Da Sabato 19 ottobre fino a Domenica 27 ottobre sarà esposto, presso lo spazio soci di Coop Firenze - Pontassieve, il grande progetto dell'Associazione di ricostruzione storico/modellistica che riguarda il famoso transatlantico italiano Andrea Doria. Una tragedia ancora sanguinante nella memoria del paese quella che si consumò tra il 25 e il 26 luglio delle 1956 quando il transatlantico italiano Andrea Doria fu speronato dal transatlantico svedese Stockholm al largo delle coste dell'isola di Nantucket, nel Massachussets, un luogo evocativo che fino a quel triste giorno era conosciuto solo dai lettori appassionati che erano rimasti incollati alle pagine del capolavoro "Moby Dick" di Herman Melville. Un naufragio terribile dove persero la vita 46 passeggeri più 5 marinai della Stockholm, per un totale di 51 morti..
Un'opera minuziosa realizzata con l'importante apporto di foto e documentazioni originali dell'epoca (ossia gli anni '50 del secolo scorso) fornite dall'Ufficio storico del Comune di Genova, uno dei capoluoghi del triangolo industriale del Nord Ovest dove il transatlantico fu realizzato, nei cantieri navali Ansaldo di Sestri Ponente, prendendo poi il nome del famoso ammiraglio e politico della Repubblica di Genova, tra i vincitori della battaglia di Lepanto nel 1571.
Fondamentale è stato anche l'utilizzo di disegni di cantiere, per quanto riguarda la nave, riportati in scala da 1 a 100, con una superficie del diorama di 5 metri quadri e una lunghezza della nave che arriva ai 2,14 metri. Sabato 26 ottobre, alle ore 16:30, si terrà inoltre presso la sala soci di via Verdi una conferenza a tema "Andrea Doria, come e perché della tragedia", nella quale grazie ad accurate ricostruzioni storiche, si parlerà del transatlantico, della tragedia, dei motivi, del processo, delle conseguenze e della figura professionale e umana del comandante Piero Calamai.
Una figura dai contorni leggendari, degna del capitano Ahab di "Moby Dick" o del capitano Nemo di "20.000 leghe sotto i mari". Calamai, infatti, come emerse dal processo dopo aver fatto il possibile per gestire la difficile situazione e una volta evacuati i passeggeri, decise di rimanere sulla nave per affondare con essa, come impone un'antica tradizione marinaresca. Recedette da questo proposito, solo perché i suoi sottoposti lo "minacciarono" dicendogli che se non si fosse messo in salvo su una scialuppa insieme a loro, sarebbero stati loro a risalire sulla nave per morire insieme a lui.
Un'autentica operazione di Public History, quella branca del sapere storiografico che vuole sottrarre la disciplina storica dalle aule accademiche per portarla in mezzo alle persone attraverso mostre, rievocazioni e ricostruzioni, per ricordare una tragedia che ha scosso dalle fondamenta il nostro paese e consolidare una cultura della memoria condivisa e consolidata.