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Boboli. I fiorentini si ribellano al pagamento durante il week end e scende in campo la politica

"I fiorentini non devono pagare. "Tutti uniti nella protesta ed intere famiglie si sono ritrovate davanti ai cancelli. Il caso arriva anche in Parlamento.

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giardino di Boboli giardino di Boboli © Ufficio stampa Uffizi
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Erano tante le famiglie con bambini che si sono ritrovate venerdì sera davanti all'ingresso chiuso di Boboli di via Romana per protestare contro il biglietto d'ingresso del weed end al parco.

Non solo famiglie della zona ma in molti sono arrivati da altre zone della città per riappropriarsi di quelli che sentono come "loro spazi".
"Il Granduca Pietro Leopoldo cancellò la pena di morte, la tortura, il reato di lesa maestà e la confisca dei beni. E poi visto che c’era aprì al pubblico il giardino di Boboli. Era il 1766", riporta uno striscione scritto dal calciante dei Bianchi Fabrizio Valleri, presente insieme a tutta la sua famiglia e a diversi comitati: Via Serragli-Porta Romana, San Felice in Piazza, Giardino dell’Ardiglione, Santo Spirito contro il degrado.

Tutti uniti per sollecitare l’apertura degli ingressi Annalena e Porta Romana ma soprattutto per contestare la nuova regola che stabilisce per il sabato e la domenica la prenotazione obbligatoria e un ingresso a pagamento di tre euro per entrare a Boboli. Una novità questo provvedimento governativo che ha fatto arrabbiare i fiorentini che normalmente entrano gratuitamente a Boboli dietro presentazione della carta d'identità che attesta la residenza in città.

Una questione complessa e non facile che ha fatto scendere in campo anche la politica dato che la Senatrice Rosa Maria De Giorgi presidente della Commissione Cultura ha già pronta una interrogazione parlamentare sulla questione. I fiorentini non pagano il biglietto di ingresso al giardino di Boboli (che è un museo statale) perché quell’area è l’unico spicchio di verde concesso ai residenti dell’Oltrarno.

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