Firenze, 13 gennaio 2022 – “Caos sui turni, tensione e disorganizzazione: mentre l’Asl Toscana Centro fatica per l’incremento dei ricoveri e la mancanza di personale, assistiamo a decisioni che vanno contro ogni buon senso, come quella di sospendere infermieri che non hanno effettuato la terza dose di vaccino perché erano in malattia, proprio da Covid”. E’ quanto denuncia Salvatore Sequino, segretario del sindacato autonomo Nursind per la Toscana Centro.
“Siamo professionisti, ma soprattutto esseri umani, non numeri”, tuona il segretario. “Comprendiamo il tentativo della Asl Toscana Centro di garantire i ricoveri ordinari nonostante la quarta ondata – prosegue – ma qualcosa evidentemente non sta funzionando: si aprono continuamente nuovi reparti senza tenere conto del personale, che deve essere spostato di continuo, con turni che si allungano tra notte e giorno, fanno saltare le ferie, creano un carico ulteriore di ansia e tensione sul lavoro”.
“Ad aggravare la situazione ci sono i casi di contagio tra il personale ospedaliero: ogni reparto conta in media una o due assenze per Covid. Che gravano su un organico già di per sé insufficiente, a causa del blocco delle assunzioni, solo recentemente ripartite, che porteranno di nuovo i colleghi ad essere assunti con pratiche urgenti e potranno essere costretti a dimissioni senza preavviso con ulteriori aggravi economici”, sottolinea Sequino.
“In questo quadro – continua il segretario Nursind - l’Ordine delle Professioni Infermieristiche ha messo in atto una severa politica di sospensioni verso i colleghi che non hanno ancora effettuato la terza dose perché erano in malattia, alcuni proprio da Covid”.
“Chiediamo l’intervento urgente e puntuale della Regione Toscana per un piano straordinario di assunzioni, con valutazioni oggettive sulle esigenze lavorative: non possiamo continuare a navigare a vista, come se la pandemia ci avesse colti di sorpresa, al secondo anno di emergenza sanitaria”.
“Il personale infermieristico è una delle colonne portanti del sistema sanitario e come tale deve essere valorizzato. A partire dalla Regione e dallo stesso Ordine”, conclude Sequino.