
Anche il sindaco Dario Nardella si arrende davanti alla realtà. Sulla tramvia occorre "ripensare il modello organizzativo-gestionale e dal punto di vista finanziario".
Il sindaco lo ha dichiarato nel corso di un'intervista radiofonica rilasciata a lady Radio. Le due nuove linee si faranno ma "il progetto si regge su un rapporto pubblico-privato con determinati obiettivi di profitto. Il finanziamento per la costruzione si basa anche su soldi pubblici, da Regione e Comune: dobbiamo capire quali saranno le nostre disponibilità economiche. Il mio obiettivo è recuperare il più possibile il tempo perso".
Tutto nebuloso ma intanto l'unica certezza è che i lavori per il collegamento dal centro storico (il proseguimento dalla Fortezza da Basso a San Marco passando dai viali) non partiranno a luglio come da crono programma. Se ne riparla più avanti, annuncia il sindaco.
Del resto i numeri stravolti dalla pandemia parlano chiaro.
Se ci sarà una ripartenza (e un ritorno all’uso della tramvia da parte dei lavoratori, considerando il consiglio a non usare i mezzi pubblici e la paura che per un po' resterà) il Comune, per rispettare il contratto di project financing, dovrà sborsare 8 milioni di euro alla fine dell’anno. Con la previsione del calo della metà dei passeggeri su base annuale (se tutto va bene) è chiaro che l’equilibrio finanziario che regge la gestione delle due linee attuali salta e dovrà essere rivisto.
Come pure a forte rischio è la realizzazione delle linee in progettazione di cui da molto si discute fra cui quella per Bagno a Ripoli.
La progettazione sta andando avanti, confermano da Tram spaanche se le due future linee sono oggi appese a un filo. Di certo è che se si partiranno lo si farà con quella verso Bagno a Ripoli anziché quella per Coverciano per le pressioni dei comuni limitrofi stanchi di vedere investire fondi regionali per il trasporto di città. Se invece si dovesse mettere in discussione anche questo elemento l'orientamento e di concentrasi prima sulle linee urbane e sui parcheggi scambiatori per chi viene da fuori.
Il tema vero è però chi paga la costruzione? Il tratto verso San Marco per il 60% a carico del comune, per il 40% dei privati.
Da Tram spa si assicura che per i circa 25 milioni di euro di questo tratto non ci sono problemi.
Problemi invece ci sono eccome per futura linea verso Bagno a Ripoli che costa più o meno 300 milioni di euro. I 280 milioni di euro coperti da fondi europei e statali ci saranno ancora dopo il disastro economico causato dal Covid 19?
"Dobbiamo evitare che, dopo non essere morti di coronavirus, si muoia di povertà: di investimenti pubblici ce ne saranno bisogno, di infrastrutture di trasporto pubblico più di prima" dice convinto al Corriere Fiorentino il presidente di Tram spa Fabrizio Bartaloni. "Il tema c’è, ma credo che questi fondi in conto investimenti, non correnti, siano fondamentali" risponde il presidente della Commissione Infrastrutture di Palazzo Vecchio, Renzo Pampaloni, che col collega Leonardo Calistri (della commissione ambiente) e il capogruppo Pd Nicola Armentano lanciano un pacchetto di proposte per la mobilità urbana.
In primis nel pacchetto di nuovo la tramvia, ma anche le bici (si pensa anche ad un "bonus orario" per i dipendenti che scelgono la bici, una parte del tragitto casa-azienda potrebbe essere contato come orario di lavoro) ma resta il nodo economico. Chi finanzierà il progetto con meno passeggeri, con le norme di sicurezza e contenimento che ci accompagneranno almeno per quest’anno?
In più c'è la crisi economica, il turismo azzerato (non ci saranno per molto la lunga fila di torpedoni che scaricano a Villa Costanza comitive di turisti) e i conti è impossibile che possano tornare...
Saranno necessari altri finanziamenti pubblici? "Ci sarà da ricontrattare la convenzione — ammette Bartaloni — un anno di emergenza peserà, con l’80% di passeggeri in meno. Ma in futuro la domanda di trasporto pubblico aumenterà. In trent’anni, durata della convenzione, non è un problema recuperare un anno disastroso. Servirà anche all’ambiente: e occorre far ripartire i cantieri per far ripartire l’economia, anche con investimenti pubblici".
A Palazzo Vecchio sono ottimisti, anche se i numeri non tornano...