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Sanità: Cresce il precariato tra gli infermieri con un rischio aumentato di malattie depressive

Mentre il numero di medici a tempo determinato è diminuito da 7.210 nel 2013 a 6.458 nel 2021, il numero di infermieri precari è...

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Infermiere 118 - Immagine di repertorio Infermiere 118 - Immagine di repertorio © N. c.
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L'indagine nazionale condotta dal sindacato Nursing Up ha rivelato un aumento allarmante del numero di infermieri precari nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, con una crescita del 154% negli ultimi anni. Questo incremento significativo è stato associato a un aumento dei rischi di malattie depressive tra i professionisti del settore.

Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, ha evidenziato la pericolosa relazione tra il precariato crescente e il deterioramento della salute mentale degli infermieri. "I dati delle indagini nazionali mostrano chiaramente una condizione di crescente insoddisfazione e stress che affligge gli infermieri, minando la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini e la stabilità del Sistema Sanitario," ha dichiarato De Palma.

Nursing Up ha incrociato i dati provenienti da tre autorevoli fonti: la Ragioneria dello Stato, il Ministero della Salute ed Eurostat, analizzando il fenomeno attraverso il "Rapporto Presme" del Ministero della Salute spagnolo. Questo studio ha confermato un aumento drammatico del personale sanitario a tempo determinato nel SSN, che è passato da 26.521 unità nel 2013 a 52.846 nel 2021, un incremento del 99%.

Mentre il numero di medici a tempo determinato è diminuito da 7.210 nel 2013 a 6.458 nel 2021, il numero di infermieri precari è aumentato drasticamente, passando da 8.574 nel 2013 a 21.809 nel 2021. Questo fenomeno colloca l'Italia al quinto posto in Europa per numero di lavoratori precari nel settore sanitario, con una tendenza peggiorativa rispetto agli altri 27 Paesi UE.

L'indagine ha anche messo in luce il legame tra il lavoro precario e il peggioramento della salute mentale, in particolare tra le donne della sanità. Il 'Rapporto PRESME' del Ministero del Lavoro spagnolo ha evidenziato un rischio maggiore di depressione associato a condizioni lavorative precarie, turni massacranti e stipendi non dignitosi.

De Palma ha sottolineato che se le politiche nazionali e regionali non affronteranno il problema del precariato con un piano di assunzioni e una valorizzazione economica dei professionisti sanitari, il Sistema Sanitario Nazionale rischia di entrare in un vicolo cieco entro il 2030. "Il risultato finale della nostra indagine è inequivocabile: senza interventi tempestivi, avremo un SSN con professionisti infelici, potenzialmente depressi e pronti a cercare lavoro all'estero," ha concluso De Palma.

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