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Domenico Trifirò, la storia del partigiano ucciso nelle campagne di San Piero a Sieve: l'incontro con la figlia Giovanna

Una storia drammatica, come purtroppo tante altre, pubblichiamo questa parentesi di vita vissuta

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Immagine del giovane aviere Domenico Trifirò Immagine del giovane aviere Domenico Trifirò © Aldo Giovannini
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Come i lettori ricorderanno lo scorso settembre 2024, San Piero a Sieve ha ospitato nei locali dell’Ex Oratorio della Misericordia di San Piero a Sieve (come del resto ha copiosamente pubblicato anche OKMugello),  una grande  mostra fotografica e iconografica dal titolo “Dalla nascita del fascismo alla liberazione di un paese: San Piero a Sieve”,  a cura di un comitato appositamente costituito, mostra che anche lo scrivente di queste note ha collaborato.

Questo evento ha avuto un seguito, un bel seguito, per il ritrovamento della figlia di Domenico Trifirò, un giovane partigiano che fu ucciso nel territorio di San Piero a Sieve, dai tedeschi durante la guerra di liberazione. Una storia drammatica, come purtroppo tante altre, che si sono succedute in quel nefasto periodo e grazie comitato promotore di cui sopra,  pubblichiamo questa parentesi di vita vissuta, pubblicando anche due immagini, inerenti a Borgo San Lorenzo,  dove Domenico Trifirò si inserì e visse quel poco tempo che gli restava da vivere. La storia fa come l’olio nell’acqua, prima o poi torna sempre a galla a raccontarci altre storie, altre verità, altri particolari. Buona lettura.    

La vita di Domenico Trifirò, giovane aviere e partigiano, è un intreccio di amore, sacrificio e resistenza. Nato in Sicilia, la sua giovinezza fu segnata da eventi tragici e straordinari che lo hanno reso un simbolo di coraggio per il Mugello.

Durante il servizio militare e i difficili anni della guerra, Domenico incontrò l’amore della sua vita, Domenica Coppolino. Nonostante la distanza e le difficoltà del conflitto, l’affetto tra i due rimase vivo, come testimoniano le lettere cariche di tenerezza inviate dal fronte. Nel 1942 nacque la loro figlia Giovanna, simbolo di speranza in un periodo buio.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, Domenico si trovava a Borgo San Lorenzo. Decise di unirsi alla resistenza contro il nazifascismo, collaborando inizialmente con la Brigata Ballerini e poi con la Formazione Fanfulla della Brigata Lavacchini, con il nome di battaglia “Trentanove”. Il 26 giugno 1944, durante una missione per reperire viveri, fu scoperto e ucciso dai tedeschi a soli 22 anni. Fu l’unico partigiano sanpierino caduto nella lotta per la libertà.

La sua morte lasciò un vuoto incolmabile. La madre morì poco dopo per il dolore, e Domenica, pur devastata, si trovò a dover affrontare il futuro da sola, con una bambina da crescere. Giovanna trascorse l’infanzia in orfanotrofio, portando con sé il peso dell’assenza del padre. Crescendo, però, il ricordo di Domenico divenne un filo conduttore nella sua vita.

Nel 1967, dopo il suo matrimonio, Giovanna fece il primo viaggio a Firenze per visitare la tomba del padre, sepolto nel cimitero della Misericordia di Borgo San Lorenzo. Fu un momento di grande emozione, durante il quale incontrò un uomo che aveva conosciuto Domenico, aggiungendo dettagli preziosi alla memoria di suo padre. Anni dopo, i figli di Giovanna le regalarono un viaggio a Firenze, permettendole di rendere ancora omaggio al padre durante una cerimonia di commemorazione.

Recentemente, sono state ritrovate alcune fotografie e lettere di Domenico, che restituiscono l’immagine di un uomo dolce e coraggioso. Attraverso la memoria di Giovanna, il sacrificio di Domenico continua a vivere. Oggi, il Comitato 10 Settembre ricorda con affetto e gratitudine questo giovane partigiano, il cui nome è inciso su una via di San Piero a Sieve, simbolo eterno di libertà e amore.

La storia finisce qui ma non il ricordo di questo giovane aviere italiano, nato a New-York, originario della Sicilia, e che riposa in terra mugellana. Onore imperaturo!!

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Commenti 2
  • Carlo Bedeschi

    ONORE anche a Te, Aldo, che con il tuo impegno e la tua passione riesci a ricomporre e spesso a completare il mosaico della Storia del nostro Mugello. Grazie.

    rispondi a Carlo Bedeschi
    sab 18 gennaio 14:40
  • Aldo Giovannini

    GRAZIE CARLO, GRADITISSIMA LA TUA NOTA, BUON 2025!

    rispondi a Aldo Giovannini
    sab 18 gennaio 18:51