
Quando su riviste, quotidiani, settimanali , cataloghi o addirittura alla TV nazionale, come abbiamo pubblicato sovente volte su OK!Mugello, osserviamo, leggiamo articoli e storie inerenti al Mugello ed a suoi personaggi, ci fa immensamente piacere e con altrettanto piacere facciamo partecipi i nostri lettori. Dunque ecco quello che abbiamo letto in questi ultimi tempi. Antonio Berti e la statua in bronzo di San Francesco Nella splendida rivista mensile “ La Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, (novembre 2016), che stampa duecentocinquantamila copie in tutto il territorio nazionale (è l’organo ufficiale del grandioso ospedale, voluto da Padre Pio da Pietrelcina), alcuni mesi orsono pubblicò una bella biografia del dott. Guglielmo Sanguinetti (scrivemmo un resoconto su OKMugello) il medico borghigiano che nel 1948 lasciò Borgo San Lorenzo ( era medico condotto comunale) per andare a San Giovanni Rotondo per innalzare la Casa Sollievo della Sofferenza. Questa volta la rivista dedica quattro pagine allo scultore mugellano Antonio Berti, sampierino, ( San Piero a Sieve, 1904 – Sesto Fiorentino, 1990), il quale su committenza dello stesso Padre Pio, realizzò una splendida opera in bronzo raffigurante San Francesco. Fu Padre Pio che volle la sua opera fosse una realizzazione francescana espressione dell’amore di Dio e del prossimo. Infatti l’opera del grande maestro Magellano rappresenta San Francesco giovane con le braccia aperte che parla ad uno stormo di uccelli disposto su una grandissima raggiera ovale quasi a raccogliere la gioia e la letizia di tutta la natura che celebra la grandezza del Signore in un abbraccio globale di tutto il mondo. Una splendida e semplice biografia di Antonio Berti, artista, scultore, mugellano. Foto 2. Il prof. Antonio Berti davanti alla sua scultura (anno 1987) ********** L’organo Stefanini 1696 nel “ Il giornale del restauro” Sul Giornale del Restauro - e del recupero dell’arte”, ( 30 novembre 2016) la giornalista Irene Perfetti, si sofferma con un lungo ed esauriente articolo, sul recupero e restauro dell’organo “Stefanini 1696”, che come è noto molto probabilmente l’anno prossimo (2017), troneggerà sulla controfacciata del Santuario del SS. Crocifisso di Borgo San Lorenzo. Il copioso resoconto, fa praticamente la lunga e incredibile storia di questo prezioso e rarissimo strumento del maestro organaro Bartolomeo Stefanini di Lucca, da quindi cioè fu commissionato nel 1696 dalla Badia Fiesolana, per poi essere rubato nel 1808 dalle truppe francesi invasori della Toscana, lasciato in un campo sopra Mulinaccio dopo le quattro strade verso Polcanto in comune di Vaglia, quindi trasportato all’interno del convento di Santa Maria in via della Scala a Firenze ed infine portato nel 1850 all’interno della Pieve romanica di Santa Felicita a Faltona. La storia dei nostri giorni ci ricorda che una volta chiusa la Pieve di Faltona, un comitato, presieduto dalla Prof. Marlisa Cantini, docente di Musica presso l’Istituto Scolastico “Giovanni della Casa” di Borgo San Lorenzo, si è adoprato per staccare l’organo, prima che si deteriorasse del tutto, nel tentativo di recuperarlo e riportarlo alle antiche forme lignee e foniche, collocandolo appunto all’interno del Santuario mugellano. Il giornale pone all’attenzione di questa grande opera culturale, poiché il Mugello in generale e Borgo San Lorenzo in particolare si arricchiranno di un prestigioso organo barocco davvero prezioso e rarissimo. Foto 3. Il frontespizio del Giornale del Restauro e del recupero dell’arte. ************* Il busto di Donatello su La Nazione In occasione di una recensione de La Nazione sulle nomine del nuovo Consiglio d’Amministrazione dell’Opera del Duomo di Firenze (4 dicembre 2016), il quotidiano fiorentino si sofferma poi del grande successo del potenziamento del museo dell’Opera del Duomo con una valanga di visitatori italiani e stranieri. Una delle opere più viste e fotografate è il bellissimo Busto del grande Donatello (raffigurante San Lorenzo) di proprietà privata, acquistato da un grande collezionista statunitense, e messo in mostra al Museo fiorentino. E’ noto ormai (e lo abbiamo ampiamente scritto su OKMugello), quella sublime opera d’arte rinascimentale era di proprietà della Pieve di Borgo San Lorenzo, commissionato allo scultore fiorentino nel 1438 circa dall’allora pievano don Jacopo di Giovanni Ugolini (era canonico di Volterra e poi del Duomo di Firenze), portato via truffaldinalmente verso il 1888 dall’antiquario Bardini, buggerando il pievano dell’epoca Monsignor Vittorio Del Corona (era ammalato colpito da una paralisi), vendendolo poi alla famiglia dei Principi di Liechstein per poi esser messo in mostra al Museo di Vienna, venduto e rivenduto, ed infine messo all’asta da Sotheby’s a Londra, dove appunto fu acquistato dal signor Peter Silvermann. Ormai è andata così; certo se accanto al piccolo Giotto c’era anche Donatello, Borgo San Lorenzo avrebbe avuto due opere di grande prestigio mondiale. Foto 4. L’articolo su La Nazione con raffigurato, nella foto, il Busto di Donatello raffigurante San Lorenzo, per quasi 500 anni custodito nella Pieve di Borgo San Lorenzo.