Quante piccole-grandi storie, tornano sempre a ricordarci quelle che sono state tante vite vissute di un tempo che fu. Ne siamo testimoni diretti visto e considerato che negli ultimi anni, diverse famiglie ci hanno commissionato ricerche, per il piacere di venire a conoscenza quello che è stato il passato dei loro genitori, dei loro nonni, dei loro antenati. Ecco altra storia, davvero emozionante, che ci giunge da lontano, da Castenedolo, ridente cittadina in provincia di Brescia. Ai primi degli anni ’60 i coniugi Giuseppe Nencini e Gina Biagiotti, di vecchie famiglie borghigiane, seguono le figlie Liliana ed Anna nel bresciano dove si erano formate una famiglia, divenendo nel tempo felici nonni di maschietti e femminuccie.
Il tempo passa, scompare Giuseppe Nencini, che a Borgo era stato un bravissimo artigiano falegname, (fu anche dirigente dell’A. S. Fortis Juventus 1909), e la moglie Gina resta vicino alle figlie ed ai nipoti che gli vogliono un gran bene. Passano gli anni, anzi decenni, la nostra Gina supera il secolo di vita, sempre in piena salute, ma la nostalgia del paese natio si fa sentire e quindi decide di tornare, prima di lasciare questo mondo come diceva, per rivedere quei luoghi tanto cari (abitava in via dei Macelli, e dopo sposata in via del Canto), dove era nata e dove, prima di partire per Castenedolo, aveva vissuto con Giuseppe e le figlie. Giunta a Borgo, alcuni giorni orsono, con la figlia e la nipote, non sembrava davvero che si portasse sulle spalle 103 anni!
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Perfettamente lucida, in buona salute dopo e aver sorseggiato un buon caffè in piazza dell’orologio, l’abbiamo accompagnata in via del Canto passando ovviamente da Malacoda; si ricordava di tutti i negozi, con nome e cognome, operanti nel suo tempo: il macellaro, l’ortolano, il droghiere, lo stovigliaio, il barbiere, la trattoria dei Cacciatori, restando contenta nel vedere che qualche negozio resiste al tempo. Poi davanti al portale della sua abitazione al numero civico 27, era emozionata ed anche felice nel sapere che ci abita ancora una famiglia, che lasciarono e salutarono 60 anni orsono.
Al ritorno in piazza è iniziato a suonare il doppio della campane per la Messa e anche in questa circostanza la Gina ha esclamato: Oddio le mie campane, come sono sempre belle e armoniose!! Ci lasciamo dalla Gina con baci e abbracci, e molto contenti per essere stati vicini a questa amabile ultracentenaria che è tornata a rinverdire le sue radici e riabbracciare il suo vecchio caro Borgo. Auguri e complimenti!