
Ogni volta che un evento calamitoso colpisce un territorio – terremoti, alluvioni, frane o incendi – assistiamo a una straordinaria mobilitazione solidale. Terminata la fase di emergenza e soccorso, parte subito quella della solidarietà concreta: raccolte fondi, apertura di conti correnti dedicati, donazioni di beni materiali e organizzazione di eventi per sostenere le comunità colpite.
Tutte iniziative lodevoli e meritorie, che spesso restituiscono fiducia nel tessuto sociale. Tuttavia, accanto a tanta generosità, possono emergere criticita che meritano attenzione. Non si tratta di mettere in discussione la buona fede di chi dona o di chi organizza, bensì di evidenziare come la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi raccolti possa sollevare interrogativi legittimi:
- Come vengono distribuiti i fondi?
- Chi decide le priorità?
- Quale percentuale arriva realmente ai destinatari?
L'emotività del momento, unita alla forza della narrazione emergenziale, spesso offusca la necessità di rendicontazione e monitoraggio.
Il caso dell’alluvione del 14 marzo nel Mugello
Dopo l’alluvione che ha colpito duramente il Mugello il 14 marzo, con numerosi paesi finiti sott’acqua e famiglie in ginocchio (fortunatamente senza vittime), è scattata – come da copione – la corsa alla solidarietà.
Tra le varie iniziative, è stato aperto un conto corrente dal Comune di Scarperia e San Piero, affidato alla gestione della locale Pro Loco. Anche in questo caso, nulla da eccepire sull'intenzione: si tratta di un'iniziativa che dà fiducia e coordinamento. Tuttavia, non risultano ancora chiaramente definiti i criteri con cui i fondi verranno distribuiti e utilizzati.
Cene, eventi e raccolte: quanto arriva davvero agli alluvionati?
Molte delle iniziative avviate sul territorio – cene solidali, concerti, raduni, spettacoli – sono encomiabili. Tuttavia, pongono un altro interrogativo:
Quanto del ricavato finisce realmente a beneficio delle famiglie colpite?
Facciamo un esempio: se si organizza una cena per 100 persone a 20 euro a testa, il ricavato lordo è di 2.000 euro. Tolte le spese vive, resta una somma che potrebbe variare drasticamente. L'unica certezza è rappresentata dalle materie prime acquistate, che costituiscono una spesa sicura e immediata. Pertanto, sarebbe auspicabile che venga dichiarato in modo trasparente quali siano effettivamente le spese sostenute. In mancanza di chiarezza, le cene solidali rischiano di diventare un pretesto commerciale per chi fornisce beni e servizi, mentre il beneficiario finale resta spesso ignoto. Inoltre, chi organizza, pur con le migliori intenzioni, ottiene visibilità positiva immediata.
Il precedente del terremoto a Barberino (2019)
Il terremoto del 2019 a Barberino di Mugello offre un caso emblematico. In quell’occasione furono raccolti 91.439 euro, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del Comune di Barberino, confluiti in un conto gestito dalla Pro Loco di Barberino e dal comitato "Sisma 2019". I fondi furono poi destinati all'acquisto di:
- un impianto radio per Barberino e le frazioni
- due automezzi per le associazioni di volontariato (Misericordia e Bouturlin)
Sebbene utili, queste scelte hanno deluso le aspettative di molti cittadini che si aspettavano un aiuto più diretto per chi aveva perso casa, beni o aveva subito danni immediati.
Eppure, in quel periodo, ci furono moltissime iniziative di raccolta fondi organizzate, anche da grandi aziende. Iniziative spesso presentate al pubblico con slogan come:
-
"A sostegno del territorio colpito dal sisma"
-
"Il ricavato andrà interamente alla popolazione del Mugello colpita dal terremoto"
Ma se i fondi sono stati destinati solo a mezzi e strutture, la promessa fatta al donatore e al beneficiario appare tradita nella sostanza, se non nella forma.
Solidarietà sì, ma con responsabilità
La questione, dunque, non è accusare qualcuno di malafede, ma porre l’attenzione sul sistema. Un sistema che troppo spesso:
- sfrutta l’emotività del momento
- non rende conto pubblicamente delle scelte fatte
- non garantisce equità e trasparenza
È fondamentale che, accanto alla generosità, vi sia anche una struttura chiara di gestione, con:
- criteri di assegnazione pubblici
- bilanci trasparenti e accessibili
- report dettagliati sui fondi raccolti e sulle spese effettuate
Costruire fiducia con la chiarezza
La vera solidarietà non si misura solo nel gesto della donazione, ma anche nella trasparenza della destinazione. Chi è stato colpito da una tragedia ha diritto a sapere come verrà aiutato. E chi dona, spesso con sacrificio, ha diritto a sapere che il proprio gesto ha fatto la differenza, davvero.
Perché ogni iniziativa, per quanto nobile, senza trasparenza rischia di perdere credibilità. E la fiducia, una volta persa, è difficile da ricostruire.
Saverio Zeni