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Terre da scavo TAV in discarica, Idra torna a scrivere a Giani: “Risposte RFI parziali e poco trasparenti”

L’associazione contesta i chiarimenti di RFI sui conferimenti imprevisti e solleva dubbi su tempi, impatti ambientali e aumento dei costi dell’opera

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Firenze TAV Firenze TAV © Idra
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L’associazione Idra torna a scrivere al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per esprimere forti perplessità sulla gestione delle terre da scavo del Passante Alta Velocità di Firenze. Al centro della nuova comunicazione, una nota inviata da RFI il 4 giugno, finora sfuggita per un disguido interno all’associazione, ma ora trasmessa al presidente Giani con una lunga serie di osservazioni critiche e richieste di chiarimenti.

Il nodo principale riguarda il cambio di destinazione di circa 105.000 tonnellate di terre da scavo, inizialmente previste per le piazzole di Santa Barbara, ma poi conferite presso impianti di gestione rifiuti autorizzati, a causa di “tempi di asciugatura superiori alle previsioni”. Per Idra, però, le spiegazioni fornite da RFI sono insufficienti e talvolta contraddittorie.

Domande ancora senza risposta

Idra segnala come molti dei quesiti già posti a RFI il 16 maggio – in particolare quelli relativi a tempi di asciugatura, destinazioni finali, rotte di trasporto, impatto ambientale aggiuntivo e eventuali ritardi sui tempi di realizzazione – abbiano ricevuto risposte generiche o parziali. “Come può – si chiede l’associazione – un cittadino accettare l’affermazione che non ci siano impatti ambientali aggiuntivi, se non vengono rese note né le rotte, né le quantità totali conferite in discarica?”

Inoltre, la nota di RFI non chiarisce quanti altri carichi di terre siano stati respinti dalle piazzole di Cavriglia e quindi destinati ad altri impianti di smaltimento, né quali costi aggiuntivi siano stati sostenuti rispetto all’originario piano di riutilizzo per la Collina Schermo.

Dubbi su costi e tempi

L’associazione esprime anche scetticismo rispetto alla valutazione dei costi: “Affermare che non vi siano incrementi basandosi sul ‘costo a vita intera’ dell’opera – si legge nella lettera – è un ragionamento contabile grossolano”. Analogamente, sulla tempistica degli scavi, si rileva come i dati sul rallentamento della TBM 2 sotto Piazza della Libertà non trovino alcuna risposta tecnica circostanziata.

Richiesta di trasparenza

Idra chiede infine trasparenza assoluta nella gestione dei dati e degli aggiornamenti: perché non sono stati informati il pubblico, il Comune di Firenze, le Commissioni consiliari competenti e l’Osservatorio Ambientale del Nodo AV? E perché – si domanda – RFI non ha comunicato ufficialmente il cambio di destinazione delle terre, né ha reso pubblici i dettagli tecnici del trattamento a calce avviato presso Santa Barbara?

La richiesta di Idra a Giani è chiara: pretendere risposte complete e verificabili da RFI, e vigilare affinché le operazioni in corso non compromettano la sicurezza ambientale e la fiducia dei cittadini. “Confidiamo in un Suo intervento – conclude l’associazione – perché la trasparenza e la responsabilità pubblica non siano sacrificati sull’altare di un cantiere tanto strategico quanto opaco”.

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