
Da Rifondazione Comunista di Barberino di Mugello riceviamo e pubblichiamo questo comunicato sulla situazione della Edison Giocattoli:
Il 31 marzo al consiglio comunale si è parlato della crisi della Edison Giocattoli di Barberino di Mugello in seguito a un’interrogazione presentata da Rifondazione Comunista. 18 lavoratori su 48 vengono considerati in esubero.
I giocattoli li fanno in Cina e c’è la crisi. Il capogruppo Alessandro Peschi si è soffermato sulla procedura perché merita un’attenzione in più. Il 9 novembre 2009 il verbale di accordo e di esame congiunto firmato in Provincia prevede la cassa integrazione guadagni straordinaria. La perdita di fatturato di oltre il 30% è dovuta a problematiche non momentanee, ma strutturali. Però nell’accordo non vi è il piano di riconversione. Sappiamo che la procedura di cassa integrazione non si può aprire senza quella di mobilità. Il 4 dicembre 2009 viene aperta la procedura di mobilità, solo un mese dopo. Si ribadisce la condizione critica dovuta alla forte concorrenza straniera e si richiedono interventi rapidi. Del Piano industriale di ristrutturazione per fronteggiare la crisi, ancora niente. Nel frattempo vengono consegnate delle lettere ai lavoratori dove si informano dell’inizio della cassa integrazione guadagni straordinaria in quanto il piano di ristrutturazione aziendale ha affidato la gestione del magazzino ad una ditta esterna. Si possono mettere lavoratori in CIGS per essere sostituiti da altri lavoratori per la propria funzione? Rifondazione pone il dubbio di legittimità di queste lettere. Il 22 marzo le parti aziendali e sindacali (CGIL-CISL-UIL) si ritrovano in Provincia e concordano per la messa in mobilità per 18 unità entro novembre 2010 e l’incentivo all’esodo di 20.000 euro lordi da suddividersi fra i licenziati. 20.000 euro lorde per 18 lavoratori sono uno spauracchio, ma se le componenti sindacali non avessero firmato cosa sarebbe successo? L’azienda avrebbe dovuto versare all’INPS, nove mensilità per ogni lavoratore. Un notevole risparmio da parte dell’azienda e una perdita da parte della comunità. Il Sindaco non ha fornito molti dettagli, in quanto della situazione di crisi era stato informato solo grazie all’interrogazione di Rifondazione. Anche questa è un’anomalia. Non si avverte il Sindaco di una situazione che mette in crisi 18 lavoratori e le loro famiglie? Rifondazione Comunista ha dichiarato in consiglio comunale che andrà fino in fondo in questa vicenda che è tutta sulla pelle di chi lavora. Alessandro Peschi ha infine commentato “Se si firmano accordi così, in questo territorio, poi non stupiamoci se avanza la lega anche in Toscana”.