Mercoledì 18 settembre 2024, la Camera dei Deputati ha approvato a larga maggioranza il “Ddl Sicurezza”, suscitando reazioni preoccupate da parte di diverse forze politiche, movimenti e associazioni. Tra queste, il circolo PD di Vicchio, che ha espresso una dura condanna nei confronti del disegno di legge, considerato un pericoloso passo verso la limitazione delle libertà costituzionali e un aumento della repressione sociale.
Secondo il circolo PD, il disegno di legge introduce un numero spropositato di nuovi reati e inasprimenti delle pene – almeno 20 nuovi reati – e rappresenta un chiaro esempio di “populismo penale”. Tra le misure più discusse vi è la criminalizzazione delle manifestazioni senza preventiva autorizzazione, inclusi scioperi e picchetti di fronte alle scuole, e la possibilità di rischiare fino a 20 anni di carcere per chi protesta in carcere, nei centri di rimpatrio o contro grandi opere come la Tav o il Ponte sullo Stretto. Persino la protesta pacifica potrebbe essere punita con pene fino a 4 anni.
Il disegno di legge colpisce inoltre gli occupanti abusivi che non possono più pagare l’affitto, trasformando il loro comportamento in reato penale, e rende illegale la filiera della cannabis light, mettendo a rischio un settore che dà lavoro a circa 10.000 persone. Non mancano norme relative alla detenzione di armi da parte delle forze dell’ordine e la possibilità di arrestare donne incinte o madri di figli di meno di un anno.
Il circolo PD di Vicchio definisce il decreto un "abominio giuridico", denunciando l’assenza di misure volte a rafforzare la sicurezza reale e a sostenere le famiglie in difficoltà economica, aggravando così il disagio sociale. In particolare, viene sottolineata l'inaccettabilità di norme che limitano la possibilità di manifestare, un diritto che la Costituzione riconosce come inalienabile.
Il PD di Vicchio si schiera dunque al fianco di partiti, movimenti, sindacati e associazioni impegnati nella difesa della democrazia, con l’obiettivo di mobilitarsi affinché il Senato non approvi definitivamente un decreto considerato pericoloso e disumano.