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Romagnoli all'attacco dell'attuale Amministrazione sul Monastero di S. Caterina

Borgo in Comune e il candidato Romagnoli, vogliono vederci chiaro e si prendono un impegno

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Leonardo Romagnoli Leonardo Romagnoli © LR
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Leonardo Romagnoli e Borgo in Comune vanno all'attacco dell'attuale Amministrazione  borghigiana che in questi giorni sta scaldando la campagna elettorale e cioè la ristrutturazione del Convento di S. Caterina di Borgo San Lorenzo affidato al Consorzio Co&SO tramite la Fondazione Villaggio S. Caterina anche questa, finita sotto i riflettori. Di seguito la nota.

Monastero di Santa Caterina: per l’ennesima volta la Giunta Omoboni-Becchi lancia il sasso e nasconde la mano. Il progetto che stravolgerebbe il Monastero, portando una struttura turistico ricettiva nel corpo della Pieve e lo sfratto della parrocchia dalla sacrestia non è nuovo e non arriva all’improvviso. La vice sindaca e attuale candidata per PD e Italia Viva invece di fingersi stupita dovrebbe ammettere che il progetto stesso è quello inserito da lei e dal Sindaco uscente nel recente Piano Operativo Comunale. Proprio in fase di discussione di quell’atto il nostro Gruppo Consiliare aveva espresso contrarietà,  sottolineando e denunciando il cambiamento sostanziale rispetto al progetto iniziale (presentato circa 5 anni fa) che puntava a valorizzazione delle tipicità, della storia e cultura, delle tradizioni e della spiritualità e prevedeva spazi dedicati a interventi in ambito sociale e sanitario. Nella nuova proposta infatti si indicavano 1320 mq di turistico ricettivo, 215 mq di residenziale, 2145 mq per una scuola di formazione e 440 per commercio e ristorazione.

Le osservazioni che abbiamo presentato, le nostre richieste di approfondimento sono state del tutto inascoltate e oggi la questione viene a galla per il giusto grido di allarme lanciato dal Pievano di Borgo.

Giusto che ognuno giudichi secondo i propri metri ma i fatti appaiono piuttosto evidenti: la Fondazione ha presentato un progetto che è stato a suo tempo pienamente accolto dalla Giunta Omoboni-Becchi, tanto da inserirlo nel documento di programmazione urbanistica adottato. Chi ha compiuto quella scelta farebbe più bella figura ad assumersi le proprie responsabilità anziché avventurarsi nel goffo tentativo di fingersi estraneo o non informato sui fatti. 

Ribadiamo ora quello che già avevamo detto in fase di presentazione delle osservazioni al POC e di discussione di quell’atto. Il progetto deve essere modificato. Partendo da questo obiettivo ben vengano le petizioni dei cittadini ma la politica deve fare la sua parte. Lo strumento è noto: dichiarare fin da ora che la prossima amministrazione comunale rivedrà e modificherà la scheda di trasformazione relativa a quel progetto in accordo con la Parrocchia e la Fondazione.

Noi ci assumiamo fin da ora questo impegno.

Borgo in Comune

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