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Borgo. Caduta la grande quercia al bivio per San Cresci. Le foto...

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Borgo. Caduta la grande quercia al bivio per San Cresci. Le foto... Borgo. Caduta la grande quercia al bivio per San Cresci. Le foto... © n.c.
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Ieri (sabato 11 maggio 2013), verso le ore 13,45, con un  boato improvviso e la secolare querce del Bivio per Montazzi-San Cresci sulla strada provinciale che da Borgo San Lorenzo porta a Sagginale, è rovinosamente caduta nel campo adiacente, fortunatamente senza causare danni a persone o cose, ma solamente facendo prendere una grande paura ad un autista che aveva parcheggiato il suo camioncino proprio sotto l’albero, sentendo prima scricchiolare e poi il boato della caduta, riuscendo in tempo ad allontanarsi.

Dato che tutto è finito per il meglio ecco una storiellina di questo secolare albero; la  querce, ( anche quercia), era ormai un segno tangibile del bivio sopradescritto, un secolare albero che fra le decine e decine che costellavano quel tratto di strada quasi oscurando il cielo, era rimasto a far da sentinella all’antico Tabernacolo della Madonnina di Montazzi  innalzato a metà ‘700 dalla nobil famiglia Lapi. Era talmente amata questa vetusta querce che fu oggetto di un ampio resoconto storico sul numero 2 del mese di marzo dell’anno 1930, pubblicato sul “Bollettino  della Società Mugellana di Studi Storici”, e come si legge sotto in didascalia  questo piccolo segno sacro era chiamato appunto “Il Tabernacolo della quercia”.

Circa venti anni orsono la distanza fra tabernacolo e quercia era  molto vicina, ma all’inizio del anni  ‘90 (ottobre 1995), l’architetto Giovanni Brunori (la sua famiglia era - ed è -  proprietaria della Villa di Montazzi e di quei campi con annessi e connessi), riuscì con una azzardata tecnica (eravamo presenti), ad imbracare ed innalzare il tabernacolo, senza perdere una scheggia, poggiandolo su un piano già predisposto a qualche metro di distanza, per paura appunto che un giorno (eccolo, proprio oggi, sabato 11 maggio 2013!!), la secolare quercia gli rovinasse addosso.

Una volta ( i scuso di questa aggiunta), circa 30 anni orsono dopo aver scritto una piccola storia come questa, in un mensile locale, venimmo quasi dileggiati per scrivere storielline, piccolezze, quisquiglie, come se questo fosse un reato, una colpa. Di queste piccoli tasselli, della nostra terra mugellana, ne abbiamo scoperti  e riscoperti,  scritti e riscritti a migliaia. Ne siamo orgogliosi, perché anche questa è microstoria, di un micro mondo che non ha bisogno di grande intelletto e di grande cultura; basta la quinta elementare. 

Foto 1 (in alto): Maggio  2013.- La quercia a terra; a destra un particolare del vecchio tabernacolo

Foto 2 (qui sopra): Ottobre del  1995 – Il Tabernacolo della Madonna della Quercia viene imbracato e postato.    

Foto 3 (qui sopra): Maggio del  2013  - La quercia rovinata nel campo adiacente.

Foto 4 (qui sopra): Marco del 1930 – Il Tabernacolo e la secolare quercia, fedele sentinella per 250 anni della “Madonnina di  Montazzi”

(un particolare ringraziamento a Massimo Santoni per le foto inviateci)

 

    

 

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Commenti 9
  • Alessandra

    p.s.: Spero che un giorno venga ripiantato un altro albero nello stesso punto!Ci vuole!!

    rispondi a Alessandra
    mer 22 maggio 2013 04:41
  • Alessandra

    Ciao a tutti,quoto Nicola, la sua ultima frase mi ha toccata poich proprio stamattina,passando come tutte le mattine al fianco della carissima quercia, ho pensato proprio la stessa frase!E cio "Fa pi rumore un albero che cade che una foresta che cresce". Per me questa quercia era "sacra" in quanto fiancheggiava come custode la Vergine Santa del tabernacolo, passandoci per recarmi al lavoro, io rendo in quel tratto sempre omaggio alla Madre Celeste,alla Madonna carissima, volgendole sempre delle preghiere,e ...la mia attenzione era molto presa dalla quercia che per me era la quercia della Madonna. Non ci crederete ma adesso mi si stringe il cuore ogni volta che la vedo sdraiata..e anche adesso mi esce qualche lacrimuccia...ci ero proprio affezionata .. e penso che lass in Paradiso ci sia un posto anche per lei, che ha fatto ombra per tanto tempo a quel tabernacolo di Maria..tutta la creazione sar resuscitata,perci anche la quercia! Ma

    rispondi a Alessandra
    mer 22 maggio 2013 04:39
  • Alessandra

    chiss quanti anni aveva di preciso?Era forse di fine '800 o '700? Grazie al signor Aldo Giovannini per questo bell'articolo Ciao!

