15 MAR 2025
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Incontro organizzato dal “Rotary Club” di San Giovanni Rotondo. “Il medico dalle scarpe rotte”

Nativo di Parma, fu il più stretto collaboratore di Padre Pio da Pietrelcina nella realizzazione dell'ospedale tanto caro al santo. 'Casa...

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Nel pomeriggio di ieri, organizzato dal “Rotary Club” della cittadina garganica, si è tenuta presso la sala dell'infopoint la presentazione del libro scritto dal giornalista e Direttore di Padre Pio Tv, Stefano Campanella, dal titolo “Il medico dalle scarpe rotte”. Il testo, una dettagliata biografia dedicata al dottor Guglielmo Sanguinetti, approfondisce dettagliatamente la figura del medico mugellano. 

Nativo di Parma, fu il più stretto collaboratore di Padre Pio da Pietrelcina nella realizzazione dell'ospedale tanto caro al santo. 'Casa Sollievo della Sofferenza' è oggi uno dei plessi sanitari più conosciuti ed efficienti al mondo. Il dottor Sanguinetti fu anche uno dei principali coordinatori dei “Gruppi di preghiera”. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XII lanciò un appello al popolo cristiano: “Pregate per la pace e la salvezza del mondo”. 

Padre Pio rispose subito all'appello del Pontefice invitando i suoi figli spirituali a compiere la volontà del Santo Padre. Nacquero così i primi “Gruppi di Preghiera”. Oltre all'autore dell'opera, il dottor Stefano Campanella, sono intervenuti il giornalista Giulio Siena, Padre Luciani Lotti, Segretario Generale dei “Gruppi di Preghiera”, Lino Pignataro, Governatore del Distretto 2120-Puglia-Basilicata, in un video preregistrato, il dottor Pietro Belli, Governatore del Distretto 2071 per l'anno 2024-2025 e il vicesindaco di San Giovanni Rotondo, Michele Longo. 

Aprendo il dibattito, la presidente del locale “Rotary Club”, Rossella Fini, ha ringraziato tutti i relatori intervenuti, rimarcando il ruolo fondamentale svolto dal professionista al fianco di Padre Pio fin dal 1946, anno del suo trasferimento a San Giovanni Rotondo. Da quella data la vita del medico parmense mutò completamente. Il nome del professionista è legato indissolubilmente alla storia di “Casa Sollievo”.

Così il giornalista Giulio Siena, moderatore dell'incontro: “Oggi possiamo affermare che la Toscana ha avuto un ruolo importantissimo nella costruzione di uno degli ospedali più conosciuti al mondo. Stiamo ricostruendo una paternità. Padre Luciano Lotti, qui presente, vien da una famiglia di Bologna e noi sappiamo che i bolognesi sono stati determinanti per far conoscere Padre Pio. Si aggiunge adesso anche la Toscana per l'ospedale. 

L'architettura che lo caratterizza strutturalmente è qualcosa che non passa inosservata. Di questa realtà dobbiamo essere fieri. Casa Sollievo della Sofferenza è stato costruita a San Giovanni Rotondo. Qui siamo nel cuore del Gargano. La edificazione di questa imponente struttura dobbiamo considerarla per quello che è in realtà: un vero miracolo. La presenza del dottor Guglielmo Sanguinetti al fianco di Padre Pio è stata indispensabile e necessaria per far crescere “Casa Sollievo della Sofferenza. Il medico toscano in qualche modo ha fatto parte della mia famiglia.

Mio padre ha lavora nella costruzione dell'ospedale prima che arrivasse Sanguinetti. Stiamo parlando del 1940. Sanguinetti incoraggiò sempre i lavori per portare avanti l'ospedale. Non si scoraggiò mai anche nei momenti piu difficili, quando sembrava che i lavori davano l'impressione di doversi interrompere e arenarsi del tutto. Stefano Campanella ha scritto un bellissimo libro. Ritengo però, sorvolando sulle piccole litigiosità del nostro paese, sia giunto il momento di rivalutare la figura di Sanguinetti e di riconoscere anche il giusto merito al progettista dell'ospedale, l'architetto Sirio Giametta di Frattamaggiore”.

