Restituita all’antico splendore la tomba di Giulia Cavicchi a S. Piero. Foto e cronaca © n.c.
Ultimo e felice atto di un complesso lavoro di restauro spiegato a fine aprile in un incontro a Villa Il Palagio, la cerimonia per l’inaugurazione della tomba chiniana di Giulia Cavicchi nel cimitero di S. Piero a Sieve si è svolta in un ardente pomeriggio da quasi solstizio sabato 20 giugno 2015 e, nella sua semplicità ed essenzialità, ha nondimeno visto una cospicua partecipazione di pubblico. Il Comune di Scarperia e San Piero era presente non solo nella persona del Sindaco Federico Ignesti, ma anche nelle persone degli Assessori Loretta Ciani e Marco Casati; vi erano poi il Gruppo Alpini, la Polizia Municipale, i Carabinieri. Il Piovano di San Piero Don Antonio Cigna; Elisa Marianini, Lanfranco Villani, Carlo Forasassi; l’ex Assessore, oggi Consigliere regionale fresca di nomina Fiammetta Capirossi. Erano inoltre presenti i fratelli Romeo, Giovacchino e Giulietta Nencini, la cui nonna era sorella di Giulia Cavicchi. Brevi e sentiti tutti i messaggi di saluto e ringraziamento: quello del Dr. Gianfranco Grossi, Presidente del Comitato 2012 che ha promosso l’opera di restauro, il quale ha tra l’altro letto la notizia del suicidio di Giulia Cavicchi comparsa sul Messaggero del Mugello del 24 aprile 1910. Quello di Monica Manfriani, Presidente del Rotary del Mugello che ha interamente finanziato il lavoro, poi spiegato da Gianni Corti della ditta Corti Giovanni cui è stato affidato il restauro delle 97 mattonelle che compongono la tomba, splendida opera delle Fornaci San Lorenzo dirette da Galileo Chini e risalente al 1910. Il taglio del nastro a quattro mani (Corti, Manfriani, Ignesti, Grossi) e la benedizione da parte del Pievano hanno così sancito il lieto fine a una vicenda (per il quale la famiglia Nencini ringrazia tutte le autorità intervenute) che nel pregevole opuscolo creato per l’occasione è stata giustamente definita un restauro da troppo tempo atteso. Una vicenda iniziata in realtà vent’anni fa: è datato 25 agosto 1995 un articolo dell’amico Aldo Giovannini sul Galletto, nel quale si metteva in evidenza il cattivo stato di conservazione della sepoltura. Altrettanto suggestiva e tuttora non ben conservata quella di Leto Chini nel cimitero di Scarperia. Si interverrà presto anche su di essa? Paolo Marini (testo e foto)