    rispondi a Alessandra
    mer 22 maggio 2013 04:39
  • aldo giovannini

    ottima amnesi, caro Tommaso. Bravo !! come sempre. Giovannini

    rispondi a aldo giovannini
    lun 20 maggio 2013 09:10
  • Nicola Di Renzone

    Dal nostro colllaboratore Pier Tommaso Messeri riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente nota: Sic transit gloria mundi: cos dicevano gli antichi per indicare quanto siano fugaci oltre che effimere le glorie e le vanit del mondo. Ho letto, come d'altronde hanno fatto in tanti, il bellarticolo di Aldo Giovannini, pubblicato in evidenza su questo giornale pochi d or sono. Giovannini stato uno dei pochi - e conoscendolo non poteva essere diversamente ad aver voluto segnalare e sottolineare un fatto, che agli spiriti pi sbadati o amanti della praticit passato e continua a passare del tutto inosservato. Unantica e grande quercia, un monumento arboreo del nostro paesaggio, simbolo e immagine del tempo, tra scricchiolii e fruscii letteralmente crollata in una giornata di primavera. Con probabilit questo necrologio vivaistico ai pi sar sembrato una inutile notiziola scritta da una penna nostalgica, un ottocentesco pettegolezzo fuo

    rispondi a Nicola Di Renzone
    lun 20 maggio 2013 06:58
  • Nicola Di Renzone

    ri tempo e fuori luogo; del resto, si sta parlando solamente una pianta.. ma via, guardiamoci intorno: il Mugello pieno di boschi, dove sicuramente ci saranno querce anche pi belle e grandi di questa che fu! Io, a bordo della mia utilitaria, ogni volta che passavo vicino al bivio tra le strade di Montazzi e San Cresci a met strada fra Borgo S. Lorenzo e Sagginale - osservavo da lontano quel maestoso ammasso di rami e quel tronco possente nelle vicinanze di quel tabernacolino. La mia mente rifletteva su quanta vita doveva aver visto passare quellalbero vetusto. Quante stagioni, eventi atmosferici e situazioni pi prosaiche dovevano essersi ritrovate intorno a quelle fronde. Quel simbolo maestoso incuteva rispetto; d'altronde non possiamo meravigliarci quando si pensa che le parole forza e quercia in latino hanno la stessa radice. In questa sede sarebbe del tutto inutile oltre che inopportuno annoiare il benigno lettore elencando la s

    rispondi a Nicola Di Renzone
    lun 20 maggio 2013 06:58
  • Nicola Di Renzone

    toria delle querce con tutte le loro varie specie, finendo poi col parlare degli inevitabili annessi e connessi come le svariate propriet vegetali e simboliche legate a questi alberi; non sono n un naturalista n un botanico, ma solo una persona che ha compreso le parole di Aldo e lo ringrazia per essersi preso la briga di scrivere due righe su di una semplice pianta che ha smesso di fare ombra al suo tabernacolo in una mattinata di primavera. C una frase, un quesito ormai inflazionato dallaura ostentatamente filosofeggiante, uno di quei discorsi che vengono spolverati non si sa come sempre alla fine di casalinghe cene tra amici, quando le bottiglie di vino stanno per finire mentre il fuoco scoppietta nel camino, una domanda che pu assumere inevitabili e diversi significati che portano a risvolti esistenziali, un dubbio al quale possono seguire innumerevoli risposte: Fa pi rumore un albero che cade o una foresta che cresce? Nel nos

    rispondi a Nicola Di Renzone
    lun 20 maggio 2013 06:58
  • Nicola Di Renzone

    tro specifico caso, lascio a voi il responso.

    rispondi a Nicola Di Renzone
    lun 20 maggio 2013 06:58
  • cesare

    Caro Aldo, ho letto il Tuo articolo su ok!Mugello relativo alla grande quercia caduta al bivio per S. Cresci e me ne complimento.Cesare

    rispondi a cesare
    lun 13 maggio 2013 01:12