Borgo San Lorenzo, in questo fine 2023, si prepara a celebrare una data importante – e funesta – dellasua storia, quando cioè durante la seconda guerra mondiale, il giovedi del 30 dicembre 1943, una squadriglia di arei alleati B/23 e B/25 nel tentativo di colpire i viadotti della linea ferroviaria Faentina, colpirono la parte Nord-Est del paese causando la morte di 109 persone e distruggendo molti edifici compreso le preziose Manifatture Chini e le attigue Fornaci Brunori, senza poi dimenticarsi le 30 vittime del bombardamento a Ronta di Mugello e le vittime di Val di Strulla e della Valcava.
Dunque l’Amministrazione comunale con la collaborazione di alcune associazioni ha allestito molte cerimonie ed eventi, come abbiamo copiosamente pubblicato su OK!Mugello la scorsa domenica 24 dicembre 2023, ma in questo contesto però, vogliamo ricordare, grazie anche alla sollecitudine di alcuni amici ex allievi salesiani, dato che non viene mai ricordato, la grande figura dell’eroico sacerdote che fu il salesiano don Lorenzo Gasperi, valente insegnante all’Istituto dal 1937 al 1947. Era il 2 settembre del 1944, quando i soldati tedeschi nel tentativo di fermare l’avanzata degli alleati provenienti dalla Faentina, minarono con molte cariche di tritolo il ponte sulla Sieve, via Brocchi, via del Canto, una parte di piazza del Mercato e Porta Fiorentina all’ingresso di Malacoda.
Don Lorenzo Gasperi nativo di Trento e conoscitore della lingua tedesca, prese la decisione di conferire con il comando tedesco acquartierato nella villa Il Palagiaccio a Senni. Accompagnato dal pievano don Ugo Corsini, don Lorenzo fece presente al Comandante, il Maggiore Gustav Stheiner di origini austriache, con estrema determinazione e senza timore alcuno, dell’inutilità di far saltare quella parte storica di Borgo San Lorenzo, dove vivevano molte famiglie. La discussione fu molto aspra (vedi la testimonianza del dott. Aldo Angelini pubblicata sul libro storico sui Salesiani a Borgo San Lorenzo, che diverrà direttore della Rai nel dopoguerra), don Lorenzo a sprezzo del pericolo della sua stessa vita, poiché poteva essere fermato ed arrestato, ma alla fine, come un miracolo, l’ufficiale (si dice che aveva studiato da giovane in un istituto salesiano), diede ordine di disinnescare il tritolo pronto per esplodere, con tutte le nefaste conseguenze, che ne sarebbero seguite.
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Dopo aver subito il terribile bombardamento del 30 dicembre 1943 nella parte nord est, e se fosse saltato in aria la parte sud est, la nostra cittadina avrebbe perso secoli di storia architettonica. Tempo indietro con un gruppetto di amici andammo a deporre un mazzo di fiori nel piccolo slargo a lui dedicato dietro lo stadio Romanelli; un momento di raccoglimento, una preghiera, a questo grande prete salesiano. Era il minimo che si potesse fare.
Paolo Caramalli
Caro Aldo, ti ringrazio per aver ricordato questa bella storia. A onor del vero, da residente in quella zona ricordo bene come nelle intenzioni iniziali l'attuale Largo Don Gasperi dovesse essere impreziosito con un semplice monumento che ricordasse la figura da cui prende il nome. Evidentemente si è preferito fare altro anziché onorare pienamente la memoria di Don Gasperi.
Renzo Bartoloni
Spesso la memoria degli uomini preferisce dimenticare la verità. Grazie Aldo per ricordare la storia