Ha fatto seguito l'intervento del dottor Stefano Campanella, autore del testo: “Non parlerò del libro, perchè sembra inopportuno che l'autore parli del proprio libro. Vorrei iniziare questo mio intervento con una citazione di Loretta Goggi: 'Chapeau'. Pochi giorni fa l'ospedale 'Casa Sollievo della Sofferenza' ha ottenuto un importante riconoscimento. Si è confermato al primo posto tra gli ospedali del Sud Italia. La classifica è stata elaborata dalla prestigiosa rivista americana 'Newsweek' che ha monitorato 2.445 ospedali in 30 Nazioni. Quindi 'Chapeau' a 'Casa Sollievo', ma 'Chapeau' anche al dottor Guglielmo Sanguinetti. Perchè tutto quello che è diventata oggi “Casa Sollievo della Sofferenza”, lo deve anche alla mediazione di Sanguinetti.

Padre Pio ha scelto lui, si è servito di lui come suo uomo di fiducia e come esecutore materiale delle sue disposizione sul cantiere. Ho raccolto molte informazioni sul medico mugellano. Aveva una grande propensione per le materie letterarie. Maturò in seguito la vocazione medica, ma inizialmente aveva una grande predilezione per le materie letterarie considerando anche il fatto che frequentò il liceo classico 'Torquato Tasso' a Roma. L'idea di scrivere questa biografia sembra essere sorta per puro caso, ma da quando leggo notizie di Padre Pio, sinceramente, al caso non credo affatto.

Qualche tempo fa decisi di scrivere su 'Voce di Padre Pio' articoli riguardanti i medici che nel tempo curarono il frate del Gargano, a partire dal dottor Andrea Cantone di Pietrelcina fino al dottor Giuseppe Sala. Quando lo scorso anno, il 2024, giunsi a parlare anche del dottor Sanguinetti, ebbene, in quella circostanza mi accorsi di una coincidenza, o per meglio dire, di una triplice ricorrenza. Erano trascorsi esattamente 70 anni dalla sua morte, 70 anni dalla inaugurazione del primo poliambulatorio di 'Casa Sollievo' in cui ebbero inizio i primi esami clinici e le prime viste mediche e del fatto che erano trascorsi 130 anni dalla sua nascita. 

Allora ho pensato che il medico mugellano meritava un posto a parte, perchè ha collaborato in prima persona ed ha dato la vita per la costruzione dell'ospedale tanto caro a Padre Pio. Nella sua intensa attività di medico condotto si recava praticamente ovunque, era un uomo generoso ed instancabile. Si avventurava nelle campagne ed in tanti piccoli paesi sperduti del Mugello per curare molte persone ammalate che non potevano recarsi da lui per farsi curare nel suo studio medico, a Borgo San Lorenzo. Sanguinetti è stato un medico illuminato che ha manifestato uno spirito di abnegazione eccezionale.

Il Mugello è stata una delle zone piu bombardate d'Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale e lui non voleva lasciare i suoi pazienti in un momento così delicato, infatti fu questo il motivo per cui ritardò il suo trasferimento per San Giovanni Rotondo. A Borgo San Lorenzo il dottor Sanguinetti creò uno dei primi centri per la trasfusione del sangue. All'epoca il sangue non si conservava e le trasfusioni venivano effettuate con immediatezza.

Attraverso dei tubicini il sangue doveva essere trasfuso subito dal donatore al ricevente. Anche nel corso della Prima Guerra Mondiale, prima di laurearsi all'Università di Firenze, egli dimostrò un coraggio non comune ed una grande umanità. Infatti, a causa dei bombardamenti in trincea e dei combattimenti sul campo di battaglia, più volte Sanguinetti rischiò la vita prestare le cure necessarie a tante persone ferite. 

