Pubblichiamo lo studio, di cui a seguire una sintesi che rappresenta una panoramica, è contenuto integralmente in un libro recentemente pubblicato su Amazon da Marina Visciano e che esplora approfonditamente le dinamiche di criminalità e sicurezza urbana a Firenze. Il libro che si intitola “Turbamento a Firenze: L'Inquietudine della città tra percezione e realtà. Indagine urbanistica sulle correlazioni esistenti tra la presenza di crimini, la struttura urbana e la percezione di paura.” Qui il link per poterlo acquistare!
L'insicurezza urbana rappresenta oggi uno dei volti più evidenti della crisi della società moderna, alimentata e ingigantita dai media, dalla politica e dalle dinamiche di mercato. Firenze, la città che affascina per la sua arte e storia, non è esente da fenomeni di microcriminalità che colpiscono aree specifiche, con conseguenze dirette sulla percezione di sicurezza dei suoi abitanti. Da una ricerca di dottorato condotta a Firenze tra il 2018 e il 2021 sulla criminalità urbana sono scaturite alcune riflessioni interessanti riguardo alla relazione tra la forma della città, la distribuzione dei reati e la percezione dei cittadini in merito alla sicurezza. Il quadro emerso infatti, non solo mette in luce la distribuzione geografica dei crimini, ma anche le dissonanze tra la realtà e ciò che i cittadini temono.
Quali crimini e in quali zone della città?
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Lo studio ha identificato diversi livelli di correlazione, più o meno significativi, tra la tipologia di crimine e l’ambiente urbano in cui si verifica. Per esempio, i crimini come i furti in abitazione, i furti d'auto e le rapine nei negozi si verificano in presenza di caratteristiche specifiche di alcune zone. Al contrario, crimini come le rapine in strada, i furti con destrezza e lo spaccio di sostanze stupefacenti sono associati a caratteristiche spaziali e sociali più generali, ma non determinanti. Molti reati, come danneggiamenti e lesioni, non risultano invece legati alla configurazione fisica della città, ma piuttosto a dinamiche non facilmente quantificabili, come il tipo di vittima o comportamenti impulsivi.
Didascalia: “Estratto della mappa di concentrazione dei reati predatori totali avvenuti a Firenze (11812 nel 2019)."
La percezione di paura tra timore e realtà
Un altro aspetto fondamentale riguarda la percezione dei cittadini. A tal proposito, la ricerca ha messo in luce una distorsione tra la realtà dei crimini e l’immagine che ne viene data dalla stampa locale. Un sondaggio condotto nel 2021 ha mostrato come la paura della criminalità influenzi profondamente la vita quotidiana dei fiorentini.
Il centro storico, pur essendo una delle aree con maggiore concentrazione di reati, viene percepito come relativamente sicuro, mentre quartieri come Rifredi e Isolotto risultano molto più temuti, nonostante i dati ufficiali non evidenzino una correlazione diretta tra il numero di crimini e la percezione del rischio.
Tra i risultati dello studio, particolarmente interessante è la discrepanza tra i danneggiamenti effettivamente avvenuti nel quartiere Gavinana/Galluzzo e la paura dei residenti di subire questo tipo di reato. Sebbene il quartiere risulti tra le aree meno colpite da questo crimine, Gavinana viene comunque percepita come una delle zone più vulnerabili. Questo suggerisce che fattori soggettivi, come esperienze individuali o pregiudizi legati a luoghi simbolo della criminalità influiscono sulla paura percepita.
Infine, la ricerca fornisce uno spunto di riflessione su come la paura trovi spesso le sue radici più profonde nei pregiudizi sociali, e dove la sensazione di insicurezza non è correlata alla reale presenza di crimini, quanto piuttosto alla paura del diverso.
Marina Visciano