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L'associazione agenti di viaggi denuncia i giornali italiani per procurato allarme

Procurato allarme sociale con titoli di prima pagina e articoli dai contenuti ben lontani dalla verità. Questi i motivi della denuncia-querela dell'Associazione Italiana Agenti di Viaggi contro alcune testate giornalistiche

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Alcuni dei titoli incriminati Alcuni dei titoli incriminati © n.c.
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Il coronavirus fa mettere nel mirino dell' AIAV, (Associazione Italiana Agenti di Viaggi), alcuni grandi quotidiani nazionali rei a loro avviso, con i titoli, di aver generato “diffuso e procurato allarme sociale con titoli di prima pagina e articoli dai contenuti ben lontani dalla verità”.

Le testate giornalistiche a cui è stata inviata una denuncia-querela sono “Il Giornale”, “Libero”, “La Repubblica”, “Il Giorno” e “Il Messaggero”. La stessa associazione ha inoltre inviato formale diffida al Codacons chiedendo l’immediata cessazione della diffusione di messaggi volti ad illudere i consumatori-viaggiatori sulla possibilità di annullare qualsiasi viaggio o vacanza senza doverne pagare le conseguenti penali, adducendo quale motivazione la preoccupazione per il diffondersi del coronavirus.

“In questi giorni – spiega Aiav – sono state molte le agenzie che hanno lamentato il proliferare di richieste di cancellazione presentate con l’ausilio della modulistica predisposta proprio dal Codacons modulistica basata su articoli di legge inapplicabili ad un comparto che basa le proprie regole sui principi di rispetto del viaggiatore indicati dal Codice del Turismo. Questa bassa operazione di “raccolta tesserati” compiuta da un’associazione che dovrebbe badare con la massima attenzione al rispetto della verità proprio nell’interesse dei suoi associati-cittadini-consumatori sarà contrastata dall’iav in ogni modo”.

Della diffida è stata inviata copia per conoscenza all’Autorità Garante per la valutazione di eventuale pratica commerciale scorretta, e al Ministro di Grazia e Giustizia per le opportune valutazioni.

Pronta la replica del Sindacato Giornalisti Abruzzesi (è al Foro di Pescara che si è rivolto tramite il suo avvocato Aiav) che in una nota fa sapere di apprendere con stupore la notizia dell’iniziativa legale promossa dall’Aiav, Associazione italiana agenti di viaggi. "Il sistema dell’informazione, –commentano i rappresentanti del sindacato – al pari di ogni componente del corpo sociale, non è immune da legittime critiche e la categoria dei giornalisti possiede tutti gli strumenti di legge per vigilare sul rispetto delle regole deontologiche e sanzionare le violazioni.
Ciascun protagonista di fatti di cronaca ha a disposizione i rimedi previsti dalla legge sulla stampa (diritto di replica, precisazioni, smentite) per esprimere il proprio diverso punto di vista rispetto a quanto riportato da giornali e altri mezzi di comunicazione giornalistica. Quello che è da stigmatizzare è il ricorso allo strumento della denuncia penale o dell’azione civile che, soprattutto quando così generico e generalizzato, assume il chiaro sapore di intimidazione nei confronti dell’intera categoria, impegnata seriamente in questi giorni a fornire un’informazione puntuale e attendibile sull’emergenza, che ha creato nell’opinione pubblica comprensibile ansia e sacrosanto bisogno di comprendere e capire.
Compito che i giornalisti continueranno a svolgere con scrupolo, respingendo l’attacco ingiustificato, l’ennesima querela temeraria, che arriva, questa volta, da un’importante categoria economica."


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