Non pensò mai di fuggire e di abbandonarle al loro destino. Ricevette per questi meritori atti di coraggio due prestigiose decorazioni. Il dottor Sanguinetti seppe rinunciare agli agi di un'attività medica che il Mugello certamente gli avrebbe assicurato, in quanto molti dei suoi pazienti erano effettivamente benestanti. Aveva una straordinaria abilità nel diagnosticare le patologie. Fu un medico di valore, una figura esemplare non solo per i medici ma anche per i cristiani. Certamente fu un esempio anche per ciascuno di noi. Divenne un cristiano autentico. Non era affatto miscredente, soltanto un po' anticlericale. Si trasferì a San Giovanni Rotondo ponendosi totalmente a disposizione ed al servizio di Padre Pio nella realizzazione dell'erigenda “Casa Sollievo della Sofferenza”.

In paese la sua attività medica si ridusse al lumicinio. Svolgeva, si, la professione medica, ma completamente al servizio dei frati del convento, curando Padre Pio, affezionatissimo a lui, e tante altre persone, diciamo pure, tutt'altro che “agiate”. Era giunto anche al punto da non potersi neanche più permettersi di pagare la retta d'iscrizione all'Ordine dei medici. Conobbe una certa povertà. L'ospedale di Padre Pio è patrimonio non solo del Meridione d'Italia ma anche del nostro Paese, e per tal ragione non finiremo mai di ringraziare Guglielmo Sanguinetti per la sua opera di collaborazione prestata al servizio di Padre Pio”. Il commento di Padre Luciano Lotti, Segretario Generale dei 'Gruppi di Preghiera' di San Pio: “Il libro del dottor Campanella è molto bello.

Le ricerche espletate dall'autore non sono state essenzialmente di tipo apologetico, quanto piuttosto di tipo archivistico. In estrema sintesi, Stefano Campanella riesce a trasmetterci un'immagine vera del dottore mugellano che ha collaborato con Padre Pio nella costruzione dell'ospedale voluto dal santo frate. Sanguinetti fu una specie di factotum, faceva tutto lui quando prestò la sua totale collaborazione affinchè l'ospedale fosse tirato su.

La Toscana e il Mugello erano particolarmente legati a Padre Pio. Pensate, negli anni '20, tramite Padre Massimo da Porretta ed Elena Bandini abbiamo i primi contatti con il Mugello e la Toscana. Nel 1921 si registrò il primo pellegrinaggio di terziari francescani dalla Toscana, precisamente da Borgo San Lorenzo, a San Giovanni Rotondo. Immaginate a quei tempi cosa doveva essere un pellegrinaggio. Quale peripezia dovettero affrontare quei devoti.

Quel pellegrinaggio fu fatto per benedire il progetto di una casa di riposo, che esiste ancora adesso, costruita per ricordare il centenario della morte di San Francesco d'Assisi che sarebbe stato celebrato di lì a qualche anno, precisamente nel 1926. Ci sono tantissimi amici della Toscana e del Mugello devoti a Padre Pio. Sanguinetti non era nè ateo, nè un mangiapreti, era semplicemente un credente che non aveva mai approfondito sul serio la sua fede.

Era un credente, anche se come medico era un credente illuminato, poco incline a cadere nelle supersizioni e nei ritualismi sempre presenti nelle nostre realtà e nelle molte tradizioni locali. Da buon toscano non la mandava a dire a nessuno. Nemmeno ai preti. Affrontava le questioni di petto.

Rispondeva a tono anche in quel mondo ecclesiastico poco obiettivo e bacchettone del suo tempo. Giunse a San Giovanni Rotondo prevenuto, deciso a smascherare anche Padre Pio, pensando fossero dicerie quelle che si raccontavano sul suo conto. Sappiamo che poi le cose andarono diversamente. Sanguinetti è stata una figura di grande rilievo nella storia dell'ospedale che Padre Pio desiderò ardentemente affinchè si potessero curare e guarire corpi sofferenti, indeboliti dalla malattia. 

