Nei giorni scorsi, nell’ambito dei rafforzati servizi di controllo all’interno della Stazione Ferroviaria di Santa Maria Novella, la Polizia di Stato ha fermato e denunciato un giovane, appena maggiorenne, accusato, al momento, di aver messo a segno una truffa a Livorno nei confronti di un uomo di 92 anni.
Durante un controllo in stazione, l’indagato avrebbe subito insospettito gli agenti del Compartimento Polfer Toscana che, di lì a poco, hanno scoperto che nel suo zaino trasportava una cassetta di sicurezza con all’interno anelli, bracciali, orologi, medaglie, monete, collane, portachiavi, spille, gemelli, pendenti, pietre colorate e fedi nuziali.
Il 18enne avrebbe inizialmente provato a convincere i poliziotti che tutti quei gioielli sarebbero appartenuti alla madre; la cosa non ha ovviamente convinto gli investigatori e allo stesso tempo la persona fermata avrebbe tentato durante il controllo di distruggere un biglietto ferroviario per la tratta Livorno - Firenze.
Quest’ultima circostanza ha portato la Polfer a supporre che almeno parte di quella probabile refurtiva potesse provenire proprio dalla costa tirrenica.
L’intuizione è risultata fondata: gli agenti della Polfer, hanno immediatamente accertato che, proprio in quel momento, un 92enne stava denunciando a Livorno di aver subito una truffa molto articolata.
La vittima avrebbe infatti raccontato di essersi imbattuto in un ormai tristemente conosciuto “modus operandi” dei truffatori, ovvero di essere stato contattato telefonicamente da un uomo, presentatosi come appartenente alle Forze di Polizia.
Il fantomatico tutore dell’ordine lo avrebbe quindi informato che il figlio era stato fermato dopo aver provocato un incidente nel quale sarebbe stata coinvolta una donna in stato di gravidanza, al momento sottoposta addirittura ad accertamenti sanitari.
Sempre secondo quanto appreso, il 92enne sarebbe stato poi ricontattato telefonicamente da un secondo uomo che, spacciandosi per l’avvocato della futura mamma coinvolta nel sinistro, lo avrebbe informato della necessità, disposta dal Giudice, di consegnare denaro o preziosi, come garanzia di risarcimento, in favore della sua assistita.
Subito dopo si sarebbe poi presentata come “inviato del Giudice” un giovane che avrebbe preso in consegna la cassettina contenente i suoi preziosi ricordi di una vita, per poi allontanarsi.
Solo dopo un giro di telefonate ai suoi figli, l’anziano avrebbe realizzato di essere caduto in una truffa ben orchestrata precipitandosi dai Carabinieri di zona.
Parte dei gioielli recuperati dalla Polizia di Stato sono stati poi riconosciuti dal 92enne come di sua proprietà.
La persona fermata dalla Polfer in Stazione, che nonostante la giovane età, per gli investigatori avrebbe dimostrato una scaltrezza non indifferente, è stata trovata in possesso di ulteriori due biglietti ferroviari per Napoli.
A seguito di alcune verifiche, sarebbe inoltre risultata già sottoposta ad una pregressa misura cautelare dell’obbligo di firma nel Capoluogo Partenopeo nell’ambito di un procedimento relativo ad un episodio analogo a quello avvenuto a Livorno.
Proseguono i servizi, anche con l’ausilio del personale dell’Esercito Italiano recentemente inviato anche nella città di Firenze.
[Il procedimento relativo alla truffa consumata a Livorno è attualmente pendente in fase di indagini preliminari e l'effettiva responsabilità della persona indagata dalla Polfer di Firenze, in uno con la fondatezza delle ipotesi d'accusa mosse a suo carico, saranno vagliate nel corso del successivo ed eventuale processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagini.]