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Claudio Ticci motiva il suo No alla multiservizi. Riflessioni e proposte

La riflessione che riceviamo dal Consigliere Comunale Claudio Ticci

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Claudio Ticci Claudio Ticci © N.c.
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Multiservizi. Il contributo in redazione del Consigliere Comunale di Borgo San Lorenzo, Claudio Ticci:

Va premesso che quello della Multiutility è un progetto che parte da lontano portato avanti dal PD toscano con un piano complessivo che sta emergendo adesso, perché siamo arrivati a una fase cruciale, quella del voto nei consigli comunali per deliberare la fusione per incorporazione in una Multiutility delle società che gestiscono servizio idrico e rifiuti urbani, distribuzione del gas e dell'energia.

Fin da subito sono stato contrario agli annunciati multiservizi e ne spiegovolentieri i motivi lanciando ancora proposte che come Cambiamo Insieme avevamo fatto ma purtroppo sono rimaste inascoltate.

Le vere motivazioni per cui si crea questo nuovo mostro sono 2:La prima politica volta in parte alla privatizzazione con una NewCo che gestisce tutte le cose e servizi. E poi la creazione di altre inutili e costose scatole cinesi pagate poi del cittadino frutto più di necessità politiche o partitiche.

Sono rimasto molto sorpreso quando ho sentito parlare di ripubblicizzazione del servizio a tutti i livelli ma poi è stata portata sul tavolo di consiglio una proposta dove si parla di creare una società per azioni e quindi afferente al diritto privato che persegue l’utile, il profitto.

Quando si mette il privato o le Spa a gestire l’acqua o controllare un servizio si ammette che quel servizio sia orientato al profitto dei privati e dei suoi soci privati. Non a caso in Publiacqua nel socio privato (Acque Blu Fiorentine vedi Acea Roma) ci sono anche dei fondi comuni di investimento.

Perché fare utili su una risorsa pubblica e con investimenti pubblici attraverso una tariffa pagata dai cittadini?

E secondo voi i privati concederanno mai che i loro profitti vengano reinvestiti sul nostro territorio? No di certo… tornano all’azionista. Si chiama logica del profitto.

Non ci ascoltano oggi, non ci ascolteranno neanche dopo, ma anzi ci sarà un ulteriore filtro in cui la voce del Comune di Borgo San Lorenzo se prima (o così emerge dagli atti dal 2010) era contraria e lo poteva esprimere nell’assemblea dei soci adesso i soci privati nemmeno la sentiranno più questa voce. Ci sarà sempre unanimità perché chi andrà a rappresentare la Holding avrà una posizione unanime che sarà quella ovviamente dei comuni “grandi" e maggiormente interessati vista la loro rilevante quota in capo alla ridistribuzione degli utili per “risanare” magari i propri bilanci.

Eppure la volontà popolare era quella espressa nei Referendum; uno orientato appositamente alla ripubblicizzazione dei servizi e l’altro ancora più importante e disapplicato era quello di eliminare quella % DI UTILE GARANTITO AL GESTORE.

Utile garantito che non è mai stato tolto ed è il motivo per cui queste società di servizi fanno decine di milioni di utile.

Ed è la famosa torta su cui molti vogliono mettere le mani. E anche i privati, che non lo molleranno l’osso. Lo mollerebbero solo e soltanto se i comuni, come dovrebbero fare, attuassero la volontà popolare TOGLIENDO PRIMA L’UTILE GARANTITO E POI RIPUBBLICIZZANDO IL SERVIZIO.

In che modo vi chiederete? Attraverso forme consortili come fanno in altre parti d’Italia dove il privato non ci mette le mani. Non c’è niente che non sia già stato fatto. E’ che va manifestata la volontà di farlo e di attuare la volontà popolare. I

Ci sono poi altre proposte, ovvero quando parliamo di NON RIDISTRIBUIRE GLI UTILI MA DESTINARLI ALL’AUTOFINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI E PER RIDURRE LE TARIFFE, ma sicuramente verrebbe respinta perché non ènell’interesse dei soci di maggioranza.

Le voci contrarie non mancano, non solo nel mondo delle associazioni ma anche su più fronti politici: dal centrodestra alla sinistra passando per il M5S. E se ne aggiungeranno certamente altre quando, a fronte della necessità di ricapitalizzare più di 1 miliardo di euro, i Comuni magaridovranno tagliare servizi o aumentare ancora Imu e Tari per cittadini e imprese. Questo perché non saranno sufficienti le quote possedute nelle società che partecipano alla fusione.

Il tutto fatto nel quasi totale silenzio: purtroppo nei consigli comunali il livello di informazione è zero come hanno sottolineato diversi consigliericon complessi atti arrivati solo qualche giorno fa. E ai cittadini nessuno ha mai pensato di presentare alcunché. E soprattutto non è stato spiegato chiaramente che i Comuni dovranno partecipare a una ricapitalizzazione, cioè mettere a disposizione denaro fresco (che manca!!), per un miliardo e 200 milioni circa. E che gli stessi Comuni perderanno vantaggi e potere, che resterà solo in parte per il capoluogo regionale.

I conti non tornano e non è un segreto che lo scopo di una società di capitali è il profitto; l'oggetto, ossia la produzione o erogazione di beni e servizi, è solo lo STRUMENTO per realizzare lo scopo. Di fatto il bene comune acqua diventa merce, così come gli altri servizi.

E i cittadini, sono stati informati? Per niente.

Di questo progetto non c'è alcuna chiara traccia nel programma elettorale di Giani, eletto a settembre 2020. Nel documento si trova solo una sorta di omelia: «L' acqua è un bene comune primario e sono maturi i tempi, dopo il lavoro di riorganizzazione fatto e gli investimenti realizzati, per puntare a una gestione TOTALMENTE pubblica da parte delle aziende toscane, provvedendo anche alle necessarie integrazioni/fusioni così da raggiungere economie di scala idonee a realizzare gli investimenti necessari per migliorare la qualità del servizio».

Di fatto si sta spacciando per "ripubblicizzazione" una vera e propria abdicazione al mercato azionario. In realtà a nostro avviso questo è uno dei tanti frutti avvelenati della mutazione genetica di una certa politica, passata dalla cultura delle cooperative di consumo a quella di maggiordomo della grande finanza. E, soprattutto, transitata dalla condivisione con le assemblee e partecipazione attiva a una logica da società silente per non dire quasi blindata. Siamo all'elezione vissuta come investitura regale e non come mettersi al servizio del cittadino a tutti i livelli

Poi, soprattutto sul fronte dell'acqua, la realtà di partenza non è così virtuosa come la si vuol far sembrare. In Toscana e in Mugello, terra di Bilancino ci sono le bollette più care d' Italia, nonostante non ci sia carenza di risorsa.

Queste Multiutility, dove sono già state realizzate, hanno portato realmente vantaggi al cittadino? Sembrerebbe di no.

Nonostante l’evidenza di altre fallimentari realtà qui le scelte vanno in altra direzione, nonostante le posizioni contrarie non manchino. In realtà il metodo usato è sempre quello dell’eolico di Villore-Corella, dell'aeroporto di Firenze, del rigassificatore di Piombino, della base militare di Coltano. Discussione zero, confronto zero informazione assente.

Alla fine tutto questo è riassumibile con il rovesciamento di un principio, quello del denaro che dovrebbe essere al servizio dei cittadini. Con questa Multiutility sembra proprio che saranno i cittadini a essere messi al servizio del denaro…. degli altri.

Io ho votato NO a gran voce.

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