Con la dovizia dei particolari riportati nel libro del dottor Campanella, è possibile ricostruire l'importante ruolo che Sanguinetti ebbe nella nascita e nella stabilizzazione dei Gruppi di preghiera. Padre Pio ispirò i Gruppi di preghiera, ma il medico mugellano svolse un'opera di capillare organizzazione sapendo usare parole di grande incoraggiamento e perfino di richiamo nei confronti dei Gruppi stessi.

Campanella cita un documento importante uscito dalla penna di Sanguinetti, un documento che, probabilmente, sarebbe eccessivo chiamare statuto. Un documento che risulta essere il primo atto amministrativo ufficiale dei Gruppi di preghiera e che fu sottoposto da lui a Padre Pio. Sanguinetti fu medico anche nel pensare ed organizzare 'Casa Sollievo della Sofferenza'. Un altro grande problema che il medico toscano dovette affrontare fu quello della gestione di una personalità complessa come quella del 'costruttore' di Casa Sollievo della Sofferenza, Angelo Lupi. E del processo che lo riguardava circa la progettazione e la conduzione dei lavori dell'ospedale.

Il progetto fu realizzato dall'architetto Sirio Giametta. Emerse che Angelo Lupi fu denunciato per esercizio abusivo della professione, in quanto Lupi non aveva i titoli necessari per condurre la progettazione e l'esecuzione dei lavori del plesso sanitario. Il carattere difficile e spigoloso di Lupi, il quale fu comunque un grande collaboratore del frate nel portare avanti i lavori del cantiere, associato a molte sue altre inadepiendenze rischiarono di appannare l'immagine del frate e dell'ospedale. Poi, grazie a Dio, ci fu l'amnistia del 1954. Vi garantisco che di persone difficili intorno a Padre Pio ce ne sono stata parecchie.

Vorrei commentare il retro della copertina del libro 'Il medico con le scarpe rotte', non a caso un altro riferimento ad Angelo Lupi. La grandezza di Sanguinetti, ripeto, fu quella di saper gestire Angelo Lupi. E vi garantisco che non fu affatto una cosa semplice. Al termine della lettura di questo testo ci si imbatte in un lungo elenco delle persone ringraziate dal dottor Stefano Campanella. E' sufficiente quel lungo elenco per comprendere il grande lavoro che sottostà a questo libro.

Con umiltà e con testardaggine la ricerca della notizia e di ogni piccola informazione è stata portata avanti con grande attenzione e meticolosa precisione. Il linguaggio semplice, giornalistico ma non superficiale, spinge chi legge ad andare avanti per cercare di capire e mettere insieme quei dati che aiutano a comprendere che la figura del dottor Sanguinetti fu una figura poliedrica e ricca di umanità. Grazie Stefano per questo tuo lavoro competente e ricco di entusiasmo. Il testo funziona. Una riflessione.

Per Guglielmo Sanguinetti e per tutte le persone che sono vissute intorno a Padre Pio ricorre la stessa domanda: Come è stato possibile tutto questo?. Come è stato possibile che un medico condotto proveniente dalle colline toscane e che non aveva mai pensato di fare nè il pubblicista, nè il carpentiere, nè l'operaio, nè il camionista, sia poi arrivato a fare tutte queste cose?. Cosa ha spinto un mondo che ruotava intorno a Padre Pio a dargli fiducia?. Perchè il problema è stato anche questo. Perchè queste persone credevano in Sanguinetti?. Che cosa è successo?. La risposta resterà un mistero.

Il dottor Campanella prova a dircelo in una riflessione finale ma di fronte a certe cose l'unica parola è lo stupore. Lo stupore, lo stesso stupore di tante persone che non credono e comunque restano senza parole quando guardano 'Casa Sollievo della Sofferenza'. Lo stupore di chi crede sa bene che Dio agisce così. Ma ancora una volta dobbiamo dire che, anche questa volta, la Provvidenza ha superato se stessa.

