“Le nostre scuole non sono numeri, sono pilastri di socialità, sono case dell’educazione, inclusiva in cui si formano i percorsi di crescita delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Chiedo allo Stato che vengano trattate come tali”.
E’ un tono secco e deciso quello che il sindaco Baroncelli usa per denunciare dissenso e preoccupazione rispetto all’impossibilità di garantire i servizi di prescuola e postscuola a causa della riduzione del personale Ata nelle scuole di Barberino Tavarnelle.
“Da quest’anno il Comune non potrà erogare i servizi di entrata anticipata e uscita posticipata - interviene il sindaco - per via dell’applicazione di un criterio previsto dal Ministero e dagli uffici competenti che proprio non comprendiamo, il problema è che il governo tiene conto del numero complessivo degli alunni e non dei plessi e dell’ampiezza del territorio comunale”.
“Una scelta che non dipende in alcun modo dall’amministrazione comunale – rimarca il primo cittadino - né sotto il profilo organizzativo né dal punto di vista economico ma da una norma di valutazione ministeriale, connessa ad una tabella di calcolo che definisce il numero dei collaboratori scolastici adeguato per ogni territorio comunale”.
Il Comune di Barberino Tavarnelle, caratterizzato da un territorio ampio ed esteso, presenta una serie di plessi decentrati e monosezioni dislocati su una superficie di oltre 120 metri quadrati. “Sono piccole scuole che fanno grandi le nostre comunità – ribadisce - perché costituiscono un fondamentale fulcro sociale, centro della vita educativa che si svolge all’interno delle frazioni”. “Trattando il nostro comune come fosse un’area cittadina – insiste - non si fa altro che mettere a rischio i servizi, la qualità dell’offerta educativa sulla quale investiamo considerevolmente da anni”. Un percorso, quello dell’edilizia scolastica diffusa, che tra l'altro è stato premiato e riconosciuto con investimenti rilevanti, realizzati con fondi regionali ed europei. “Intere scuole nelle frazioni sono state progettate e costruite - aggiunge - per valorizzare l’obiettivo di garantire qualità della vita nelle aree di campagna e rispondere ai bisogni delle famiglie residenti, oggi però ci troviamo nella situazione complessa e paradossale di non riuscire ad assicurare sicurezza e vigilanza a quegli stessi plessi”.
“Chiediamo dunque agli organi competenti – conclude - una gestione diversa e un numero maggiore di collaboratori scolastici tali da assicurare ai cittadini i servizi di cui necessitano per conciliare i loro tempi di lavoro con quelli scolastici in un momento storico peraltro non facile”.
“Non siamo gli unici in Toscana a dover affrontare tale criticità, ci stiamo muovendo infatti con tutti gli altri enti locali della regione interessati dallo stesso problema per condividere un documento, programmare delle azioni e richiedere un incontro all’assessore regionale Alessandra Nardini auspicando che il suo supporto possa essere incisivo e risolutivo”.