Il Franchi è inadatto da decenni al Calcio. È fuori ogni logica per una società come la Fiorentina che vuol vivere ad alti livelli. È un costo inutile alla collettività, fuori da una ubicazione accessibile. In più: tempi biblici per le capacità del Comune che potrebbe usare le proprie casse per altre impellenti necessità cittadine.
Quindi, non è boicottaggio, semmai un bidone amministrativo che la società Viola non ritiene economicamente, né sportivamente, adeguata. Gli Stadi li fanno gli imprenditori e questi seguono le buone regole dei bilanci perché tutto costa dai giocatori in giù. La Fiorentina, non pesa sulla società civile. Pesano, invece, i bilanci pubblici sulla città di Firenze.
Quindi: i soldi di Commisso, Nardella e soci non li avranno. Hanno già dimostrato la scarsa credibilità per le promesse sul Viola Park non mantenute.
Dell’ antico architettonico gioiello sportivo, semplicemente dovrebbero rimanere le parti essenziali e fare nello spazio liberato un centro commerciale e parco, con spazi per altri sport. Bisognerebbe rivalutare la ferrovia come metropolitana, da Rovezzano fino a Rifredi e Santa Maria Novella, alla vecchia stazione Leopolda, risparmiando quei soldi pubblici da investire in altro modo. Per fortuna gli attesi finanziamenti dall’Europa non sono arrivati e neppure dal governo, chiosato dal Tar del Lazio.
Ora, folte plebi turistiche potranno venire a piangere sulle vestigia della modernità architettonica perduta a Campo di Marte, ma nemmeno l’adiacente stadio Padovani potrà sostituire il glorioso stadio a forma di “D”. Questo perché non ha alcuna possibilità di essere trasformato in uno stadio adeguato alle esigenze della Fiorentina, proprio per costi e spazio. Il Padovani, oltretutto, sarebbe poi un doppione del “Franchi”. Non avrebbe nessun senso, nella malaugurata sorte della ristrutturazione del Comunale: sarebbero soldi buttati al vento, che farebbero male alla Fiorentina e ai cittadini di Firenze.