oggi e che considerano spese inutili gli investimenti che chiediamo come antidoto alla barbarie.

 

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