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14 settembre 1938, nasce a Firenze Tiziano Terzani

Un protagonista della recente storia fiorentina.

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Tiziano Terzani, fotografato da Alfredo Lando Tiziano Terzani, fotografato da Alfredo Lando © fonte Wikipedia
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Tiziano Terzani, giornalista, autore, fotografo, viaggiatore, indagatore della realtà, dei paradigmi sociali ed esploratore del senso delle cose, nasce a Firenze nel 1938, nel quartiere di Monticelli, in via Pisana, 147.
Di Firenze diceva che la teneva "in petto come faro di orientamento, termine di paragone anche per gustare tutto 'l’altro'".
I genitori impegnano gli averi al Monte di Pietà per permettergli di frequentare il Ginnasio, nella succursale della Machiavelli, in piazza Pitti.
In quel periodo ha l'occasione di frequentare i "Sabati dello Studente", circolo ricreativo dove scopre cinema, teatro e conosce anche Giorgio La Pira, affinando l'importanza del dialogo e dell'autonomia di pensiero.

Nel 1954, sedicenne, inizia a mettere a frutto la pratica della scrittura, collaborando al "Giornale del Mattino" come cronista sportivo.
Racconta che, siccome alle gare campestri alle Cascine, al liceo, arrivava sempre ultimo, gli viene suggerito di descriverle, invece che correrle. E così fa, manifestando quelle inclinazioni che svilupperà in seguito nella professione.

È l'inizio di un percorso lavorativo e di vita che lo porterà a raccontare, in articoli, reportage, interviste, contributi e pubblicazioni, ciò di cui è testimone, senza mai dimenticare senso critico, capacità di mettere in dubbio i luoghi comuni, specie su temi caldi e scomodi e la trasversalità delle tematiche.
Arriva a teorizzare la disumanizzazione della civiltà occidentale e, come risposta, ci invita, con il suo "tutto è uno", a riconoscere l'importanza dell'armonia degli opposti e di una lettura costruttiva e partecipativa della società, in un'ottica cooperativa e non competitiva.

La sua è spesso una periegesi, ovvero una lettura storiografica dei contesti, che parte dalla geografia dei luoghi e arriva alla narrazione di popoli e persone, costumi e dinamiche, grazie alla sperimentazione diretta.
Nel 1957 viene ammesso al Collegio medico-giuridico della Scuola Normale Superiore di Pisa e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove si laurea a pieni voti nel 1961.

Dopo gli studi a Pisa, approda nel 1965 in Giappone, inviato dall’Olivetti, per tenere alcuni corsi aziendali, inizio di una possibile carriera manageriale cui non darà seguito.
In Oriente vivrà per oltre trent’anni, dal 1972 al 2004, con la moglie Angela e i figli Saskia e Folco e in "Asia" (1998) raccoglierà le sue migliori corrispondenze.

Durante una parentesi negli Stati Uniti, apprende anche la lingua cinese e approfondisce le dinamiche e i principi di maoismo e comunismo.

In seguito, i suoi reportage dalla Cina infastidiscono le autorità: nel 1984 Terzani viene accusato di "crimini controrivoluzionari" e "possesso indebito di tesori nazionali" e costretto agli arresti domiciliari.
L'intervento dell'allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, permetterà di scarcerarlo. L'esperienza cinese darà vita l'anno seguente al libro "La porta proibita".

Dal 1985 al 1990 vive a Tokyo e in seguito a Bangkok, nel 1994 si trasferisce a Delhi, ritirandosi poi dalla professione nel 1996.
Nel 1997 si ammala e reagisce iniziando un altro viaggio, interiore e concreto allo stesso tempo, definito da Terzani come "involontario, imprevisto e il più intenso", visitando vari Paesi e raccontando le diverse tecniche della medicina tradizionale e alternativa, fino ad arrivare a una nuova consapevolezza interiore.
Si farà chiamare "Anam", il senzanome, perché non ne ha più necessità.
Tiziano Terzani muore nel suo rifugio in stile tibetano sull'Appennino pistoiese, a Orsigna, nel luglio 2004.

Nel 2006 esce postumo "La fine è il mio inizio", a cura del figlio Folco Terzani, una conversazione sulla sua vita, sulla bellezza della fantasia, della tolleranza, il coraggio della scoperta e del confronto che non diventa scontro.
Per Terzani il giornalismo è sempre stato il mezzo per realizzare il "desiderio di vedere, toccare, partecipare ai fatti della storia" e interpreterà in quest'ottica la sua collaborazione con le varie testate: "Der Spiegel", "L’espresso", "la Repubblica", "Corriere della Sera".

Terzani racconta la società americana, il movimento afroamericano, le proteste dei pacifisti contro la guerra in Vietnam, gli assassinii di Martin Luther King e Robert Kennedy, la Cina del dopo Mao, il crollo dell'Unione Sovietica, l'apartheid, la liberazione di Saigon, l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, riflette su religione, politica, società, la morte e molto altro, sempre testimone del suo tempo e delle connessioni tra le varie epoche, mettendo al centro il ruolo dell'uomo e il concetto che "una rivoluzione, per essere tale, deve nascere dentro se stessi".

Ci lascia molto su cui riflettere, nuovi punti di vista per osservare il mondo, le dinamiche umane, la voglia di formulare domande e cercare risposte e la certezza che, come affermava lui, “La storia esiste solo se qualcuno la racconta".

 

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