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Regionali Toscana: il balletto delle date fa infuriare Tomasi e Del Ghingaro. E Giani risponde con... Cristoforo Colombo

I dibattito politico per le regionali si è acceso sotto il sole di luglio tra date ballerine e strategie d’apparato. il primo scontro per le regionali 2025 è .

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Elezioni quando? Elezioni quando? © deposirphotos
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In un assolato venerdì d’inizio luglio, in uno scenario tutt’altro che scontato come l’assemblea regionale di Confcooperative a Bagno a Ripoli, è andato in scena il primo, vero scontro in vista delle elezioni regionali toscane.
Seduti in platea, fianco a fianco, il presidente uscente Eugenio Giani – che spera in una ricandidatura nonostante la freddezza della segreteria regionale (imbrigliata nella grana pratese) – e il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, candidato in pectore del centrodestra, in attesa del via libera che dipende dal nodo del terzo mandato in Veneto.

Appena ha avuto il microfono, Tomasi ha sbottato con garbo, ma con decisione, ha chiesto una data certa per il voto, spiazzando la sonnacchiosa platea:

“Basta balletti. I toscani meritano rispetto. Scegliete la data!
Avrò il diritto, da sfidante, di spiegare alla gente il mio programma?”

Giani, nel suo intervento precedente, aveva appena annunciato una possibile data: il 12 ottobre, sottolineando – dietro il consueto sorriso di circostanza– che un eventuale ballottaggio “mai si è verificato in Toscana”.
Poi, con la consueta verve da bignami culturale, ha replicato a Tomasi con:

“Ti va bene  il 12 ottobre, per la scoperta dell’America?”

Tomasi non ha perso il ritmo:

“Raccoglierò le firme durante agosto, basta saperlo.”

E qui sta il nocciolo della questione.

Una strategia ben congegnata – dicono in molti – per mettere i bastoni fra le ruote alla democrazia.
Costringere chi non è già dentro al palazzo del Pegaso a raccogliere firme in piena estate è, oggettivamente, una manovra scoraggiante e decisamente poco democratica.

Come diceva Andreotti, "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca" e questa volta – diciamolo – ci si è azzeccato eccome.

La pensa così anche il terzo incomodo della partita: Giorgio Del Ghingaro, civico di lungo corso, che senza mezzi termini ha affondato:

“Il balletto stucchevole sulle date delle prossime elezioni regionali, con il presidente Giani che continua a lanciare ipotesi e proclami senza alcuna ufficialità, è ormai diventato uno spettacolo indecoroso.
Un insulto alla partecipazione democratica”.

Del Ghingaro ha rincarato la dose: l’intero processo appare più come una manovra di palazzo che non un percorso democratico trasparente.

E se il PD toscano tenta di “addormentare” la grana della sindaca di Prato, Bugetti – indagata per corruzione per fatti risalenti a quando era consigliera regionale dem, con Giani già presidente – allora la scelta di ottobre rischia di essere un clamoroso boomerang.
Perché nel frattempo, i fatti pratesi potrebbero chiarirsi e non certo a vantaggio del centrosinistra.

Del Ghingaro è netto: se la strategia è quella di escludere scientificamente ogni voce scomoda o alternativa, allora siamo davanti a un gioco beffardo di gestione del potere.

Lo ricorda anche con un precedente non troppo lontano:

“Alle europee del 2024, l’Italia è finita nel mirino delle istituzioni UE per aver modificato le regole elettorali a pochi mesi dal voto.
Hanno imposto una raccolta firme onerosa e opaca, in violazione dei più elementari principi democratici”.

E poi ci stupiamo se i cittadini si allontanano dalle urne?
Ma come dargli torto, se chi sta al potere fa di tutto per rendere difficile la partecipazione?
Altro che pluralismo. Altro che democrazia.

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