A Stefano Campanella un grazie di cuore per averci accompagnato nel mistero”. Nell'intervento preregistrato e trasmesso nel video, il dottor Pietro Belli ha evidenziato l'impegno profuso dal medico della Toscana: “Ho accolto con grande piacere questo invito. Ho letto con grande interesse il libro di Stefano che è un'opera veramente meritevole di essere letta, peraltro magnificamente illustrante i percorsi di vita del professionista toscano. Sono stato sempre attratto dalla figura del dottor Sanguinetti. Prima di Borgo San Lorenzo fu medico condotto a Rosta. 

Si occupò molto dei malati e degli indigenti. Cambiò spesso città. Visse per lungo tempo nel Mugello. Fondò il primo Gruppo dei Donatori del Sangue a Borgo San Lorenzo. Dalla storia di Casa Sollievo della Sofferenza emerge la storia del dottor Guglielmo Sanguinetti, il quale ha contribuito a realizzare un luogo per donare conforto e solidarietà alla sofferenza dell'essere umano, piegato e piagato dal dolore e dalla sofferenza fisica”. Intervenuto all'incontro anche Michele Longo, vicesindaco di San Giovanni Rotondo: “Mi ha colpito particolarmente la riflessione del giornalista Giulio Siena a proposito della litigiosità di cui parlava poc'anzi. E' vero, effettivamente noi sangiovannesi siamo abbastanza litigiosi. Solo un santo poteva metterci d'accordo. 

Padre Pio ha fatto tanto per noi qui a San Giovanni Rotondo e si è circondato, grazie alla sua santità, di persone capaci di andare oltre liti e screzi. Dobbiamo moltissimo al frate di Pietrelcina. Nonostante campanilismi e litigiosità qui in paese siamo cresciuti con le fotografie dei genitori di Padre Pio e con le fotografie del santo nelle nostre case. Nonostante divisioni e diatribe, lo dico anche al sindaco di San Marco in Lamis che è qui presente, la voce di San Pio deve accumunarci e farci riflettere. Ringrazio il dottor Stefano Campanella per aver scritto questo bellissimo libro, 'Il medico dalle scarpe rotte', che ha ricordato a noi tutti la figura del dottor Guglielmo Sanguinetti. Senza Padre Pio e il dottor Sanguinetti non avremmo oggi Casa Sollievo della Sofferenza”.

Ha fatto seguito infine l'intervento del Governatore del Distretto rotariano 2120, Puglia-Basilicata, Lino Pignataro, il quale ha affermato: “Anche io mi sono reso conto che il caso non esiste e che certe situazioni devono essere viste guardate con stupore. Sono contento di aver partecipato a questo incontro. Ad onor del vero non dovevo essere qui stasera. Dovevo andare a Foggia, un impegno che ho duvuto annullare in quanto ne era sopraggiunto un altro a Fasano. Pochi giorni fa i sanitari hanno chiamato da 'Casa Sollievo della Sofferenza', fissando per la giornata odierna una visita per mia moglie Annamaria. 

Ciò mi ha permesso di partecipare ad una serata nella quale ho avuto l'opoortunità di conoscere la figura del dottor Sanguinetti”. Un'ultimo spunto di riflessione ce la offre l'autore in un passaggio contenuto nel suo libro. Il dottor Guglielmo Sanguinetti è stato semplicemente un uomo del suo tempo che con il suo carattere, la sua cultura, la sua grande professionalità, la sua viva e spigliata intelligenza, argomentava brillantemente passando da un argomento all'altro. Un uomo che mai avrebbe immaginato che la sua vita, un giorno, al fianco di Padre Pio sarebbe cambiata completamente. Per sempre.

Articolo a cura di Giuseppe Zingarelli

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