Paese che vai, pizza surgelata che trovi, anche se prodotta sempre in Italia. È quanto emerge da una ricerca commissionata da un'azienda italiana che produce oltre 65 milioni di pizze surgelate in un anno, il 68% delle quali destinate al mercato straniero. E anche OK!Mugello rilancia i curiosi risultati cui sono giunti ricercatori: «Pur amando tutti, indistintamente, la pizza italiana, tra gli stranieri non manca mai un tocco di personalizzazione legata ai gusti locali» afferma l’amministratore delegato della ditta che ha commissionato la ricerca. «Abbiamo - continua - circa 150 ricette diverse: confezioniamo pizze ad hoc che seguono i gusti del Paese dove saranno venduti, talvolta con risultati che per noi italiani sono un po’ bizzarri –spiega Roncadin–. Ogni Paese ha delle preferenze ben definite persino per la salsa di pomodoro: esistono oltre 100 ricette diverse». Per quanto riguarda la pizza, i tedeschi preferiscono il gusto piccante e i salumi, mentre nel mondo anglosassone la cipolla e l’aglio sono d’obbligo. Negli Stati Uniti, invece, il gusto italiano si impone maggiormente: soprattutto nel settore d’alta gamma ci sono pizze molto vicine alle preferenze italiane, in quanto il desiderio è vivere pienamente l’italian style. Non mancano poi le pizze insolite. Qualche esempio? «Un classico molto amato all’estero è la pizza con peperoni, ananas e pancetta affumicata –afferma –. Piacciono molto anche quella con aglio e formaggio e la “Breakfast”, ossia la pizza con uova, pancetta affumicata e funghi». La digestione non sembra essere un problema per gli stranieri, che gradiscono anche la pizza con ragù condito, anelli di cipolla, peperoni e cipolla, oppure quella con peperoni, mais, pollo condito e formaggi. Senza dimenticare la pizza con cipolla rossa, cipollotto e anatra. Molto apprezzati anche gli ingredienti legati alla tradizione italiana: «Dopo la scoperta del prosciutto crudo e della mozzarella di bufala, adesso, soprattutto tra gli inglesi, va fortissimo la pizza con la ’nduja, il salame piccante calabrese a pasta morbida. Abbiamo come fornitore un produttore di Spilinga, provincia di Vibo Valentia, famoso per essere il paese d’origine della ‘nduja, caratterizzato da un particolare microclima adatto a conferire un gusto unico al salume. I prossimi trend? Potrebbero essere tartufo, funghi porcini, l’uso di diverse varietà di pomodori. Senza dimenticare la crescente attenzione al biologico, al diffondersi dell’alimentazione vegana e vegetariana e all’aumento della richiesta di prodotti gluten free».