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Personaggi mugellani (o legati al Mugello). Due storie

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Personaggi mugellani (o legati al Mugello). Due storie Personaggi mugellani (o legati al Mugello). Due storie © n.c.
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In questi giorni personaggi mugellani o legati al Mugello sono stati protagonisti sulla stampa. Ecco due esempi: Dott. Guglielmo Sanguinetti:  Lo scorso 26 giugno 2016, è giunta sul nostro tavolo la splendida rivista mensile intitolata “La Casa Sollievo della Sofferenza”, il grandioso ospedale di San Giovanni Rotondo, ideato e voluto da quella grande figura che è stato Padre Pio da Pietrelcina, santificato da Papa Benedetto XVI° (al secolo Joseph Aloisius Ratzinger; ), dove si legge un ampio servizio in occasione del 60° Anniversario dell’inaugurazione dell’ospedale, fiore all’occhiello della sanità in tutto il territorio nazionale ed europeo. La storia di questa costruzione è molto appassionante, venire cioè a conoscenza di tutto quello che fu il cammino fra fatti, episodi, persone, uomini, lavoratori, semplici operai, manovali, braccianti che con grande fede edificarono questo grandioso complesso ospedaliero in una zona rocciosa, impervia, povera, in cui si trova il piccolo convento dove viveva Padre Pio. Una pagina di questa rivista è dedicata al dott. Guglielmo Sanguinetti, medico chirurgo nativo di Parma, ma che ha operato per tanti anni prima a Ronta di Mugello poi a Borgo San Lorenzo fra la fine degli anni ’20 e la fine degli anni ‘40 del ‘900, prima di partire per sempre a San Giovanni Rotondo. Si legge fra l’altro in questa rivista un piccolo trafiletto: “ – Tra i promotori della casa Sollievo della sofferenza c’è il dott. Guglielmo Sanguinetti. Nato nel 1894 a Parma, trascorse la prima parte della sua vita a fianco della moglie Elena Spilmann, come medico condotto a Borgo San Lorenzo. Ateo, condivide la sua quotidianità con la consorte che invece è molto devota. Nel 1935 accompagna la moglie a San Giovanni Rotondo e quel primo incontro con Padre Pio gli cambierà la vita: le poche parole scambiate con il frate lo convertono e lo avvicinano alla fede. Nel 1946 Sanguinetti lascia la Toscana per trasferirsi con Emilia a San Giovanni Rotondo e mettersi a disposizione di Padre Pio. Saranno anni di grande collaborazione e di un affetto fraterno, che culmineranno proprio con il progetto della casa Sollievo della Sofferenza. Purtroppo Sanguinetti non vedrà mai l’Opera finita. Muore a soli 60 anni, nel 1954, due anni prima dell’inaugurazione dell’Ospedale – “. Il suo busto è nella scalinata centrale della Casa Sollievo della Sofferenza con il suo nome scolpito con caratteri in bronzo. Foto 1: Anno 1952. Il dott. Guglielmo Sanguinetti a destra a braccetto con Padre Pio da Pietrelcina Foto 2: Anno 1953. Un gruppo di medici accanto a Padre Pio. Il primo a destra il dott. Guglielmo Sanguinetti ************ Marco Teglia “Roventino da Panzano” Domenica scorsa 3 luglio 2016, sul quotidiano “Il Corriere Fiorentino”, fascicolo toscano del Corriere della Sera, è stata acquistata da un gruppo di amici una intera pagina così intitolata “ - Ad un mese dalla scomparsa. gli amici ricordano Marco Teglia –“. Ripetiamo una pagina intera, con la sua immagine, fra poesie, mobili e frontespizi di libri da lui scritti. Abbiamo conosciuto Marco Teglia alcuni anni orsono durante un caratteristico convivio a base di “tortelli” e “lonza”, negli ampi ed antichi locali dell’amico Beppe Margheri, titolare di uno dei più rinomati laboratori di antiquariato ubicato alle “Conce”, come lo ricordano i vecchi borghigiani, ritrovo conviviale dicevamo proprio nel giorno della festività di San Giuseppe patrono dei falegnami. Ed infatti il buon Beppe ha sempre voluto al suo desco i falegnami (come lo era suo babbo Lorenzo ed i suoi zii) della zona, sia in attività che in pensione, nel giorno appunto dove il calendario ricorda questi autentici artigiani del legno, ridotti ormai a poche unità. Marco Teglia in arte “Roventino da Panzano”, simpaticissimo soprannome, era ospite fisso di Beppe e non poteva esser diversamente, da come erano amici; finissimo ed abile antiquario, era anche musicista, poeta e scrittore, autore di diversi libri di carattere popolare che hanno avuto sempre immancabilmente un grande successo. Ma la caratteristica di Marco Teglia, dopo il pranzo a base sì di tortelli e lonza, ma surrogato da battute, storielle, poemi, ottave in rima da …stiantare dal ridere, era quella di inforcare la sua fedele chitarra (era anche un bravissimo pianista), iniziando a cantare stornelli popolari e popolani, alcuni inventati da lui stesso seduta stante: uno spasso, una simpatia unica. Ma a parte questa data fissa da Beppe per San Giuseppe insieme agli amici mugellani, Marco Teglia veniva spesso nella nostra terra nel nostro Mugello, poiché ne era innamorato. Un uomo speciale; un caro amico. E i tanti amici che lo hanno avuto vicino al tavolo lo ricorderanno sempre con tanto affetto ed altrettanto rimpianto: Ciao caro Roventino da Panzano, ci mancherai tanto. Foto 1: La pagina intera del Corriere Fiorentino dedicata a Marco Teglia Foto 2: Marco Teglia con la sua chitarra dopo il convivio alle Conce da Beppe Margheri.

 

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