Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Fiesole hanno arrestato un 43enne fiorentino ritenuto responsabile dell’ipotesi di reato di tentata rapina aggravata.
Nel corso di una servizio di pattuglia, i militari sono stati inviati dalla Centrale Operativa del Comando Provinciale presso un’abitazione di Fiesole (FI), Loc. Pian di San Bartolo, perché era giunta una richiesta di intervento da parte di una donna che riferiva che il padre 75enne era stato appena aggredito da un uomo travisato che aveva tentato di rapinarlo e che il soggetto era stato immobilizzato da alcuni vicini accorsi sul posto, allertati dalle loro urla.
Giunti sul posto i militari si recavano nell’orto indicato e constatavano effettivamente la presenza di un soggetto, riconosciuto poiché già noto, immobilizzato da alcune persone che appariva in evidente stato di alterazione psicofisica, tanto da richiedere l’intervento dei sanitari del 118 che lo trasportavano al pronto soccorso dell’ospedale Careggi.
Nel frattempo, ricostruita l’esatta dinamica dei fatti emergeva che, poco prima, mentre il 75enne si trovava nel proprio orto, era stato improvvisamente aggredito da dietro da uno sconosciuto con il volto travisato da un passamontagna, il quale gli puntava al collo un oggetto metallico, poi risultato essere una chiave inglese, chiedendogli di consegnarli il portafogli.
La vittima riferiva quindi che non aveva il portafogli con se poiché si trovava in casa. I due si dirigevano quindi verso l’ingresso dell’abitazione venendo notati dalla moglie della vittima che, impaurita, iniziava ad urlare per richiedere aiuto.
Tali grida venivano udite dai vicini che in pochi istanti accedevano nel giardino della vittima e, trovandosi di fronte quella situazione, dopo una breve colluttazione, bloccavano lo sconosciuto.
Questi, dopo essere stato sedato, all’esito di visita medica che accertava un’intossicazione da alcol e stupefacenti, veniva dimesso e affidato ai militari dell’Arma che, al temine degli atti di rito, su disposizione dell’A.G. lo conducevano presso il domicilio della madre dove rimarrà in regime di arresti domiciliari in atteso degli esiti dell’udienza di convalida.