Da quando l'altra sera in diretta tv il Premier Conte ha annunciato che dal 4 maggio, ovvero con l'inizio della cosiddetta fase 2 "sono consentiti gli spostamenti per incontrare i congiunti" è iniziato il rompicapo attorno a questa parola peraltro non troppo di uso comune.
Ma chi sono i congiunti?
A detta dei giuristi, come si legge su l'Internazionale, il termine è ambiguo e non corrisponde a una definizione legale precisa e di conseguenza può dare adito a più e varie interpretazioni da parte della forza pubblica; non a caso Palazzo Chigi all'indomani ha annunciato che presto pubblicherà un questionario di domande e risposte proprio per chiarire gli articoli del decreto che riguardano questo aspetto.
L’avvocata Carla Quinto, esperta di diritto di famiglia ha spiegato allo stesso giornale on line: “La parola congiunti è presente solo all’articolo 307 del codice penale, secondo cui i prossimi congiunti sono gli ‘ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti’”. In questo elenco non sono presenti né i cugini, né gli amici, né i fidanzati. “A mio parere rimangono escluse tutte quelle persone che hanno un legame stabile, ma non certificato né da un matrimonio né da una forma di unione civile, questo potrebbe ledere il principio di uguaglianza, intesa come uguale possibilità di godere di uguali diritti anche se non si è formalizzata un’unione”, continua l’avvocata Quinto.
Dunque ricapitoliano. Sì ad ascendenti, discendenti, coniuge, l'altra parte di un'unione civile, fratelli, sorelle, affini nello stesso grado, zii e nipoti e no a cugini fidanzati e amici.
E' vero che con le parentele facciamo tutti un po' di confusione ma i cugini non sono affini?
Al di fuori del codice penale, invece, non è chiaro cosa si debba intendere per congiunto.
Dopo la pubblicazione del decreto, molti giuristi hanno argomentato citando la sentenza della corte di Cassazione 46351/2014 che ha stabilito che anche un fidanzato è da considerarsi un congiunto, cioè qualcuno con cui si ha un solido e duraturo legame affettivo a “prescindere dall’esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali”.
In seguito alle critiche Palazzo Chigi ha tentato di correggersi il 27 aprile chiarendo che nella sua interpretazione i congiunti sono “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”.
La discussione si sposta quindi da "congiunto" ad affetto stabile” e sulla possibilità di come dimostrare “la stabilità” di un rapporto. “Se si ammette di estendere il concetto di congiunti a qualsiasi relazione affettiva o amichevole, la norma sarebbe svuotata di contenuto, perché non vi sarebbe evidentemente più alcun limite al suo perimetro applicativo”, spiega in un articolo Il Sole 24 Ore. D’altro canto, ribadisce l’avvocata Quinto: “È importante in questo momento emanare provvedimenti che sappiano cogliere la diversità delle formazioni sociali che stanno tutte affrontando una grave crisi e garantire l’uguaglianza dei diritti”.
Basti pensare ai single, o agli anziani soli senza figli. Durante la quarantena sono stati spesso aiutati da una rete di amici e conoscenti, che però hanno dovuto agire al limite della legalità. In altri paesi europei sono state consentite visite di amici e fidanzati, nel rispetto di tutte le norme sulla sicurezza e fatto salvo il divieto di assembramento.
Ma a questo punto, il governo dovrà specificare con ulteriori documenti che cosa intende esattamente per congiunti. Tra l’altro, secondo il nuovo Dpcm sarà possibile rientrare dall’estero in Italia per incontrare “i congiunti” o per rientrare nel proprio domicilio o residenza. “Gli italiani che rientrano in patria, al momento dell’arrivo, dovranno comunicare i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di quarantena, il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa e il proprio recapito telefonico”.
Nel pomeriggio cerca di metterci una pezza la Ministra De Micheli che conferma che anche i fidanzati sono considerati come i "congiunti" nel decreto che dopo aver specificato che sono "le persone con le quali si intrattengono rapporti affettivi stabili" specifica però per tagliare la testa al toro che "una dicitura così ampia richiede la responsabilità individuale", facendo chiaro appello agli italiani e a come loro cercano di comprendere l'incomprensibile.
In attesa di leggere cosa ne pensa l'Accademia della Crusca abbiamo disturbato il vocabolario della Treccani per leggere testuale che congiunto in questo caso è un sostantivo maschile che deriva dal latino coniunctus che significa: parente: un mio c., una mia congiunta; avere, non avere congiunti; siamo stretti c., strettissimi c. quindi il termine linguisticamente parlando è molto generico.